Zourabichvili punta il dito contro l'Ue: su Tbilisi “non è stata all'altezza”
“Se l’Europa non può esercitare il suo potere su un paese di 3,7 milioni di abitanti, come può aspettarsi di competere con i giganti del 21esimo secolo?”, dice la presidente della Georgia. Una domanda che riguarda anche l'Ucraina, il cui leader Zelensky questa mattina vedrà tutti i leader in apertura del Consiglio europeo
Bruxelles. Salomé Zourabichvili, la presidente della Georgia, ieri ha messo a nudo l’impotenza dell’Ue di fronte alle crisi nel suo vicinato, nel momento in cui i capi di stato e di governo si stavano per riunire in un summit con i paesi dei Balcani occidentali e si preparavano a discutere della strategia da seguire sull’Ucraina. Di fronte ai manifestanti georgiani che da tre settimane difendono il futuro europeo del paese, “se siamo onesti, l’Europa non è stata all’altezza del momento”, ha detto Zourabichvili davanti al Parlamento europeo: “E’ rimasta a metà strada. Mentre i georgiani hanno combattuto giorno e notte, l’Europa è stata lenta a reagire e agire”.
Zourabichvili, il cui mandato scade il 29 dicembre, si è schierata con i manifestanti pro europei e contro il governo di Sogno georgiano nel conflitto che si è aperto dopo le elezioni del 26 ottobre, la cui legittimità non è riconosciuta dall’opposizione per le frodi. L’annuncio del primo ministro, Irakli Kobakhidze, di voler interrompere il processo di adesione all’Ue, ha innescato nuove proteste di massa che durano da 21 giorni. Nel frattempo il Parlamento ha nominato l’ex calciatore di estrema destra e pro russo, Mikheïl Kavelashvili, come nuovo presidente. A causa del veto di Ungheria e Slovacchia, l’Ue non è riuscita ad adottare sanzioni contro i responsabili della repressione. Inoltre non ha voluto contestare la legittimità delle elezioni che hanno confermato Sogno georgiano al potere. Secondo Zourabichvili, nuove elezioni libere e corrette sono la sola via d’uscita alla crisi. Lei promette di restare alla presidenza fino a quando non saranno convocate, ma a giorni perderà l’immunità e potrebbe essere arrestata. “Dovete usare le vostre leve”, ha spiegato la presidente georgiana: “Se l’Europa non può esercitare il suo potere su un paese di 3,7 milioni di abitanti, come può aspettarsi di competere con i giganti del 21esimo secolo?”.
La domanda disperata di Zourabichvili riguarda la Georgia, ma anche l’Ucraina. Su Bruxelles soffia un vento di confusione e panico nel momento in cui Trump sta per tornare alla Casa Bianca promettendo di mettere fine alla guerra in 24 ore imponendo un accordo di cessate il fuoco. L’Ue è in grado di fare da sola senza gli Stati Uniti? Quali garanzie di sicurezza può fornire all’Ucraina in caso di cessate il fuoco? Volodymyr Zelensky ieri era a Bruxelles, dove ha incontrato il presidente francese, Emmanuel Macron, e un gruppo ristretto di leader convocati dal segretario generale della Nato, Mark Rutte. Ma tra il polacco Donald Tusk, il tedesco Olaf Scholz, l’italiano Giorgia Meloni e Mette Frederiksen (in rappresentanza dei nordici e dei baltici) ci sono idee molto diverse su come procedere. Macron e Tusk stanno cercando di mettere in piedi una coalizione di volenterosi, ma ciascuno con le proprie priorità: Macron le garanzie di sicurezza per l’Ucraina, Tusk il sostegno militare a Kyiv e mantenere gli Stati Uniti impegnati nella difesa della Polonia. La politica interna ha un suo peso. Tusk non vuole spaventare i suoi cittadini prima delle presidenziali della prossima primavera. Scholz sta facendo campagna elettorale presentandosi come il cancelliere prudente che non vuole l’escalation. Soldati sul terreno come deterrente per scoraggiare nuove aggressioni della Russia? Scholz è contrario. Colpire in profondità la Russia? Germania e Italia sono contrarie. Zelensky questa mattina vedrà tutti i leader in apertura del Consiglio europeo. “Rafforzare l’Ucraina in questo momento non è solo un imperativo morale, è anche un imperativo strategico”, ha detto Ursula von der Leyen. L’Ue si sente rassicurata dal fatto che sono stati messi al sicuro i fondi per l’Ucraina fino all’autunno del 2025, compresi quelli per gli acquisti delle armi. Ma non vuole avventurarsi nel dibattito su come pianificare la reazioni alle possibili mosse di Trump. “Quello che potrebbe accadere non lo sappiamo”, spiega al Foglio un diplomatico europeo.
L’Ue e i suoi stati membri sono lungi dall’aver fatto “tutto quanto necessario” per impedire alla Russia di prevalere. Nei tre anni di guerra hanno speso poco più dello 0,1 per cento del pil in aiuti militari a Kyiv. Per la Georgia, Zourabischvili ha chiesto sostegno politico ai manifestanti pro europei, sanzioni contro i responsabili della repressione, l’approccio per la richiesta di nuove elezioni. “La Georgia vincerà questa battaglia. Difenderà la sua libertà, democrazia e il futuro europeo”, ha detto Zourabichvili.