Il caos politico in Corea del sud è fatto di complotti e fake news
L’arresto del presidente Yoon e le conseguenze (anche per l’Ucraina) dell'instabilità. Il Partito democratico in arrivo e quello che comporta per l'Europa e per Trump
Quarantatré giorni dopo la dichiarazione a sorpresa della legge marziale – durata pochissime ore, il tempo che è servito all’Assemblea di riunirsi e annullarla – il presidente sudcoreano sospeso, Yoon Suk-yeol, è stato arrestato ieri presso il compound della sua residenza. Sarà detenuto per 48 ore al Seoul Detention Centre ed è stato già interrogato, alla presenza dei suoi avvocati. E’ il primo presidente sudcoreano in carica a essere arrestato sin dalla fondazione della Repubblica di Corea nel 1948 (da allora molti presidenti sono finiti in carcere, ma sempre dopo essere stati deposti). L’Ufficio per le indagini sulla corruzione, l’agenzia che conduce l’indagine congiunta sulla dichiarazione della legge marziale del 3 dicembre scorso, potrà estendere per un’altra dozzina di giorni il suo arresto, che era fallito all’inizio del mese quando agenti e investigatori dell’ufficio si erano presentati davanti al cancello della sua residenza ma dopo ore di stand off erano stati costretti a rinunciare. Ieri invece c’è stata quella che i giornali sudcoreani hanno definito una “resistenza passiva” da parte del servizio di sicurezza del presidente, che non hanno portato con sé armi e pistole e hanno di fatto lasciato entrare i poliziotti. E del resto la situazione politica in Corea del sud si sta complicando, in una instabilità che rischia di alimentare ancora di più gli estremismi. Ieri sera un uomo di sessant’anni è rimasto gravemente ferito dopo essersi dato fuoco vicino alla sede dell’Ufficio per le indagini sulla corruzione, un’agenzia fondata dall’ex presidente democratico Moon Jae-in dopo lo scandalo che aveva colpito la sua predecessora, la presidente conservatrice Park Geun-hye, ma in cui l’opinione pubblica non aveva mai creduto davvero, e non godeva di ottima reputazione anche prima del primo tentativo di arresto di Yoon.
Yoon è sotto indagine per abuso di potere e insurrezione, ma si è difeso ieri – comunicando con la sua base di sostenitori estremisti di destra attraverso un videomessaggio registrato precedentemente – dicendo che l’imposizione della legge marziale è una prerogativa del presidente, e quindi il processo di impeachment contro di lui è illegittimo. Ha reiterato poi la sua posizione dell’inizio di dicembre, e cioè che il Partito democratico, il principale partito di opposizione guidato dall’ex candidato alla presidenza Lee Jae-myung, “sta cercando di trasformare la Corea in una colonia di Cina e Corea del nord”, e di essere stato costretto alla legge marziale perché la formazione politica aveva di proposito disseminato il pubblico e i media di fake news per minare la sua presidenza. Gyujae Jeong, uno dei più famosi e autorevoli commentatori politici sudcoreani, di area conservatrice ma odiato dall’attuale partito di Yoon, il People’s Power Party, per aver definito il 3 dicembre il giorno dell’“auto colpo di stato”, ha detto che il partito di governo “è dominato dalle teorie del complotto”, in una involuzione che somiglia moltissimo al movimento Maga in America. Ma non è l’unica formazione ad aver avuto questa involuzione.
Il Partito democratico di Lee nei giorni scorsi ha detto più volte e presentato una mozione all’Assemblea nazionale affinché Yoon sia processato anche per la sua politica di sicurezza: da quando si è insediato, nel maggio del 2022, Yoon ha rafforzato i rapporti con America e Giappone, con l’Europa e con la Nato, e parallelamente ha sminuito le relazioni bilaterali con la Cina e reintrodotto alcune pratiche contro la Corea del nord, per esempio con il lancio di volantini di propaganda anti Kim Jong Un e riaccendendo gli altoparlanti al confine. Secondo il Partito democratico, Yoon avrebbe anche autorizzato “l’invio di truppe sudcoreane all’estero”, cioè in Ucraina, ma questo concretamente non è mai avvenuto, anzi. L’opposizione sudcoreana, che molto probabilmente a breve sarà eletta al governo, vuole che il pubblico pensi che Yoon abbia mandato in segreto i boots on the ground in Ucraina come Kim li ha mandati in Russia.
Per i sudcoreani questo è un tema sensibile, è dal 1953 che gli uomini fanno mesi di servizio militare in attesa di una guerra. In realtà l’aiuto che Seul aveva negoziato con Kyiv era per lo più d’intelligence: nei giorni scorsi, quando due soldati nordcoreani sono stati catturati dalle Forze armate ucraine, le informazioni che avrebbero potuto dare a un agente sudcoreano avrebbero potuto far comodo anche a Seul, oltre che aiutare l’Ucraina a capire l’evoluzione del ruolo nordcoreano nelle operazioni militari. Ma secondo le indiscrezioni dei media, non sarebbe avvenuto nemmeno questo. La Corea del sud si trova in un impasse istituzionale dominato da fake news e teorie del complotto. Un problema enorme per l’Europa, che aveva appena iniziato a rafforzare i suoi rapporti diplomatici con Seul, per la Nato e per il prossimo presidente americano Donald Trump: tra qualche mese alla Casa Blu, il palazzo presidenziale di Seul mai usato da Yoon (credeva fosse posseduto da spiriti maligni) potrebbe insediarsi Lee, un presidente eletto grazie al sentimento antiamericano e anti Nato.