Sfide e aspettative
Cosa cambia davvero per Kyiv nel 2025: Trump, droni, aiuti europei
Dalle trattative con Trumo al ruolo dell'Europa per un sistema di sicurezza europea. Fatti, obiettivi e speranza per il nuovo anno non riguardano solo i negoziati con Mosca. Una guida dall’Ucraina
Kyiv. Per l’Ucraina, il 2024 è stato un anno di grande incertezza associata alla politica interna americana. Molto dipendeva dal voto del Congresso per stanziare o meno aiuti militari a Kyiv, e da chi avrebbe vinto le elezioni presidenziali americane. L’Ucraina del 2025 conosce le risposte a queste domande, ma continua a non avere certezze. Durante la campagna elettorale, Donald Trump ha promesso di porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina in 24 ore. Dopo aver vinto le elezioni, ha deciso rapidamente quali membri della sua squadra avrebbero preparato i negoziati per porre fine alla guerra. Il generale in pensione Keith Kellogg sarà il rappresentante speciale degli Stati Uniti per Ucraina e Russia e visiterà Kyiv anche prima dell’insediamento di Trump. Ma nonostante queste dichiarazioni e misure, non si sa ancora quale sia esattamente il piano di Trump e come intende fare pressione sul presidente russo Vladimir Putin, che non ha cambiato i suoi obiettivi e vuole occupare sempre più territorio in Ucraina.
La squadra del presidente ucraino Volodymyr Zelensky non vede ancora alcuna prospettiva immediata per i negoziati tra Ucraina e Russia. “I russi accumulano costantemente missili e armi per nuovi attacchi. Non mostrano segni di disponibilità a porre fine alla guerra”, ha dichiarato il 30 dicembre Andri Yermak, capo dell’ufficio presidenziale. Trump non ha ancora presentato l suo piano per porre fine alla guerra. Nel frattempo però il Foglio, con l’aiuto di esperti, ha fatto il punto sui risultati dell'anno in Ucraina, che hanno influenzato la situazione al fronte, e ha stilato un elenco delle aspettative per il 2025 appena iniziato.
2024: attacchi energetici, operazione Kursk e i primi F-16
Solo il 20 aprile 2024, dopo lunghi dibattiti politici durati più di sei mesi, la Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha votato per stanziare un pacchetto di aiuti all’Ucraina del valore di quasi 61 miliardi di dollari. La Russia ha approfittato di questo lungo ritardo preparando una grande offensiva contro l’Ucraina orientale. Allo stesso tempo, sono iniziati attacchi regolari alle infrastrutture energetiche. Per garantire la vita, le persone hanno acquistato candele, stazioni di ricarica, power bank e generatori. Mentre l’America era in dubbio, i partner europei hanno iniziato ad aumentare il loro contributo. Per esempio, nel febbraio 2024, il presidente ceco Petr Pavel ha annunciato che il suo paese aveva trovato l’opportunità di acquistare 800mila proiettili per l’Ucraina; a luglio, la Danimarca ha pagato la produzione ucraina di 18 obici semoventi Bogdan.
Il principale cambiamento di personale dell’anno a Kyiv sono state le dimissioni del comandante in capo delle Forze armate ucraine Valery Zaluzhny, ora ambasciatore nel Regno Unito. Da febbraio l’esercito ucraino è guidato da Oleksandr Syrsky. Sotto la sua guida, le Forze armate hanno trasferito per la prima volta le operazioni di combattimento in territorio nemico, lanciando in estate l’operazione Kursk e conquistando le zone di confine della Russia. Invece di spostare le sue riserve dal Donbass, per proteggere la regione attaccata la Russia ha portato combattenti dalla Corea del nord. Ora questo paese aiuta Putin non solo con i missili, ma anche con le persone.
Nel frattempo, l’esercito russo ha lanciato un attacco contro diverse città della regione di Donetsk: Vuhledar, Kurakhove, Chasiv Yar, Toretsk, Pokrovsk. Nel 2024, secondo gli analisti del progetto UA War Infographics, Mosca occupava 2.800 chilometri quadrati, e si sta avvicinando ai confini della regione di Dnepropetrovsk.
