L'intervista
L'indagine su Georgescu raccontata da chi l'ha richiesta
Il rettore Pricopie ci spiega i fatti che hanno portato all’annullamento delle presidenziali rumene. Un avviso all’Ue: "Sappiamo che la Russia sta interferendo nella politica di molti paesi, incluso il vostro. Se oggi tocca a noi, presto può toccare a voi"
Politologo e ministro dell’Istruzione della Romania dal 2012 al 2014, Remus Pricopie è oggi il rettore dell’Università nazionale di Studi politici e Pubblica amministrazione di Bucarest. E’ stato lui a presentare il ricorso in base al quale è stato annullato il primo turno delle presidenziali della Romania, che si era tenuto il 24 novembre e che era stato vinto clamorosamente dall’outsider putiniano di estrema destra Calin Georgescu. Nei sondaggi era dato dal 4 al 7 per cento, ma ha preso il 22,9 per cento dei consensi. “In Romania abbiamo nella Costituzione disposizioni abbastanza chiare relative alle elezioni – dice al Foglio Pricopie – Alle elezioni in generale, alle elezioni presidenziali in particolare, e nelle altre consultazioni, un’autorità elettorale permanente è incaricata di verificare la legalità di ogni fase. Dopo il primo turno c’è stata la sorpresa di uno sconosciuto arrivato in testa, ma fino a questo punto non c’era niente ancora di visibilmente sbagliato. Secondo la legislazione, però, non è possibile convalidare le elezioni senza controllare i bilanci di ogni candidato o partito. E poco dopo il voto Georgescu ha dichiarato ufficialmente, a sua firma, che non aveva sostenuto nessuna spesa per la sua campagna. Già questo è apparso subito poco chiaro e persino illegale, visto che i suoi poster erano stati appesi. A quel punto si sono controllati i social, e si è visto che era stato fortemente promosso, su TikTok ma anche su Facebook, soprattutto negli ultimi tre giorni. Ma secondo la legislazione rumena la campagna finisce alla mezzanotte del venerdì. Insomma, la sua campagna era stata fatta soprattutto nei due giorni in cui sarebbe stato vietato”.
Non solo. “Sono poi arrivate altre segnalazioni di illegalità, e il Consiglio di sicurezza nazionale ha allora tenuto una riunione, al termine della quale ha deciso che non era sua competenza supervisionare le elezioni, ma lo era esaminare la questione della sicurezza. Ha dunque segnalato che la campagna di uno dei candidati era stata finanziata, sostenuta e in qualche modo gestita da entità statali, certo, al di fuori della Romania, e da alcune entità non statali. Un paio di giorni dopo sono stati desecretati documenti dei servizi, da cui risultava che a favore di Georgescu avevano agito diverse reti con sedi in Sudafrica, Russia e altri paesi, e che avevano pagato diversi influencer per promuoverlo. Era stato pagato un milione in un solo giorno dalla sola città di Brasov! Tutto ciò è illegale, e dunque sia la mia università sia io personalmente abbiamo fatto non solo dichiarazioni pubbliche, ma anche una richiesta formale alla Corte costituzionale per verificare se fosse stata violata la legge. E’ successo il 6 dicembre e anche altri soggetti si sono uniti alla richiesta. La Corte costituzionale si è riunita in maniera informale, ma poi la sessione è diventata formale. Alla fine, sulla base di tutte le informazioni che la Corte ha ricevuto dal Consiglio di sicurezza nazionale, ha deciso che le elezioni dovevano essere annullate”.
La decisione ha suscitato sorpresa e polemiche, anche all’estero. “In seguito anche i procuratori hanno iniziato a indagare. Si è così scoperta una combinazione di influenze e strumenti, e si è accertato che l’entità statale coinvolta era chiaramente la Federazione russa. Abbiamo ora molte informazioni sul fatto che molte delle persone coinvolte in questo processo sono finanziate dalla Federazione russa, o a essa collegate. Ci sono oltre un centinaio di persone indagate, compresi i movimenti estremisti che chiamiamo legionari, e che sono la versione rumena della dottrina nazista”. Sono gli eredi del movimento di Corneliu Codreanu, “di cui è illegale promuovere le idee, come in molti paesi d’Europa. La legge in proposito fu adottata 24 anni fa, ma non è stata mai applicata, malgrado varie denunce verso questi gruppi estremisti. Si è sempre preferito tollerarli, considerandoli un fenomeno marginale. Ma c’è il punto per cui, in base sempre alla legge elettorale, chi si candida a presidente avrebbe diritto alla protezione dei servizi. Georgescu ha rifiutato, e poi si è scoperto che si era affidato a una struttura paramilitare russa collegata alla Wagner. Insomma, il voto è stato annullato perché Georgescu aveva commesso illegalità a catena. Non è qualcosa di cui un paese democratico possa andare particolarmente orgoglioso, ma abbiamo applicato la legge”.
Elena Lasconi, la candidata liberale arrivata al ballottaggio, ha però protestato per l’annullamento del voto. “Sì, a caldo ha protestato. Ma il suo partito invece ha accettato la decisione, e dopo un paio d’ore anche lei si è convinta. Ha avuto una reazione umana istintiva, ma dopo aver consultato il suo partito ha cambiato posizione”. E ci sono le perplessità internazionali. “Lo stato di diritto si applica in un contesto positivo, ma anche in un contesto negativo. Ed è un contesto negativo quando la Romania viene attaccata dalla Russia nel giorno delle elezioni. Sappiamo che la Russia sta interferendo nella politica di molti paesi, incluso il vostro. Sappiamo che è stata anche decisiva per la Brexit. Se oggi tocca a noi, presto può toccare a voi. Qualcosa del genere peraltro in Romania è già successo, nel 1945. Allora non c’era TikTok, ma per ordine di Stalin si fece in un modo più semplice ancora, semplicemente falsificando i risultati. Ricorderete che Dmitri Medevedev un paio di mesi fa ha rivendicato: segretamente o pubblicamente, sosteniamo i politici patriottici in tutti i paesi occidentali. Per politici patriottici, intende questi estremisti che cercano di influenzare le decisioni del Parlamento rumeno o del vostro paese o di altri paesi europei. Cosa significa? Ciò significa che noi, come paesi europei, della Nato e democratici, dobbiamo imparare a proteggere le nostre democrazie da forme di ppa ostili nei giorni delle elezioni. Peraltro Georgescu è pure uno che ha detto di aver lavorato per le Nazioni Unite, mentendo. Anzi: ha detto che mentre guidava un team delle Nazioni Unite ha incontrato entità extraterrestri e ha negoziato con loro. Peraltro la legislazione rumena è molto chiara nel controllo della salute mentale del presidente in carica, ma non ha alcuna disposizione per chi si candida per la carica di presidente. Anche qua ci sarà forse da rivedere qualcosa”.