(foto EPA)

bruxelles

Zelensky chiede conto all'Ue di tutti gli aiuti promessi e non dati. Le garanzie possibili

David Carretta

"Non ci faremo spingere verso un burrone", ha detto il presidente ucraino ai partner europei. Che nel Consiglio europeo ha escluso la possibilità di una resa

Bruxelles. Volodymyr Zelensky non ha intenzione di accettare una resa, ha meno paura di Donald Trump dei suoi alleati europei e ha approfittato del Consiglio europeo di oggi per dire loro che è arrivato il momento di essere seri per aiutare l’Ucraina a prevalere nella guerra di aggressione lanciata dalla Russia. “La questione non è di spingerci verso la pace”, ha detto il presidente ucraino, dopo due giorni di incontri con i leader della Nato e dell’Ue: “Non ci faremo spingere verso un burrone”. Zelensky ha definito Putin un “pazzo” a cui “piace uccidere”, spera di avere Trump al suo fianco e chiede all’Ue di mantenere le promesse su armi e garanzie di sicurezza per metterlo in una posizione di forza in caso di negoziati.

 

“Welcome Donald”, ha detto Zelensky ai giornalisti che gli chiedevano quali fossero i suoi sentimenti in vista del 20 gennaio 2025. “Stiamo aspettando l’inaugurazione del nuovo presidente, Donald Trump. E vorremmo iniziare ad avere un piano serio su come fermare Putin”. Con gli europei Zelensky ha parlato di aiuti militari e garanzie di sicurezza, di promesse non mantenute e di impegni futuri che rischiano di fare la stessa fine. Il presidente ucraino ha mostrato tutta la sua esasperazione raccontando che un anno fa gli era stato promesso di addestrare ed equipaggiare 12-14 brigate e “oggi abbiamo solo una brigata che è stata addestrata in Francia e solo una brigata che stanno addestrando ora in Germania”. E’ tornato a chiedere munizioni, caccia F-16 e batterie di difesa aerea, che sono state più volte garantiti e che non sono stati ancora forniti. Quanto al futuro, Zelensky ha detto di sostenere l’iniziativa di Emmanuel Macron per avere soldati europei sul terreno in Ucraina con la funzione di deterrente da ulteriori aggressioni russe in caso di cessate il fuoco. “Ma dobbiamo avere tutti i dettagli su questa contingente militare”, ha aggiunto il presidente ucraino. “La cosa più importante è che non sia solo una questione artificiale buttata lì. Dobbiamo avere un meccanismo concreto” e sapere “cosa faranno (i soldati europei) se la Russia attacca”. Un conflitto congelato è inaccettabile per Zelensky. “Sono contro queste due parole: cessate il fuoco”, ha spiegato. “Immaginate per esempio che abbiamo un cessate il fuoco. Tutti sono contenti. Cessate il fuoco! E poi immaginate che Putin ritorna due mesi dopo, o sei mesi dopo, in un anno o due anni”. Delle promesse europee Zelensky non si fida più. “Credo che solo le garanzie (di sicurezza) europee non saranno sufficienti per l’Ucraina (...). E’ molto importante per noi avere entrambi a bordo, gli Stati Uniti e gli europei”.

 

Dall’altra parte del tavolo, gli europei sono tornati a promettere di sostenere l’Ucraina per metterla in posizione di forza: più aiuti militari, più sanzioni contro la Russia, più risorse finanziarie. Alcuni leader, in particolare dei paesi baltici e nordici, hanno adottato la retorica di Trump sulla “pace attraverso la forza”. Sono convinti che il presidente eletto si scontrerà con la realtà di un Putin che accetterà solo la capitolazione dell’Ucraina. Nel loro scenario ottimista, di fronte all’umiliazione, il presidente eletto deciderà di infliggere una punizione al suo omologo russo. Altri leader, invece, temono che Trump abbandoni Kyiv a sé stessa, se non addirittura la Nato, facendo uscire gli Stati Uniti dall’Alleanza atlantica. La linea su cui è stato trovato un compromesso è di aspettare e vedere. “Non è il momento di fare congetture su cosa farà Trump”, spiega al Foglio un diplomatico a conoscenza delle discussioni tra i leader al Consiglio europeo. “La nostra responsabilità è di essere pronti a fare di più per l’Ucraina” e “prepararci a qualsiasi possibilità”. L’Ue non è nemmeno pronta a sbilanciarsi su un contingente militare europeo come garanzia di sicurezza. “E’ troppo presto”, dice il diplomatico. “Prima bisogna definire cosa è la vittoria, e questo tocca agli ucraini, e poi i parametri della pace”. In realtà, garanzie di sicurezza fornite da un gruppo di paesi europei, che potrebbero portarli in guerra con la Russia in caso di nuovo attacco contro l’Ucraina, rischiano di non funzionare se gli Stati Uniti non sono pronti a correre in loro soccorso. In ogni caso, Zelensky non è pronto alla resa. Il presidente ucraino ha negato un possibile accordo a Istanbul nel 2022, definendolo come una versione appena modificata dell’ultimatum lanciato dalla Russia all’inizio della guerra. “Penso che Putin sia pazzo. Davvero. Credo che anche lui pensi di essere pazzo. Prova piacere a uccidere”, ha detto il presidente ucraino, e su X, ha commentato il presidente russo che ha definito “interessante” un “duello ad alta tecnologia” contro Kyiv: “La gente muore e lui lo trova interessante, testa di cazzo”.

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