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Il discorso

Bruxelles deve smettere di essere spettatrice, dice Zelensky a Davos

“L’Europa deve affermarsi come un forte attore globale e indispensabile. Non dimentichiamo che non c’è un oceano che separa i paesi europei dalla Russia. Se serve il 5 per cento del pil per coprire la difesa, che sia pure il 5 per cento”. Le parole del presidente dell'Ucraina

Pubblichiamo l'intervento che il presidente ucraino ha tenuto oggi al World Economic Forum di Davos


 

Signore e signori, voglio parlare con voi del futuro dell’Europa, cioè il futuro della maggior parte delle persone qui presenti. In questo momento, tutti gli occhi sono puntati su Washington. Ma chi sta guardando l’Europa in questo momento? Questa è la domanda chiave per l’Europa. E non si tratta solo di idee, ma di persone. Di come vivranno in un mondo in continuo cambiamento. Venti ore fa, a Washington, ha avuto luogo l’insediamento del presidente Trump. E ora tutti aspettano di vedere cosa farà. I suoi primi ordini esecutivi hanno già mostrato chiare priorità. La maggior parte del mondo ora sta pensando: cosa succederà al loro rapporto  con l’America? Alle alleanze? Al sostegno? Al commercio? Come Trump vuole porre fine alle guerre? Ma nessuno si pone questo tipo di domande sull’Europa.  

Quando in Europa guardiamo agli Stati Uniti come nostro alleato, è chiaro che sia  alleato indispensabile. In tempo di guerra, tutti si chiedono: gli Stati Uniti resteranno con loro? Ogni alleato si preoccupa di questo. Ma qualcuno negli Stati Uniti si preoccupa che l’Europa possa un giorno abbandonarli, che possa smettere di essere un alleato? La risposta è no. Washington non crede che l’Europa possa portare qualcosa di veramente sostanziale. (...)  Il presidente Trump si accorgerà dell’Europa? Pensa che la Nato sia necessaria? E rispetterà le istituzioni dell’Ue?

L’Europa non può permettersi di essere il secondo o il terzo della fila per i suoi alleati. Il mondo inizierebbe ad andare avanti senza l’Europa, e questo non sarebbe un mondo  accogliente o vantaggioso per tutti gli europei. L’Europa deve competere per il primo posto nelle priorità, nelle alleanze e nello sviluppo tecnologico. Siamo all’ennesimo punto di svolta, che alcuni vedono come un problema per l’Europa, ma che altri definiscono un’opportunità. L’Europa deve affermarsi come un forte attore globale. Come attore indispensabile. Non dimentichiamo che non c’è un oceano che separa i paesi europei dalla Russia. E i leader europei dovrebbero ricordarlo: le battaglie che coinvolgono i soldati nordcoreani avvengono oggi in luoghi geograficamente più vicini a Davos che a Pyongyang.

La Russia si sta trasformando in una versione della Corea del nord: un paese in cui la vita umana non conta nulla, ma che dispone di armi nucleari e di un forte desiderio di rendere miserabile la vita dei propri vicini. Anche se il potenziale economico complessivo della Russia è di gran lunga inferiore a quello dell’Europa, il Cremlino produce molte volte più munizioni ed equipaggiamenti militari di tutta l’Europa messa insieme. E’ proprio questa la strada delle guerre che Mosca sceglie di percorrere. Putin ha firmato il nuovo accordo strategico con l’Iran. Ha già un trattato globale con la Corea del nord. Contro chi fanno questi accordi? Contro di voi, contro di noi. Contro l’Europa, contro l’America. Non dobbiamo dimenticarlo. Non è un caso. Queste sono le loro priorità strategiche, e le nostre priorità devono essere all’altezza della sfida – in politica, in difesa e in economia. Queste minacce possono essere contrastate solo insieme. Anche per quanto riguarda le dimensioni dell’esercito.

La Russia può schierare circa 1,3, forse 1,5 milioni di uomini. Le nostre forze armate sono più di 800.000. Al secondo posto dopo di noi c’è la Francia, con oltre 200.000 uomini. Poi Germania, Italia e Regno Unito. Tutti gli altri ne hanno meno. Non si tratta di una situazione in cui un paese può mettersi al sicuro da solo. Si tratta di stare tutti insieme per fare qualcosa. Per ora, fortunatamente, l’influenza del regime iraniano si sta indebolendo. Questo dà speranza alla Siria e al Libano. E anche loro dovrebbero diventare esempi di come la vita possa riprendersi dopo la guerra. L’Ucraina sta già intervenendo per sostenere la nuova Siria.  (...) L’Europa potrebbe assolutamente intervenire come donatore di sicurezza per la Siria – è ora di smettere di avere grattacapi da quella parte. E l’Europa, insieme all’America, dovrebbe porre fine alla minaccia iraniana. Al momento non è chiaro se l’Europa avrà un posto a tavola quando la guerra contro il nostro paese finirà. Vediamo quanta influenza ha la Cina sulla Russia. Siamo profondamente grati all’Europa per tutto il sostegno che ha dato al nostro paese durante questa guerra. Ma il presidente Trump ascolterà l’Europa o negozierà con Russia e Cina senza l’Europa? L’Europa deve imparare a prendersi cura di se stessa, in modo che il mondo non possa permettersi di ignorarla.  (...) 

