antisemitismo
“Vietata agli ebrei”. L'avviso emesso dal Centro Wiesenthal in Germania
La comunità ebraica nel Württemberg mette in guardia gli ebrei che desiderano visitare Stoccarda: ci sono pericoli legati a manifestazioni anti-israeliane e pro Hamas. Le partenze e le scuole che non ricordano la Shoah
“Cari membri della comunità!
. Questo l’annuncio pubblicato dalla comunità ebraica nel Württemberg, la regione tedesca in cui si trova Stoccarda.
Se sei ebreo, evita Stoccarda, la città sede della Mercedes Benz e dell’autore dell’“Amico ritrovato” Fred Uhlman. Perché a Stoccarda ci sono zone vietate agli ebrei a causa del feroce attivismo pro Hamas e dell’antisemitismo fuori controllo. Il Simon Wiesenthal Center, che prende il nome dal leggendario cacciatore di nazisti, sta per emettere un avviso di viaggio per gli ebrei che desiderano visitare la città, perché l’intensa attività pro Hamas ha creato “zone vietate” per la comunità ebraica. Il Wiesenthal Center ha emesso un avviso di viaggio su Amsterdam in seguito ai violenti attacchi di novembre contro i tifosi di calcio israeliani alla vigilia della Kristallnacht.
Il comunicato della comunità ebraica fa riferimento a un elenco di zone di Stoccarda “interdette” agli ebrei. Il riconoscimento delle “no-go zone” nelle città europee non dovrebbe sorprendere gli osservatori più attenti. Dopotutto, a marzo dello scorso anno, Robin Simcox, il commissario anti estremismo dell’allora governo conservatore britannico, ha affermato che Londra è diventata una “no-go zone per gli ebrei” durante le marce del fine settimana organizzate a favore dei palestinesi (e di Hamas). “Non sorprende che così tanti ebrei britannici stiano partendo per Israele” scrive sull’ultimo numero dello Spectator Jake Wallis Simons, direttore del Jewish Chronicle inglese. “Con l’antisemitismo a livelli record, questo esodo non è affatto inaspettato. Prima del 7 ottobre, molti emigranti ebrei britannici in Israele avevano 55 anni o più, con figli adulti e nipoti e cercavano di godersi la pensione all’estero. L’attuale ondata riguarda principalmente giovani famiglie, professionisti e accademici, persone abbastanza osservanti da essere, nelle parole della Metropolitan Police, ‘apertamente ebree’”. Lo stesso in Francia. Da Libération: “Partenza per Israele: l’aliyah, l’immigrazione ebraica, non è mai stata così alta dal 2015”.
Il giornalista e autore di bestseller ebreo tedesco Henryk Broder ha attirato per la prima volta l’attenzione sullo scoppio dell’odio pubblico contro gli ebrei a Stoccarda nel suo articolo del 4 gennaio, intitolato “Stoccarda: aree vietate per gli ebrei”. Broder ha attaccato Michael Blume, incaricato di combattere l’odio antisemita nello stato tedesco sudoccidentale del Baden-Württemberg, dove si trova la città: “Se prendesse sul serio il suo lavoro, potrebbe avvolgersi in una bandiera israeliana e prendere parte alle manifestazioni e tenere in mano un cartello con la scritta: ‘Liberate gli ostaggi!’”.
Quanto sono sicuri gli ebrei in Germania? Dopo l’attacco terroristico di Hamas contro Israele del 7 ottobre, la situazione per gli ebrei che vivono nella diaspora europea è crollata. “Mitte, Kreuzberg e Neukölln si sono trasformate in zone di battaglia visive e verbali in cui, in quanto ebreo, ti viene ricordato a ogni angolo che la tua vita è in pericolo”, ha descritto in modo impressionante l’autrice ebrea Mirna Funk sulla Welt. “Ebrei e omosessuali non sono al sicuro a Berlino”. Questo è il titolo della Bild, che cita il capo della polizia di Berlino, Barbara Slowik, che a novembre ha consigliato a ebrei e omosessuali di prestare attenzione in alcune zone della capitale. A Bonn, la comunità ebraica ha consigliato di non indossare i simboli della fede per strada. Ma anche a Potsdam e Bochum.
Intanto due scuole di Anderlecht, uno dei comuni di Bruxelles, hanno rifiutato di prendere parte alla cerimonia di posa delle “stolpersteine” (le pietre della memoria) per gli ebrei belgi assassinati durante l’Olocausto, affermando che “le scuole non desiderano imporre ai bambini alcuna discussione sull’Olocausto, date le attuali condizioni in medio oriente”.
E vedendo le immagini dell’assalto alla sinagoga di Bologna (perché non hanno impedito che i cortei palestinesi si avvicinassero al sito ebraico come ha appena fatto la polizia a Londra?) non c’è da meravigliarsi se il Centro Wiesenthal dovesse emettere lo stesso avviso per la città sotto le due torri. La “no-go area” rossa, sazia e disperata.
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