7 gennaio 2015

Dieci anni dalla strage a Charlie Hebdo, la voglia di ridere “non sparirà”

Mauro Zanon

Una risata contro il terrore. Il settimanale celebra le vittime del 2015 con un numero speciale e rilancia la libertà di espressione e di satira. Cerimonie e iniziative a Parigi per ricordare le vittime

“La voglia di ridere non sparirà mai”, ha scritto oggi Riss, direttore di Charlie Hebdo, nel numero speciale che commemora, dieci anni dopo, le vittime dell’attentato jihadista che decimò la redazione del settimanale satirico francese. “La satira possiede una virtù che ci ha aiutato a superare questi anni tragici: l’ottimismo. Se abbiamo voglia di ridere, abbiamo voglia di vivere. La risata, l’ironia, la caricatura sono segni di ottimismo”, sottolinea Riss, pseudonimo di Laurent Sourisseau. Era il 7 gennaio 2015 quando i fratelli Chérif e Said Kouachi fecero irruzione nella sede di Charlie “per vendicare il profeta”, e al grido di “Allah akbar” assassinarono dodici persone, tra cui il direttore, Charb, e due leggende della caricatura francese come Cabu e Wolinski. L’attacco fu il primo di una lunga serie, di un “annus horribilis” che continuò con la strage del Bataclan, e aprì una stagione del terrore che non si è ancora conclusa, come ha ricordato ieri il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, in un incontro all’Eliseo con gli ambasciatori. “Sappiamo che il terrorismo è un rischio che resta predominante nelle nostre società, non bisogna abbassare la guardia ed è necessaria una vigilanza collettiva”, ha detto Macron davanti ai diplomatici francesi, prima di aggiungere: “Non deve esserci alcuna tregua nella lotta contro il terrorismo”.

 

Il numero speciale di Charlie Hebdo ruota attorno al tema “Ridere di Dio”, attraverso quaranta caricature selezionate nell’ambito di un concorso internazionale. In copertina, sotto il titolo “Incrévable” – indistruttibile, che non può morire – un lettore seduto su un fucile d’assalto legge, sorridente, questo numero storico. “Oggi i valori di Charlie Hebdo, come l’umorismo, la satira, la libertà di espressione, l’ecologia, la laicità e il femminismo, solo per citarne alcuni, non sono mai stati così messi in discussione. Forse perché la democrazia stessa si trova minacciata da nuove forze oscurantiste”, afferma Riss. Gli attentati del 7, ma anche quelli meno ricordati dell’8 e del 9 gennaio 2015 – il giorno dopo Charlie, un terrorista islamico di origini maliane, Amedy Coulibaly, uccise a Montrouge una poliziotta ventisettenne, Clarissa Jean-Philippe, e il 9, al supermercato kosher Hyper Cacher di Porte de Vincennes, assassinò quattro francesi di confessione ebraica, evidenziando che si trattava di un attacco a sfondo antisemita – hanno segnato per sempre la Francia. Perché, come ha scritto il Monde nel suo editoriale di ieri, è stato preso di mira un “doppio patrimonio, che non ha prezzo: la libertà d’espressione e il diritto degli ebrei francesi di vivere in pace nel loro paese”.

 

Nella sua edizione speciale, Charlie pubblica anche i risultati di un sondaggio dell’istituto Ifop condotto per la Fondation Jean-Jaurès nel giugno 2024, da cui risulta che il 76 per cento dei francesi ritiene che “la libertà di espressione sia un diritto fondamentale” e che “la libertà di disegnare caricature sia una di queste”. Il 62 per cento degli intervistati, inoltre, si è detto favorevole al “diritto di criticare in modo oltraggioso un credo, un simbolo o un dogma religioso”.

 

Alle 11.30 di oggi, è prevista una cerimonia di commemorazione cui parteciperanno tra gli altri il presidente Macron, la maggior parte dei ministri e la sindaca di Parigi, Anne Hidalgo. Inizierà al 10 di rue Nicolas Appert, indirizzo dell’ex sede di Charlie, e si concluderà al 23 di avenue de la Porte de Vincennes, per rendere omaggio alle vittime dell’attentato dell’Hyper Cacher. Secondo quanto rivelato dal Figaro, la ministra della Cultura, Rachida Dati, potrebbe annunciare prossimamente la creazione della Maison du dessin de presse, un museo dedicato alla satira e alla caricatura che vedrà la luce nella capitale francese. L’inizio dei lavori è previsto per fine 2025, per un’apertura al pubblico nel 2027. Era un desiderio di Georges Wolinski, una delle matite geniali di Charlie, bastione dello spirito libertario di Parigi.