Abbiamo bisogno di una politica di sicurezza e difesa europea unita, e tutti i paesi europei devono essere disposti a spendere per la sicurezza quanto è veramente necessario, non solo quanto si sono abituati a spendere in anni di abbandono. Se serve il 5 per cento del pil per coprire la difesa, che sia pure il 5 per cento. E non c’è bisogno di giocare con i sentimenti delle persone, dicendo che la difesa dovrebbe essere compensata a spese della medicina o delle pensioni o di qualcos’altro: non è affatto giusto. Abbiamo già creato modelli di cooperazione per la difesa dell’Ucraina che possono rendere più forte tutta l’Europa. Stiamo costruendo insieme droni, tra cui alcuni assolutamente unici che nessun altro al mondo possiede. Stiamo producendo insieme artiglieria – e in Ucraina è molto più economica e veloce che in qualsiasi altro paese del mondo. Investire ora nella produzione di droni ucraini significa investire non solo nella sicurezza dell’Europa, ma anche nella capacità dell’Europa di essere un garante della sicurezza per altre regioni vitali. (...) E dobbiamo assicurarci che nessun paese europeo dipenda da un unico fornitore di energia, soprattutto non la Russia. In questo momento, tutto è dalla nostra parte: il presidente Trump esporterà più energia. Ma l’Europa deve farsi avanti e lavorare di più a lungo termine per assicurarsi una vera indipendenza energetica. Non si può continuare a comprare gas da Mosca e allo stesso tempo aspettarsi garanzie di sicurezza, aiuto e supporto dagli americani. E’ sbagliato. (...) L’Europa deve avere un posto al tavolo quando si fanno accordi di guerra e di pace. E non mi riferisco solo all’Ucraina. Dovrebbe essere lo standard. L’Europa merita di non essere solo spettatrice, con i suoi leader che si riducono a postare su X dopo che un accordo è già stato fatto. L’Europa deve definire i termini di questi accordi.

Abbiamo bisogno di un approccio completamente nuovo e più coraggioso nei confronti delle aziende tecnologiche e dello sviluppo tecnologico. (...) L’Europa non è più in testa nella corsa globale alla tecnologia e si trova indietro rispetto all’America e alla Cina. Non si tratta di una questione secondaria: si tratta di debolezza, prima tecnologica ed economica, poi politica. L’Europa è spesso più concentrata sulla regolamentazione che sulla libertà, ma quando è necessaria una regolamentazione intelligente,   esita. Dovremmo garantire il massimo sviluppo tecnologico in Europa e prendere insieme le decisioni importanti, per tutta l’Europa. Dalla produzione di armi allo sviluppo tecnologico, l’Europa deve essere leader. L’Europa deve diventare il mercato più attraente del mondo – e questo è possibile. E infine, l’Europa deve essere in grado di garantire la pace e la sicurezza – per tutti, per sé e per gli altri, per coloro che nel mondo contano per l’Europa. L’Europa merita di essere forte. E per questo ha bisogno dell’Ue e della Nato. E’ possibile senza l’Ucraina e senza una giusta fine della guerra della Russia contro l’Ucraina? Sono certo che la risposta è no. Solo vere garanzie di sicurezza per noi serviranno a garantire la sicurezza di tutti in Europa. E dobbiamo fare in modo che anche l’America ci consideri essenziali. Perché ciò accada, l’attenzione dell’America deve spostarsi sull’Europa. Così che un giorno, a Washington, si dirà: tutti gli occhi sull’Europa. E non a causa della guerra. Ma per le opportunità che ci sono in Europa. L’Europa deve sapersi difendere. Centinaia di milioni di persone visitano l’Europa per vedere i suoi monumenti, per imparare dal suo patrimonio culturale. Milioni di persone nel mondo sognano di vivere come gli europei. Saremo in grado di conservarlo e di trasmetterlo ai nostri figli? Se noi in Europa sapremo rispondere positivamente, l’America avrà bisogno dell’Europa e di altri attori globali.

L’Europa deve plasmare la storia per sé e per i suoi alleati per rimanere non solo rilevante, ma anche viva e grande. Grazie.