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la sveglia

Così la coppia Tusk-Zelensky prova a far uscire Bruxelles dal torpore

David Carretta

Dopo il discorso del presidente ucraino a Davos, ieri è stato premier polacco a rivolgersi agli europei: “Alzate la testa”

Bruxelles. In Europa esistono ancora leader europeisti, che non vogliono cedere al disfattismo di fronte al ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. Dopo la sveglia agli europei di Volodymyr Zelensky martedì a Davos, ieri è stato Donald Tusk a chiedere ai suoi omologhi di “non avere paura” e di “alzare la testa”. Il premier di Varsavia era al Parlamento europeo per presentare il semestre della presidenza polacca del Consiglio dell’Ue. Il motto è “Security Europe!”. Ma, in un discorso a braccio appassionato, Tusk ha evitato di entrare nei tradizionali tecnicismi di queste occasioni, abbandonando il testo scritto con le sette dimensioni di sicurezza su cui la Polonia intende lavorare. Il messaggio ripetuto più volte è: “L’Europa era è e sarà sempre grande”. Non c’è bisogno di un “Make Europe Great Again”. Perché, anche se lo stato d’animo prevalente è quello dell’“incertezza” e del “disorientamento”, “una certa crisi spirituale”, l’Europa “non ha motivo di avere complessi. Oggi, forse le parole più importanti che dovrebbero essere dette qui al Parlamento europeo sono   rivolte direttamente   agli uomini europei: alzate la testa, europei!”, ha detto Tusk.

Il premier polacco ha ricordato le dimensioni dell’Ue, i suoi 450 milioni di cittadini e i suoi 27 stati membri, come hanno superato “le crisi finanziaria, energetica, migratoria, terroristica, la pandemia e la guerra al nostro confine orientale”. Secondo Tusk, il ritorno di Trump rappresenta “un salto nel vuoto, ma dobbiamo ricordarci che l’Europa ha costruito la sua grandezza perché non ha mai avuto paura di lanciarsi nell’ignoto a testa alta”. L’attitudine di alcuni leader in Europa che mostrano di avere complessi di fronte all’economia russa o alla sua scienza è “patetica”, ha denunciato Tusk. L’Europa ha lo stesso diritto di Trump di “parlare in modo altrettanto schietto, altrettanto forte, con la stessa convinzione della sua grandezza, del passato e del presente, e della sua fiducia nel grande futuro del nostro continente e della nostra Unione”, ha spiegato il premier polacco. 

“Potenzialmente possiamo essere una potenza pari a quelle più grandi. Abbiamo la stessa quota di pil mondiale degli Stati Uniti”, ha ricordato Tusk. Il problema dell’Ue non è la debolezza, ma la mancanza di volontà politica e determinazione.

Dopo la guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina, in nessun settore è più vero che nella difesa. “Se l’Europa deve sopravvivere, deve essere armata”, ha avvertito Tusk. Con Trump “la festa è finita. Il tempo della comodità è finito”. Ma la questione della sicurezza, “dobbiamo affrontarla come una sfida positiva”, ha spiegato il premier polacco, che ha fatto ricorso a una frase di John F. Kennedy per scuotere gli europei. “Non chiedete più all’America cosa può fare per la nostra sicurezza. Chiedetevi cosa possiamo fare noi per la nostra sicurezza”. L’Ue e i suoi stati membri non possono più “risparmiare sulla sicurezza. Parlo come primo ministro di un paese che spende già quasi il 5 per cento per la sicurezza. E spende questo 5 per cento non solo per la propria sicurezza, ma per la sicurezza di tutta l’Europa”. Tusk ha invitato gli stati membri a superare la riluttanza verso più spesa o debito comune dell’Ue per la difesa.

A Davos Zelensky ha cercato di dare una scossa simile ai leader europei, sottolineando che Trump non prenderà sul serio l’Ue fino a quando l’Ue non farà sul serio. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, aveva appena finito di illustrare la sua strategia dell’appeasement nei confronti non solo dell’Amministrazione Trump (“Saremo pragmatici”), ma anche verso la Cina di Xi Jinping (“Dobbiamo dialogare in modo costruttivo”). Zelensky ha risposto descrivendo un’Europa ricca, incapace di innovare sul piano tecnologico e di produrre armi, la cui unica ambizione è preservare il proprio benessere, che continua a comprare gas dalla Russia e a sperare che gli Stati Uniti garantiscano la sua sicurezza.   “Il presidente Trump noterà l’Europa?”, ha chiesto il presidente ucraino, sottolineando che gli europei rischiano di restare fuori dal tavolo dei negoziati sulla sicurezza europea. Per Zelensky, “l’Europa deve affermarsi come un forte attore globale, come un attore indispensabile”.

Come Zelensky, Tusk non ha paura di irritare. Al Parlamento europeo, dove l’illusione federalista fa ancora proseliti, il premier polacco ha invitato a “non parlare di un futuro esercito europeo. Sapete benissimo che se avessimo un esercito europeo oggi, la domanda chiave sarebbe: chi ne è alla guida, in quale direzione manderebbe queste truppe europee. Il mio intuito mi dice che se Budapest decidesse questo, questo esercito europeo andrebbe purtroppo in una direzione diversa rispetto a quella scelta da Varsavia”. Tusk ha dato una scossa anche sul Green deal, chiedendo di rivedere il sistema ETS2 che, dal 2027 farà pagare ai cittadini una tassa sulle emissioni per il riscaldamento e i trasporti. “I prezzi elevati dell’energia potrebbero spazzare via più di un governo democratico nell’Ue”, ha avvertito Tusk.
 

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