Perché Teheran adesso cambia versione su Abedini

Dopo la visita a Trump, Meloni incontrerà anche Biden a Roma e il governo cerca una triangolazione con gli Stati Uniti per liberare la nostra giornalista dal carcere di Evin. Teheran risponde con più pressione e minacce

Il portavoce del ministero degli Esteri iraniano oggi ha contraddetto la nota diffusa dall’ambasciata iraniana a Roma soltanto la scorsa settimana. Da Roma, l’ambasciatore Mohammad Reza Sabouri aveva legato l’arresto di Cecilia Sala a quello avvenuto il 16 dicembre a Milano dell’ingegnere iraniano Mohammad Abedini. Ora da Teheran invece è arrivata la notizia dal ministero degli Esteri che i due casi non sono correlati, e che su Sala è stata “aperta un’inchiesta” per “aver violato le leggi della Repubblica islamica dell’Iran”. Prosegue il portavoce del ministero Esmail Baghaei: “La comunicazione degli ultimi sviluppi e i dettagli riguardo al caso Sala spetta al portavoce della magistratura”, che solo una settimana fa in conferenza stampa, però, negava di avere informazioni su una giornalista italiana arrestata a Teheran.

Nei giorni scorsi l’Iran, con comunicati molto aggressivi, aveva suggerito all’Italia di ignorare le richieste americane. L’arresto di Abedini è avvenuto su richiesta di Washington e il cambiamento di retorica coincide con la vista della presidente del Consiglio Giorgia Meloni a Mar-a-Lago, nella residenza del  presidente eletto Trump. Nei prossimi giorni, Meloni incontrerà anche Joe Biden a Roma e il governo cerca una triangolazione con gli Stati Uniti per liberare Sala dal carcere di Evin. Teheran risponde con più pressione e minacce, lasciando intendere che ha (può fabbricare) un’inchiesta sulla giornalista indipendentemente dalle sorti di Abedini. 

Di più su questi argomenti: