il dialogo
Cosa dice la Germania dopo lo show della leader dell'Afd con Elon Musk su X
La conversazione tra Weidel e il capo di X è stata seguita da oltre 200 mila utenti. Ma la leader sovranista si è mostrata impacciata, quasi a disagio e poco padrona dell'inglese
Berlino. Il formato. No, i contenuti. Si è aperto il dibattito in Germania nelle ore successive al dialogo di giovedì sera su X fra Elon Musk, il magnate sudafricano assorbito dalla galassia Trump (o viceversa?), e la candidata cancelliera di Alternative für Deutschland, Alice Weidel. 53 anni lui, 45 lei, i due hanno parlato di tutto un po’, dall’energia atomica alla conquista di Marte facendo scempio, en passant, sia della maggioranza “semaforo” uscente guidata dal cancelliere sfiduciato Olaf Scholz, sia dell’ex cancelleria Angela Merkel, definita una leader cripto-ecologista (perché antinuclearista), sia, infine, della storia della Germania. Nel suo estremo tentativo di negare ogni legame fra AfD e l’estremismo di destra, Weidel è arrivata a definire Adolf Hitler “un comunista” e il partito sovranista da lei guidato accreditato di oltre il 20 per cento nei sondaggi, “l’unica formazione che difende gli ebrei in Germania”. Il troppo stroppia.
Per la compassata Frankfurter Allgemeine “è difficile battere il contenuto di quella chiacchierata quanto a banalità”, complice un formato senza contraddittorio che amplificava gli scivoloni ora di lui ora di lei. La conservatrice Bild che, a differenza dell’establishment tedesco, non nutre antipatia preconcetta nei confronti del proprietario di Tesla, si è chiesta se l’intervista reciproca Weidel-Musk abbia di fatto rappresentato un aiuto illecito alla campagna elettorale di AfD: domanda girata all’Ufficio di amministrazione del Bundestag. Risposta: “Stiamo effettuando dei chiarimenti sul caso in specie”. La Welt, lo stesso giornale di orientamento conservatore che giorni fa ha ospitato un editoriale di Musk scatenando un mezzo putiferio, ha dato spazio alle osservazioni di terzi sul colloquio da 75 minuti infarcito da grasse risate da parte dei due protagonisti ora seri ora quasi in preda al gas esilarante. Per i Liberali (Fdp) ha parlato il vicepresidente del Bundestag Wolfgang Kubicki, secondo cui “la libertà di espressione vive dello scambio di opinioni”. Di conseguenza, se è vero che 150 funzionari europei hanno dovuto assistere alla discussione fra i due “allora abbiamo un problema di democrazia”. Perché, osserva Kubicki, “non è compito dello Stato osservare gli scambi fra e persone e metterli in discussione quando questi non violino la legge”. Libera parola (e di fatto anche libera castroneria), dunque, in un paese che dopo l’esperienza della Gestapo prima e della Stasi poi di funzionari occhiuti e orecchiuti non ne vuole più sapere. Anche il politologo dell’Università della Bundeswehr, Carlo Masala, ha toccato il tema: “La mia compassione per i 150 impiegati dell’Ue che hanno dovuto ascoltare questa buffonata”.
Non sospende invece il giudizio il deputato socialdemocratico Ralf Stegner, che ha paragonato l’incursione di Musk nella politica tedesca a quelle, ripetute, condotte dal presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan a caccia di elettori di origine turca. Il colloquio Weidel-Musk è stata “una farsa dannosa per la democrazia”.
Fra parole di buon senso e parole al vento, lo show è stato seguito da oltre 200 mila utenti su X. La Deutsche Welle si è domandata come ne sia uscita la signora Weidel della quale si sa che vive in un’unione civile con la sua compagna Sarah Bossard, produttrice televisiva di cittadinanza svizzera e origine cingalese, madre, assieme a Weidel, di due figli. “A essere onesti, sono un po’ stupito di quanto sia stata brutta la sua apparizione”, ha dichiarato a Dw lo stratega di comunicazione politica Bendix Hügelmann. “Questo è stato un grande momento, ma penso che abbia completamente perso l’opportunità offertale di affinare il suo profilo pubblico e dare l’impressione di un nuovo prototipo altamente preparato di politico di destra”. E non tanto per l’inglese un po’ incerto della signora Weidel, nel quale, anzi, possono rispecchiarsi tanti cittadini dell’Europa continentale – “ma per una conversazione di oltre 70 minuti avrebbe potuto preparasti meglio” – quanto per le molte incertezze dimostrate, su tutte quelle su Israele, per quei “sì, sì, sì!” pronunciati a raffica ogni qualvolta Musk apriva bocca. Chi si candida a guidare la quarta economia globale non dovrebbe pendere dalle labbra di un imprenditore, per quanto importante. A dispetto delle risate generosamente concesse agli ascoltatori, Weidel è apparsa anche impacciata, quasi a disagio. La signora ha 45 anni e rivendica di essere la leader del partito più votato dai giovani ma in Germania ci sono tanti boomer molto più sciolti di lei.