Nel 2024, la difesa dei cieli ucraini è stata finalmente rafforzata dai primi F-16, aerei di fabbricazione americana trasferiti in Ucraina dalla Danimarca e dai Paesi Bassi. La Russia ha utilizzato sempre più bombe guidate per colpire i territori di prima linea. E a novembre ha utilizzato per la prima volta il nuovo missile balistico Oreshnik per colpire Dnipro. L’Ucraina, a sua volta, ha iniziato a bombardare più attivamente obiettivi militari sul territorio russo, come aeroporti militari e depositi di munizioni. Nel mese di novembre ha ricevuto il tanto atteso permesso di utilizzare i missili balistici americani Atacms sul territorio russo, ma non è bastato per stabilizzare la situazione al fronte. Le debolezze sono causate da fattori esterni associati alla limitata assistenza estera, ma anche da problemi interni: mobilitazione di massa tardiva, gestione caotica delle truppe ucraine, scarso coordinamento tra le unità. “Senza superare questi problemi, sarà difficile per noi contare su cambiamenti positivi nella situazione militare nel 2025”, dice al Foglio il politologo Volodymyr Fesenko.
2025: trattative con Trump, coalizione dei volenterosi, attacchi con droni alla Russia
La possibilità che Ucraina e Russia si siedano al tavolo delle trattative nel 2025 è ancora piccola, gli esperti ne sono sicuri, con Trump si negozierà. “Dopo l’insediamento, le sue iniziative di pace si intensificheranno sicuramente. Ma il problema è che lo stile preferito di Putin è quello di esercitare pressione sui negoziati con mezzi militari”, ricorda Fesenko. Lo ha fatto sia nel 2014 che nel 2022. Anche se Putin ritiene di stare vincendo la guerra, è improbabile che sia pronto a scendere a compromessi. L’Ucraina insiste sul fatto che deve essere in una posizione forte prima di avviare qualsiasi negoziato per porre fine alla guerra. Un invito politico ad aderire alla Nato potrebbe contribuire. Ma gli Stati Uniti e la Germania, i paesi che aiutano maggiormente l’Ucraina, non sono pronti per questo passo, e Kyiv non ha ancora altre “carte vincenti” per negoziare. “Pertanto, il compito principale del prossimo anno non saranno nemmeno i negoziati, ma la stabilizzazione della situazione al fronte e il rafforzamento della posizione ucraina”, sottolinea Fesenko.
“Nel 2025, l’Ucraina continuerà a sviluppare il proprio complesso militare-industriale”, ne è sicuro lo scienziato di ricognizione aerea Igor Lutsenko. I droni ucraini saranno in grado di intercettare gli Shahed iraniani e gli analoghi del drone russo Lancet, e verranno utilizzati anche missili di fabbricazione ucraina. “I droni ucraini voleranno per mille chilometri nel territorio russo e oltre”, dice il politologo Mykola Davydyuk. Continuerà anche il rafforzamento del trasporto aereo, per esempio, la Francia trasferirà 6 caccia Mirage 2000-5F all’Ucraina. Ma anche la riduzione dell’assistenza militare americana è uno scenario del tutto realistico.
L’Europa non sarà in grado di compensarlo completamente anche se il suo ruolo nel sostenere l’Ucraina aumenterà. Particolarmente importanti per Kyiv nel 2025 saranno le elezioni parlamentari in Germania e l’arrivo di un nuovo cancelliere. Leader europei come Viktor Orbán, primo ministro ungherese e Robert Fico, primo ministro slovacco, continueranno a insistere sul dialogo con Putin, nascondendosi dietro interessi economici, “ma in occidente – prevede Davydyuk – potrebbe formarsi anche una coalizione dei volenterosi, composta da paesi europei pronti a sostenere l’Ucraina attraverso un nuovo sistema di sicurezza europea”.
La metà degli ucraini vuole una rapida fine della guerra già quest’anno. Queste aspettative derivano dall’ascesa al potere di Trump e dalla sua risolutezza. “Ma la gente teme anche che l’Ucraina sarà costretta ad una pace ingiusta”, conclude Fesenko.
verso il nuovo governo