il filo del terrore

L'America cerca una strategia dopo New Orleans e Las Vegas

Giulio Silvano

A Capodanno un attentato jihadista insanguina Bourbon Street mentre un Cybertruck Tesla esplode davanti al Trump Hotel. L’Fbi indaga sui possibili legami tra i due eventi

New Orleans, molto più di altre città americane, ha qualcosa di europeo, saranno i beignets del Café du Monde, quei rimasugli di francese napoleonico, o quella movida tra blues e jazz, Sazerac e bloody mary alla creola. Su Bourbon street la festa non finisce mai. E infatti tre ore dopo la mezzanotte di capodanno c’era ancora molta gente a celebrare il 2025 quando il pick-up bianco di Shamsud-din Jabbar ha accelerato colpendo la folla. L’uomo poi è sceso imbracciando un fucile e ha iniziato a sparare. E’ stato ucciso da alcuni poliziotti in servizio. Le persone ammazzate dal texano 42enne convertito all’Islam sono quattordici. Poi ci sono trentacinque feriti, e gli ospedali fanno sapere con amarezza che i numeri dei decessi potrebbero aumentare nei prossimi giorni vista la gravità di alcune lesioni. Si tratta di un atto premeditato, e ci sarebbe un legame con l’Isis anche nella modalità usata sempre più di frequente, soprattutto in Europa, cioè quella dell’auto come ariete.  

   

Nell’area intorno a Bourbon Street sono state trovate almeno due piccole bombe che non sono scoppiate, ordigni casalinghi, tubi pieni di chiodi ed esplosivo che potevano esser detonati a distanza. L’Fbi indaga e se all’inizio ha cercato eventuali complici di Jabbar, ieri gli agenti federali hanno dichiarato che si è trattato dell’attacco di un singolo

    
La bandiera dell’Isis trovata nell’auto di Jabbar, insieme ad altri ordigni improvvisati e armi, è la prova principale della matrice islamica dell’attentato. Secondo gli agenti dell’antiterrorismo Jabbar avrebbe aderito all’Isis e in un video avrebbe spiegato che ha deciso di attaccare le persone in pubblico solo perché un’azione violenta contro i suoi familiari – il piano originale era uccidere l’ex moglie e altri – non avrebbe mostrato la “lotta tra i credenti e miscredenti”. Il presidente Joe Biden da Camp David ha detto: “Poche ore prima il sospettato aveva postato video ispirati allo Stato islamico”. In conferenza stampa Biden ha anche voluto far sapere che Jabbar era di nazionalità americana e non qualcuno partito due giorni prima dal Messico, come aveva riportato Fox News, storia sostenuta da Donald J Trump come conferma della sua retorica anti immigrazione. Ma anche dopo la conferma dell’americanità di Jabbar, che è anche un veterano dell’esercito statunitense (nelle risorse umane e poi reparto informatico), Trump ha continuato ad attaccare sui social “la politica ‘confini aperti’ di Biden” che permette al “terrorismo islamico radicale e ad altre forme di crimini violenti” di prosperare. 

  
A sette ore di distanza dall’attacco di New Orleans un cybertruck della Tesla, modello di furgone elettrico dell’azienda di Elon Musk, è esploso davanti all’ingresso del Trump International Hotel di Las Vegas. Il rapporto di vicinanza tra i due – Musk sembra essersi trasferito a Mar-a-Lago – e il futuro ruolo del mega miliardario nel governo fanno pensare a un attacco di natura politica. Si parla di un morto – l’uomo alla guida, il veterano 37enne Matthew Livelsberger  –  e 7 feriti. I vetri della porta dell’albergo sono rimasti intatti. Il bagagliaio era pieno di bombole di gas e di fuochi d’artificio. Una task force sta cercando di determinare se si è trattato di terrorismo. La moglie di Livelsberger lo cercava da due giorni. Unirebbe i due eventi – New Orleans e Las Vegas – il fatto che sia il pick-up bianco che il cybertruck fossero stati presi a noleggio su Turo, una sorta di AirBnb delle auto in affitto, ma poco altro. Polizia e agenti federali stanno ancora investigando per cercare un legame tra i due eventi. Un canale televisivo avrebbe scoperto che i due, Jabbar e Livelsberger, avrebbero servito nella stessa base militare per un certo periodo, ma per ora le autorità avvertono di restare cauti nel creare connessioni sui due attacchi dando vita a teorie fantasiose.

 

A pochi passi dal Campidoglio un uomo è stato arrestato perché è salito con l’auto sul marciapiedi, ma si trattava solo di disattenzione. Gli agenti dell’anti terrorismo nel frattempo hanno recuperato tre telefoni cellulari e due computer nell’abitazione di Jabbar che potrebbero aiutare nell’investigazione. Ieri pomeriggio il governatore della Louisiana ha voluto aggiornare sul caso di Bourbon street e ha voluto garantire che la città è pronta per ospitare grossi eventi, come la finale di football, la partita più seguita del paese. Biden ha promesso che “lo spirito di New Orleans non verrà mai e poi mai sconfitto”. 

Di più su questi argomenti: