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i dati

“Metà dei morti a Gaza erano terroristi di Hamas”. Un rapporto inglese sui numeri manipolati

Giulio Meotti

Gran parte dei resoconti in occidente ha inquadrato questa guerra come una “guerra ai bambini palestinesi”. La strategia terrorista praticata contava fin dall’inizio su un sistema mediatico globale che si fa acritico portavoce degli inganni di Hamas

“Il numero di civili uccisi a Gaza è gonfiato per rappresentare Israele come se prendesse deliberatamente di mira civili innocenti”, sostiene un rapporto della britannica Henry Jackson Society. I ricercatori accusano il “ministero della Sanità” di Gaza, citato come unica fonte dai giornali e sotto il controllo di Hamas, di manipolare i dati sulle vittime includendo le morti naturali, non distinguendo tra civili e terroristi e sovrastimando il numero di donne e bambini. Il ministero di Gaza parla di più di 44 mila persone uccise da quando Israele ha lanciato la sua campagna militare dopo gli attacchi del 7 ottobre e afferma che il 70 per cento delle vittime sono donne e bambini. 

 

La Henry Jackson Society ha scoperto che 17 mila vittime a Gaza erano uomini di Hamas. Qualsiasi mezzo di informazione onesto riporterebbe le due cifre e farebbe la  sottrazione. Ma se è vero, come dicono i ricercatori inglesi, che a Gaza il rapporto tra vittime civili e terroristi è di uno a uno, decade l’accusa di “genocidio”.

   

Altri errori includono adulti registrati come bambini e uomini registrati come donne, aumentando artificialmente il numero di donne e bambini tra le vittime. Da aprile ad agosto di quest’anno, secondo i numeri degli ospedali di Gaza, il 45 per cento delle vittime erano uomini e il 37 per cento minori. Secondo la Henry Jackson Society, gli uomini erano il 64 per cento delle vittime e i minori il 22 per cento. Tranne che “bambini” significa sotto i 18 anni e Hamas arruola anche i minori. Significa che una parte di quel 22 per cento erano combattenti. Ci sono state più di cinquemila morti naturali in quel periodo, secondo una stima prudente elencate fra i 44 mila morti. Nessun discrimine poi tra le vittime dei bombardamenti israeliani e quelli uccisi da razzi di Hamas o durante la distribuzione di aiuti alimentari. Tra questi, il diciassettenne Ahmed Shdad Halmy Brika, ucciso da Hamas mentre cercava di procurarsi del cibo per la famiglia. Secondo il rapporto, solo il cinque per cento delle organizzazioni giornalistiche ha citato le cifre delle vittime pubblicate dalle autorità israeliane, mentre il 98 per cento, tra cui Bbc, New York Times e Cnn, ha utilizzato quelle fornite dal ministero di Hamas.

   

Due conclusioni. Se, come scrive il rapporto, c’è lo stesso numero di terroristi uccisi rispetto ai civili in un ambiente urbano con i terroristi di Hamas mischiati ai civili, il rapporto tra morti civili e combattenti a Gaza non è solo basso, ma bassissimo. In secondo luogo, gran parte dei resoconti in occidente ha inquadrato questa guerra come una “guerra ai bambini palestinesi”. La strategia terrorista praticata contava fin dall’inizio su un sistema mediatico globale che si fa acritico portavoce degli inganni di  Hamas. Ha funzionato.

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.