Antonio Tajani (Ansa)

l'annuncio

Scarcerato un italo-venezuelano. Tajani: "Continuiamo a lavorare per i connazionali in Venezuela"

Maurizio Stefanini

Il ministro degli Esteri annuncia la liberazione di un cittadino con cittadinanza italiana. Ma di Alberto Trentini si continua a non sapere niente. Tensione tra Colombia e Venezuela sui detenuti

“Apprendiamo con soddisfazione la notizia della scarcerazione di un italo-venezuelano, che era detenuto dalla Guardia Nazionale di San Juan de Los Morros. Continuiamo a lavorare per tutelare tutti i connazionali in Venezuela”, ha dichiarato il ministro Antonio Tajani in una nota affidata ai social. Non è Trentini su cui si continua a non sapere niente, appunto ha la doppia cittadinanza, ed è un personaggio famoso per il quale presumibilmente l’Italia non ha fatto in tempo a fare niente.

  

 

Carlos Correa, detenuto da nove giorni senza notizie e senza imputazioni, era infatti direttore della ong Espacio Público, dedicata alla promozione e difesa della libertà di espressione.

  

Tra la quantità di proteste c’era stata quella del presidente colombiano di sinistra Gustavo Petro, che aveva detto di conoscerlo e stimarlo personalmente, e per questo aveva infine deciso di non recarsi all’insediamento di Maduro. Petro ha poi protestato per la detenzione di 12 cittadini colombiani, il Procuratore Generale venezuelano Saab gli ha risposto di “occuparsi dei gravi problemi di Colombia”, e Petro ha risposto con un messaggio ricordando la fratellanza tra i due popoli e che dunque i problemi sono comuni.

  

Arriva intanto una “modesta proposta” dell’ex-segretario di Rifondazione Comunista Paolo Ferrero sul Fatto: scambiare la liberazione di Trentini con il riconoscimento di Maduro da parte del governo italiano. In un lungo articolo in cui si attacca il non riconoscimento, non si dice niente sul fatto che la legittimità della conferma di Maduro sia contestata anche da altri governi di sinistra latino-americani, e sulle violazioni dei diritti umani in Venezuela e il fatto che uno che assisteva disabili sia ormai detenuto da oltre due mesi senza che si sappia perché e dove, senza che gli sia stato permesso di contattare familiari e ambasciata, dice che comunque anche noi abbiamo le nostre magagne. 

 

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