UE (Ansa)

il vertice

Così la Nato risponde alla guerra ibrida di Putin nel Mar Baltico

David Carretta

La missione Sentinella Baltica di Ue e Nato per far fronte ai sabotaggi contro i cavi sottomarini di cui è sospettata la Russia.  Ursula von der Leyen presenterà anche una comunicazione per rafforzare la cybersicurezza del settore sanitario, sotto attacco di hacker legati a Mosca

Bruxelles. “Baltic Sentry”: Sentinella Baltica. E’ questo il nome della missione di sicurezza navale che la Nato ha deciso di schierare nel Mar Baltico di fronte ai sabotaggi contro i cavi sottomarini di cui è sospettata la Russia. “Useremo le risorse militari giuste, nei posti giusti, al momento giusto, per scoraggiare futuri atti di destabilizzazione”, ha detto il segretario generale, Mark Rutte, al fianco del presidente della Finlandia, Alexander Stubb, e al primo ministro dell’Estonia, Kristen Michal. I tre ieri hanno ospitato un summit dei paesi membri dell’Alleanza che si affacciano sul Mar Baltico. Attorno al tavolo c’erano il tedesco Olaf Scholz, il polacco Donald Tusk, lo svedese Ulf Kristersson, la danese Mette Frederiksen, il lituano Gitanas Nauseda, il lettone Edgars Rinkēvičs e la vicepresidente della Commissione, Henna Virkkunen. Con l’ingresso nell’Alleanza atlantica di Finlandia e Svezia il Mar Baltico doveva diventare il “lago della Nato”. Invece è diventato uno dei campi di battaglia della guerra ibrida condotta da Vladimir Putin contro l’Europa su più fronti. L’Ue e la Nato sono in grado di difendersi? La missione Sentinella Baltica ha questo compito. Oggi la Commissione di Ursula von der Leyen presenterà una comunicazione per rafforzare la cybersicurezza degli ospedali e del settore sanitario, vittima di un incremento di significativi di attacchi da parte di hacker legati alla Russia. L’Ue e la Nato vogliono rispondere in modo attivo a Putin? Non ancora. Molti leader sono reticenti a definire una guerra ibrida come una vera e propria guerra (come nel caso della guerra cinetica), per il timore di spaventare le opinioni pubbliche o di essere trascinati in un conflitto diretto con la Russia.

Tra cavi sottomarini tranciati e petroliere della flotta ombra della Russia, al summit di ieri c’era molto da discutere. Le autorità di Helsinki hanno sequestrato la nave russa Eagles S, sospettata di essere responsabile della rottura di un cavo sottomarino delle telecomunicazioni che collega la Finlandia all’Estonia il 25 dicembre scorso. E’ il terzo episodio di questo tipo in 15 mesi. Nei due casi precedenti sono state coinvolte due navi cinesi con legami con la Russia. Nel frattempo, nel fine settimana, la guardia costiera tedesca è stata costretta a intervenire per mettere al sicuro una delle petroliere della flotta ombra della Russia, la Eventin, che a seguito di un’avaria aveva iniziato ad andare alla deriva avvicinandosi pericolosamente alle coste della Germania. Mosca usa la sua flotta fantasma per aggirare le sanzioni sul petrolio. “La Russia mette in pericolo la nostra sicurezza europea non solo con la sua guerra di aggressione contro l’Ucraina, ma anche con cavi tagliati, boe di confine spostate, campagne di disinformazione, interferenze contro il Gps e anche con petroliere fatiscenti”, ha detto il ministro degli Esteri tedesco, Annalena Baerbock.

“Sentinella Baltica” prevede il dispiegamento di fregate della marina e aerei militari per potenziare la sorveglianza. Saranno anche usati droni marini con funzione di deterrenza. Nelle conclusioni del summit a Helsinki, i leader si sono impegnati ad adottare “misure robuste” contro le minacce alle loro infrastrutture. Ma si tratta di misure difensive. E la panoplia di armi ibride a disposizione di Putin è molto più ampia. A novembre Rutte aveva accusato la Russia di condurre “una campagna sempre più intensa di attacchi ibridi attraverso i territori alleati, con l’aiuto di interferenze dirette nelle nostre democrazie, sabotaggi industriali e atti di violenza”. Di sabotaggi, malgrado la difficoltà di attribuirne le responsabilità, ne sono stati recensiti centinaia dal 2022. La Russia alimenta le tensioni nelle società europee (come a Parigi nell’ottobre del 2023 con le Stelle di David su case e negozi di ebrei) e lavora per favorire i candidati pro Mosca alle elezioni (la Romania a dicembre ha annullato le presidenziali per le sue interferenze). Gran parte degli attacchi ibridi rimangono impuniti. La risposta dell’Ue sono sanzioni mirate, spesso inefficaci, perché si limitano a vietare l’ingresso e congelare i beni sul territorio europeo dei responsabili. Perfino nel Mar Baltico ci sono approcci diversi. La Germania, a differenza di Finlandia e Estonia, è molto reticente ad abbordare le navi della flotta ombra della Russia, anche solo per controllare che la documentazione sia in ordine. Se non si considera una guerra ibrida come una vera guerra, è più difficile combatterla.

Di più su questi argomenti: