EDITORIALI
L'Ue ha sei mesi per cambiare la guerra
La Polonia prende la guida del semestre europeo dopo il caos orbaniano. Tra le sfide principali quelle relative alla sicurezza e alla crisi ucraina. Bruxelles dovrà anche prendere le misure con la nuova Amministrazione Trump
È finito il semestre europeo dell’Ungheria, che Viktor Orbán ha usato per interessi personali, fughe in Russia, in Cina, in Georgia per legittimare un’elezione con molte accuse di brogli, sempre portandosi dietro la bandiera dell’Unione europea. Bruxelles si è sgolata per puntualizzare, sottolineare che tutti i viaggi e le iniziative del premier ungherese erano personali e senza nessuna legittimazione da parte dell’Ue, ma Orbán è abile a giocare con le zone d’ombra e sapeva che certe visite, spesso dipinte come “missioni di pace”, durante il semestre europeo dell’Ungheria, avevano un valore in più. Ha trollato gli europei, che si sono fatti trollare pensando che tanto i sei mesi prima o poi sarebbero finiti. La sua presidenza si è distinta anche per inefficienza: un eurodeputato tedesco ha detto a Politico che Budapest ha lasciato molti dossier incompiuti, un numero mai registrato prima.
Adesso tocca alla Polonia subentrare e a Varsavia non servirà neppure troppo impegno per brillare dopo il disastro ungherese, sarà però un semestre complicato in cui Bruxelles dovrà anche prendere le misure con la nuova Amministrazione Trump che si insedierà il 20 gennaio. La presidenza polacca ha messo tra le sfide principali quelle relative alla sicurezza e quindi la gestione della guerra in Ucraina e, con il ritorno di Trump, l’Ue può trovare un ottimo rappresentante nel governo di Varsavia che ha fatto esattamente quello che il presidente eletto chiede ai paesi della Nato: spendere tanto per la propria difesa. Il premier polacco Donald Tusk è tra quei leader convinti che l’Europa debba dimostrare di essere in grado di gestire la propria sicurezza e che invitano a risolvere la guerra di Mosca contro Kyiv facendo in modo che siano soprattutto gli europei a dare garanzie all’Ucraina per il futuro. Sarà un semestre importante, a Tusk tocca rimettere ordine dopo il caos orbaniano, gli europei tirano un sospiro di sollievo, ma questi sono i mesi delle scelte difficili.