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Lo Scudo orientale di Tusk che prova a convincere l'Ue che la Russia è una minaccia diretta
Droni e barriere al confine con la Bielorussia, linee di difesa avanzate e strategie ibride per rafforzare la frontiera e prevenire un'invasione. È Eastern Shield, la nuova muraglia contro la Russia, da completare entro il 2028. Ma ancora pochi stati membri cooperano con la Polonia
Varsavia. Quattro linee di difesa, denti di drago, fortificazioni e avvalli, materiale militare pre posizionato, una capacità di visualizzazione fino a cento chilometri di profondità. Alla frontiera tra la Polonia e la Bielorussia e attorno all’exclave di Kaliningrad, il premier Donald Tusk ha lanciato un grande progetto per prepararsi a una potenziale invasione di terra da parte della Russia. Si chiama Eastern Shield (Scudo orientale) e dovrebbe essere completato entro il 2028. “Il fianco orientale della Polonia deve essere abbastanza forte per prevenire la guerra”, spiega il generale Stanislaw Czosnek, responsabile del progetto Eastern Shield, che il Foglio ha incontrato vicino alla frontiera con la Bielorussia insieme a un gruppo di media europei in un viaggio organizzato dalla presidenza polacca del Consiglio dell’Ue.
Le quattro linee di azione dello Scudo orientale sono: rafforzare le capacità anti sospresa, ridurre la mobilità delle truppe nemiche, assicurare mobilità delle forze polacche e rafforzare la sicurezza civile. Il progetto include ostacoli alla mobilità del nemico, sistemi anti drone, stock preposizionati vicino alla prima linea, sostegno medico, campagne di educazione della popolazione civile. L’obiettivo è di “essere pronti a rispondere ad attacchi occasionali o errori di calcolo”, o ancora “allo scenario del fatto compiuto”, dice Czosnek. “Abbiamo imparato dalla guerra in Ucraina. Se avesse condotto la preparazione necessaria, oggi la situazione sarebbe diversa”. Prima del 24 febbraio 2022 in pochi nell’Ue pensavano possibile una guerra cinetica su ampia scala da parte della Russia. Alcuni governi europei ironizzavano sugli avvertimenti lanciati dagli Stati Uniti. Tre anni dopo, il pericolo è commettere lo stesso errore sul fianco orientale della Polonia e dei Baltici, cioè dell’Ue e della Nato.
La campagna di Tusk per sensibilizzare gli altri leader europei sulla necessità di preparare le difese a una potenziale invasione di terra da parte della Russia, per il momento, non ha avuto grande successo. I militari polacchi spiegano che quella di Mosca è una linea d’azione con un intento chiaro e costante, legato alle sue aspirazioni neo imperiali e alla postura anti occidentale. In caso di cessate il fuoco in Ucraina, la Federazione russa sarà in grado di rigenerare rapidamente le sue forze di terra, mentre quelle aeree, navali e nucleari sono rimaste intatte. Ma pochi stati membri dell’Ue hanno iniziato a cooperare con la Polonia sull’Eastern Shield. Finlandia, Estonia, Lituania e Lettonia: di fatto solo i paesi che hanno un confine con la Russia. In un dibattito durante un vertice europeo del 2024, alcuni leader di paesi dell’Europa occidentale hanno sminuito il progetto di Tusk definendolo come “la moderna linea Maginot”. Ai loro occhi, la guerra oggi si combatte con missili e droni. La priorità è uno scudo attorno al cielo europeo, con un sistema comune di difesa missilistica. Altri leader non vogliono spaventare le loro opinioni pubbliche interne con preparativi bellici, anche se solo difensivi. La lezione dell’Ucraina non è stata imparata. Come prima del 24 febbraio 2022 un’invasione di terra viene giudicata improbabile o impossibile.
Al confine tra la Polonia e la Bielorussia, la Russia ha lanciato anche un altro tipo di guerra, questa volta ibrida, usando i migranti come arma. Dal 2020 il regime di Alexander Lukashenka e dal 2022 quello di Vladimir Putin organizzano charter dal medio oriente e dall’Africa, li caricano di migranti, che poi vengono spinti alla frontiera con la Polonia, i Baltici e, con meno intensità, la Finlandia. Il precedente governo del partito nazionalista Legge e Giustizia aveva avviato la costruzione di una barriera di acciaio alta cinque metri, pattugliata da guardie di frontiera e soldati e controllata elettronicamente, alla frontiera con la Bielorussia. Nel 2024, la Polonia ha registrato circa 30 mila tentativi di attraversamento del confine e circa 10 mila ingressi irregolari. Con la benedizione della Commissione europea, il governo Tusk ha presentato in Parlamento una proposta di legge per sospendere le procedure di asilo. Dalla primavera, i migranti che saranno intercettati (tranne i vulnerabili) saranno rimandati in Bielorussia. “Non sono push backs. Sono return backs”, assicura il vice ministro dell’Interno, Maciej Duszczyk. Gli esperti ritengono che si tratti di respingimenti illegali. Almeno su questo Tusk non faticherà a convincere gli altri leader europei. La minaccia migratoria è considerata dalla maggior parte di loro come più seria di quella di un’invasione della Russia.