Putin vuole un generale per fermare gli ucraini nel Kursk
Kyiv resiste con tenacia nella regione russa, serve per quando sarà il momento di negoziare. Per il Cremlino bloccare l'avanzata è diventato una priorità e si cercano nomi, conoscenze, alte cariche in grado di trovare soluzioni
Calmo, dialogante, sbarbato, Evgeni Prigozhin non aveva pensato di arrivare fino a Mosca quando mosse i suoi uomini della Wagner oltre il confine ucraino per protestare contro l’allora ministro della Difesa, Sergei Shoigu, e il tuttora capo di stato maggiore, Valeri Gerasimov. Puntava a Rostov sul Don, centro del comando meridionale da dove vengono pianificate e dirette molte delle azioni contro l’Ucraina. Era fine giugno di più di un anno fa, qualche giorno prima Prigozhin aveva registrato un video mostrando i corpi dei suoi uomini uccisi e gridando: “Shoigu, Gerasimov”. Poi si mise in marcia con i mercenari superstiti e si fermò a Rostov sul Don. Dell’incursione nel quartier generale non sono uscite molte immagini, ma a Rostov Prigozhin si è seduto con alcuni militari conversare con calma e il momento è stato documentato.
Non aveva un’attitudine minacciosa, né gli altri erano spaventati. Nel quartier generale era presente anche uno dei vice di Shoigu che si sedette accanto a Prigozhin e ugualmente si mise a discorrere in modo cordiale, quasi complice. Quell’uomo in mimetica e con i baffi, protagonista di una delle poche foto di quella giornata veloce che finì nel nulla, si chiama Junus-bek Evkurov e non sembrava essere contrariato dalla presenza di Prigozhin che dichiarava con la sua marcia la volontà di rovesciare Shoigu, il superiore di Evkurov. Non si sa quanti fossero i militari che provavano quanto meno una simpatia per le azioni di Prigozhin, nessuno lo disse a gran voce, ma non furono molti i soldati e i generali che cercarono di fermare i mercenari: attesero che fosse Putin a esprimersi. Quel giorno Putin si espresse contro Prigozhin e dalla parte di Shoigu e Gerasimov. Nessuno si era troppo soffermato sul colloquio tra il capo della Wagner e il generale Evkurov, ma adesso il nome del viceministro della Difesa è rispuntato fuori con un compito importante. Evkurov è sopravvissuto alle purghe dentro al ministero della Difesa, non è stato demansionato né deposto, e adesso Vladimir Putin avrebbe pensato a lui per porre fine all’avanzata di Kyiv nella regione russa di Kursk.
Il generale è stato governatore della Repubblica d’Inguscezia,è sopravvissuto a un attentato ed è entrato nel ministero della Difesa nel 2019 e contrariamente a Shoigu e Gerasimov, che Prigozhin accusava di preservare le loro famiglie e mandare a morire i figli degli altri, suo nipote, capitano di una compagnia d’assalto, è stato ucciso in Ucraina. Evkurov ha la fiducia di Putin, ha rilevato parte delle competenze della Wagner in Africa, dove la Russia ha molti interessi e si trovava, dopo l’uccisione di Prigozhin, a dover riorganizzare gli affari economici e militari. E’ un organizzatore, uno degli uomini a cui Putin si affida per risolvere i problemi e Kursk ormai è sempre più un’urgenza. Gli ucraini hanno iniziato una nuova incursione nella regione russa, non è di grande entità come quella portata avanti in agosto, ma Mosca non è ancora riuscita, nonostante la superiorità numerica, a riprendere il territorio conquistato dagli ucraini. Non vuole spostare le truppe dal fronte, ha usato i soldati nordcoreani mal addestrati e inesperti, ma non è stato sufficiente. Evkurov dovrebbe fare in modo di togliere a Kyiv il territorio conquistato per potersi rafforzare sul tavolo dei negoziati e che per questo gli ucraini tengono con tenacia. Sia Mosca sia Kyiv pensano che con il cambio alla Casa Bianca cambierà anche la guerra. Accelerano e di questa accelerazione Kursk è uno dei centri.