Trump non ha un piano per far finire la guerra in Ucraina
Il presidente eletto degli Stati Uniti prepara l'incontro con Putin ma non riuscirà a fermare il conflitto in 24 ore, come promesso. Ci vorranno almeno sei mesi
Il Cremlino ha confermato che ci sarà un incontro tra Donald Trump e Vladimir Putin dopo che, questa settimana, il presidente eletto degli Stati Uniti aveva detto: Vladimir Putin vuole incontrarci. Non si sa dove né quando, ma Dmitri Peskov nella sua conferenza stampa quotidiana ha confermato che il vertice è possibile e addirittura in preparazione: “Il presidente Putin ha ripetutamente dichiarato la sua apertura ai contatti con i partner internazionali – ha detto il portavoce del Cremlino – anche con gli Stati Uniti e Donald Trump… Sembra che si faranno dei progressi dopo che Trump si sarà insediato nello Studio Ovale”. Il Cremlino è fiducioso nel fatto che il prossimo presidente americano porti un cambiamento favorevole alla Russia.
Probabilmente Peskov ripercorre i momenti del primo mandato del prossimo capo della Casa Bianca e un fatto è particolarmente rilevante agli occhi di Mosca. Nel 2018, Trump e Putin si incontrarono a Helsinki e il primo, rispondendo a un giornalista in conferenza stampa, disse che aveva l’assicurazione di Putin che non ci fosse stata nessuna interferenza di Mosca durante la campagna elettorale americana per le presidenziali. Putin, al suo fianco, rideva del fatto che il capo della Casa Bianca ascoltasse le sue rassicurazioni più delle investigazioni dei suoi servizi di intelligence. Mosca spera di trovare lo stesso Trump, e gli sta offrendo una sponda ingannevole con la Groenlandia. Sempre Peskov è intervenuto per dire che se gli Stati Uniti decideranno di fare un referendum per lasciare i groenlandesi liberi di decidere sulla loro sovranità, Mosca non ha nulla da ridire perché ha applicato lo stesso principio nei territori occupati dell’Ucraina e quindi si aspetta che la nuova Amministrazione riconosca che la Crimea e le regioni di Kherson, Zaporizhzhia, Donetsk e Luhansk siano parte del territorio russo. Il gioco retorico è schietto, i russi vogliono un presidente americano che si sieda al tavolo dei negoziati disposto a cedere a Mosca tutto ciò che vuole.
Durante l’ultima campagna elettorale negli Stati Uniti, Trump aveva attaccato senza sosta la politica di Joe Biden di sostegno all’Ucraina, aveva definito il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, un piazzista che riusciva a staccare un assegno ogni volta che andava negli Stati Uniti, e aveva detto che con il suo arrivo alla Casa Bianca la guerra non sarebbe durata più di ventiquattro ore perché sapeva bene come farla finire. L’idea era chiudere la guerra smettendo di aiutare Kyiv, ma da presidente eletto, i piani di Trump potrebbero essere cambiati e secondo il Financial Times ha già rivisto non poco le tempistiche. Il presidente pronto a insediarsi alla Casa Bianca il 20 gennaio avrebbe fissato a sei mesi il tempo necessario per ottenere un accordo tra Ucraina e Russia per chiudere il conflitto. Sei mesi vuol dire che gli Stati Uniti non smetteranno di sostenere l’Ucraina e porteranno avanti gli aiuti economici e militari. Sei mesi vuol dire che prima di arrivare al tavolo dei negoziati Trump continuerà a dare agli ucraini la possibilità di potenziare la situazione sul campo di battaglia.
Il presidente eletto ha scelto come inviato per l’Ucraina il generale Keith Kellogg che all’emittente Fox News ha ribadito che il conflitto terminerà con Trump, prevedendo che sarebbe andato avanti per almeno cento giorni. In queste settimane Kellogg era atteso in Ucraina, ma ha spostato il viaggio a dopo l’inaugurazione, quando la sua carica sarà ufficiale e senza sovrapposizioni. In questi giorni Zelensky ha incontrato i suoi alleati a Ramstein, poi la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il segretario di stato americano uscente Blinken a Roma. Meloni questa settimana ha escluso che Trump toglierà il suo sostegno all’Ucraina e quello che ha cercato Zelensky con questo suo viaggio è di capire quanto sarà brusco il passaggio di testimone tra un’Amministrazione e l’altra. Il Cremlino punta sul fatto che sarà un cambiamento drastico, Kyiv ha lavorato per il contrario, ben sapendo (e anche sperando) che molte cose sarebbero cambiate, ma cercando di dominare ogni possibile scossone.
Secondo le voci raccolte dal Financial Times, Putin non si muoverà dalla pretesa che non vuole nessuna forma di garanzia di sicurezza per l’Ucraina. Non cede perché il piano è tornare ad attaccarla in futuro. Biden finora si è opposto all’ingresso di Kyiv nella Nato e lo stesso ha fatto la Germania con Olaf Scholz. La Francia e la Polonia hanno proposto di mandare dei soldati europei a sorvegliare sul mantenimento della pace. Mosca esclude tutto questo. Trump vuole che la sicurezza di Kyiv diventi una faccenda europea e non più americana. Kyiv vuole una pace vera. Un piano per far quadrare tutto questo, Trump ancora non ce l’ha e sei mesi potrebbero non bastare.