L'ultima Ramstein

Zelensky mobilita gli alleati europei prima del ritorno di Trump. Ecco che cosa ha chiesto a Meloni

David Carretta

A 11 giorni dall'insediamento alla Casa Bianca del tycoon il presidente ucraino incontra la coalizione dei paesi che sostiene Kyiv, poi atterra a Roma. La richiesta di una forza militare europea

Bruxelles. Volodymyr Zelensky ha usato l’ultima riunione della “coalizione Ramstein” sotto l’Amministrazione Biden per cercare di rimobilitare gli alleati a sostegno dell’Ucraina, nel momento in cui gli europei – con l’eccezione di Giorgia Meloni – tremano di fronte al ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. Il presidente eletto degli Stati Uniti sembra volersi dare più tempo di 24 ore per porre fine alla guerra. Il suo inviato speciale per l’Ucraina, Keith Kellogg, ha indicato una scadenza di “100 giorni”. Lo stesso Trump a inizio settimana ha accennato a “sei mesi” come obiettivo realistico. Ma, sempre che Vladimir Putin accetti di negoziare, i parametri di un cessate il fuoco sostenibile per Zelensky non cambiano. Il presidente ucraino ha bisogno di solide garanzie di sicurezza per assicurarsi che non ci sarà una nuova aggressione da parte della Russia.

 
“Il nostro obiettivo è di trovare il maggior numero di strumenti possibile per costringere la Russia alla pace”, ha detto Zelensky: “Credo che il dispiegamento di contingenti di partner sia uno degli strumenti migliori”. A dicembre, dopo le discussioni con il presidente ucraino e Trump, il presidente francese, Emmanuel Macron, aveva cercato di mettere in piedi una coalizione di volenterosi. Ma la sua iniziativa era fallita a causa delle resistenze degli altri leader europei. Zelensky, che ieri sera è arrivato a Roma e ha incontrato Meloni (oggi vedrà Sergio Mattarella), ha chiesto a Ramstein di essere “pratici” per “rendere possibile” la presenza di soldati europei in Ucraina con funzione di deterrenza.

La “coalizione Ramstein” (formalmente chiamata “Gruppo di contatto per la difesa dell’Ucraina) è formata da una cinquantina di paesi che, dall’inizio della guerra di aggressione della Russia, forniscono armi a Kyiv. Il segretario alla Difesa uscente, Lloyd J. Austin III, ha convocato gli alleati sulla base americana in Germania per chiedere impegni per creare una forza di deterrenza credibile fino al 2027: aerei, mezzi corazzati, artiglieria, sminamento, droni, difesa aerea e missilistica integrata, tecnologia informatica e sicurezza marittima. L’obiettivo è di “consentire ai donatori di pianificare e supportare l’Ucraina in modo sostenibile nel futuro”, ha spiegato un funzionario del Pentagono. In valigia Austin III si è portato l’ultimo pacchetto di aiuti militari dell’Amministrazione Biden: 500 milioni di dollari per “missili aggiuntivi per la difesa aerea ucraina, munizioni aggiuntive ed altro equipaggiamento per gli F16 ucraini”. 

La grande domanda ieri era se il gruppo di Ramstein sopravviverà a Trump. “La coalizione che sostiene l’Ucraina non deve vacillare. Non deve indebolirsi. E non deve fallire”, ha avvertito Austin III. Ma i suoi consiglieri e gli europei non sono rassicuranti. “Non posso parlare di ciò che la nuova Amministrazione deciderà sul suo ruolo, ma sono molto fiducioso dell’impegno europeo”, ha spiegato il funzionario del Pentagono. Il ministro tedesco della Difesa, Boris Pistorius, ha detto che il formato potrebbe cambiare se Trump deciderà di ritirarsi. L’Alto rappresentante, Kaja Kallas, ha assicurato che l’Ue è “pronta a subentrare a questa leadership se gli Stati Uniti non vogliono farlo”. Ma, secondo il suo predecessore Josep Borrell, l’Ue non è in grado di “riempire il vuoto” di Washington.

 

Eppure Zelensky e Meloni sono convinti che Trump continuerà a sostenere l’Ucraina. Il presidente ucraino ha aderito al concetto di “pace attraverso la forza” e invita gli europei a fare altrettanto. “E’ chiaro che si sta aprendo un nuovo capitolo per l’Europa e per il mondo intero. Tra soli 11 giorni”, detto Zelensky, chiedendo agli europei di mantenere le promesse sugli aiuti militari: “Più mostriamo determinazione nel difendere i nostri interessi, più i nostri partner, in particolare gli Stati Uniti, vedranno che è nel loro interesse rimanere al nostro fianco”. All’Italia, nello specifico ha chiesto supporto difensivo, coordinamento degli sforzi internazionali per raggiungere la pace, integrazione euro-atlantica e cooperazione all’interno del G7, anche in materia di sanzioni.  Secondo Meloni, le iniziative di Trump non significheranno “abbandonare l’Ucraina”. Per gli altri leader europei questa è più una speranza che una certezza. E’ la ragione per cui le istituzioni dell’Ue non hanno voluto rispondere alle minacce di Trump contro la Danimarca sulla Groenlandia. Meglio inviare messaggi positivi al presidente eletto che si sta per insediare. “Gli Stati Uniti sono uno dei nostri partner più stretti e ci impegniamo a rafforzare il legame transatlantico”, ha detto il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa.

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