l'intervista
"Georgescu ora rischia il carcere. Ma temiamo i paramilitari". Il caos rumeno, secondo lo storico Niculescu
"Forse si rivoterà a marzo". Lunedì la Corte Costituzionale aveva confermato la validità del voto “ma non erano ancora stati desecretati i rapporti dell'intelligence sulle ingerenze russe. Poi ha cambiato idea all’unanimità”. Parla il fondatore dell'Istituto nazionale per la Memoria dell'Esilio rumeno
“La Corte Costituzionale rumena ha deciso di annullare il secondo turno presidenziale di domenica quando i rumeni all’estero stavano già votando, perché appunto nei consolati i seggi avevano aperto prima. Per un po’ hanno continuato a votare anche dopo che c’era stata la decisione”. Adrian Niculescu, che ci dà l’informazione, divenne famoso in Italia a fine 1989 quando, allora in esilio, collaboratore di Radio Free Europe e docente alla Cattolica di Milano, fu chiamato in Rai per seguire in diretta la rivoluzione contro Ceaușescu. Fondatore e vice-presidente dell'Istituto Nazionale per la Memoria dell'Esilio rumeno, con rango di sottosegretario, è inoltre docente di Storia presso la scuola nazionale di Scienze politiche e Amministrazione di Bucarest. “Ed è stato il mio rettore Remus Pricopie a fare il ricorso che la Corte Costituzionale ha accolto alla unanimità. Si voterà a marzo”, aggiunge.
Era stata una grande sorpresa del primo turno il primo posto dell’agronomo Calin Georgescu. “La mattina del voto i sondaggi gli davano il 4 per cento. Ha avuto il 22,94. I dati indicano che avrebbe avuto una forte spinta dai rumeni all’estero, che proprio in quanto costretti all’emigrazione hanno spesso risentimenti verso quello che definiscono ‘il sistema’”. Georgescu è uno che si richiama contemporaneamente a Putin e ai leader del fascismo rumeno come Codreanu o il maresciallo Antonescu. “Georgescu è un personaggio assurdo e inquietante: dice che bisogna abolire i partiti, che ha incontrato gli extraterrestri, che parla con Dio, che l’acqua non è H20”. In una intervista alla Bbc aveva appena promesso che da presidente avrebbe tagliato tutti gli aiuti all’Ucraina. “Appunto. Ma in questo voto ci sono state delle evidenti stranezze di origine elettronica. È stato lo stesso Consiglio superiore di Difesa del paese, che si è riunito dopo il voto, ad attestarlo”.
Sì, mercoledì il presidente uscente Klaus Iohannis ha reso noti cinque rapporti di varie istituzioni e agenzie nazionali sulle interferenze elettorali, in seguito alle richieste delle istituzioni che li hanno redatti. Sembra che una rete precedentemente nascosta, operante principalmente su TikTok e che era rimasta largamente inattiva dal suo lancio nel 2016, sia stata attivata due settimane prima delle elezioni. Gli operatori della rete, reclutati e coordinati attraverso un canale sulla piattaforma di messaggistica Telegram, hanno utilizzato metodi tipici di un “operatore statale”, ha concluso l'agenzia nazionale di intelligence Sri. L'Sri ha anche riferito che quasi un milione di euro è stato speso nella campagna da un individuo che sostiene la candidatura di Georgescu, con fino a 950 euro pagati per un repost. La stessa TikTok ha ammesso di aver ricevuto 362.500 euro da questa persona la scorsa settimana. Martedì scorso, i rappresentanti di TikTok hanno dichiarato alla Commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori del Parlamento europeo che da settembre la piattaforma cinese ha rimosso "66.000 account falsi e molti follower falsi" rivolti a un pubblico rumeno. Però lunedì mattina la Corte Costituzionale aveva confermato la validità del voto. “Perché queste denunce non erano state desecretate. Non appena si sono sapute, la Corte Costituzionale ha appunto cambiato la sua decisione. Ripeto, all’unanimità”.
Si ripeterà semplicemente il voto con i candidati che c’erano? O si aprirà un nuovo processo e magari Georgescu verrà inabilitato? “Se è per questo, rischia anche di andare in galera per altro tradimento. Peraltro ci sono suoi sostenitori che stanno organizzando campi paramilitari in stile Legione di Codreanu. Purtroppo anche Elena Lasconi, l’altra arrivata al ballottaggio, sta attaccando questa sentenza, a differenza degli altri partiti moderati come i nazional-liberali del presidente uscente Iohannis e anche i socialdemocratici del primo ministro Marcel Ciolacu, secondo cui le “ingerenze palesi della Russia” spiegano appunto la decisione. Ciolacu peraltro si era accordato proprio conLasconi. La avrebbe appoggiata al secondo turno in cambio della conferma dell’incarico. Credo che Lasconi si sbagli: pensava così di vincere, ma i sondaggi erano inquietanti”.
Così però sono ovvie le polemiche sulla democraticità di quanto sta avvenendo… “Come storico, non posso non ricordare come la Romania nacque grazie a una decisione simile. Nel 1857 ci furono infatti le elezioni per assemblee ad hoc che dovevano decidere la fusione di Valacchia e Moldavia nel nuovo stato. In Valacchia non ci furono problemi perché c’era un caimacam, principe, patriota. Ma in Moldavia regnava il principe Nicolae Vogoride: un bulgaro che voleva rimanere al potere, e che dunque truccò le elezioni. Ma Alexandru Ioan Cuza, prefetto di Galați, riuscì a mandare a Napoleone III le prove dell’imbroglio. Sembra che fosse amante della moglie di Vogoride e le prove gliele avesse passate lei, ma comunque Napoleone mostrò i documenti in un vertice con la regina Vittoria, lei ne fu impressionata, e i due imposero l’annullamento. La Romania fu salvata allora, speriamo che si salvi anche oggi”.