Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky alla riunione annuale del World Economic Forum a Davos, Svizzera (Getty Images) 

Investire in innovazione per vincere le guerre: la ricetta ucraina a Davos

Kristina Berdynskykh

Alla Casa Ucraina si intrecciano dibattiti politici, droni autonomi e riflessioni sul futuro della sicurezza globale. Tecnologia, resistenza e diplomazia nel cuore del Forum

Kyiv. Il 20 gennaio, giorno in cui Donald Trump ha assunto la carica di presidente degli Stati Uniti, è stata inaugurata la Casa Ucraina al numero 59 di Promenade Street a Davos, in Svizzera. Questo padiglione è situato sulla strada centrale che conduce alla sede principale del World Economic Forum. Sulla Promenade hanno sede anche uffici di altri paesi e di aziende tecnologiche come Meta o TikTok. Dal 2018 le aziende ucraine affittano congiuntamente un edificio separato per tutta la durata del forum, che  nel corso di 4 giorni, diventa una piattaforma per dibattiti socio-politici ed economici sull’Ucraina. Al primo piano della Casa Ucraina, questa volta, è esposta l’opera dell’artista ucraino Oleksiy Say:  quattro enormi lettere di una stele di un villaggio in prima linea, danneggiata durante i bombardamenti, formano insieme la parola “Volja”, volere. 

 
Alla Casa Ucraina, la fondazione dell’imprenditore Victor Pinchuk ha organizzato un dibattito su cosa significhi per l’Ucraina la nuova realtà negli Stati Uniti e in Europa dopo l’ascesa al potere di Trump. Uno dei partecipanti, Charles Gasparino, corrispondente senior della Fox Business Network, ha ipotizzato che il presidente degli Stati Uniti taglierebbe gli aiuti all’Ucraina, giustificando la decisione con la necessità di risolvere i problemi interni. Ma questo non significa che consegnerà l’Ucraina a Putin: “Trump non vuole apparire debole”, ha affermato. E Walter Mead, editorialista del Wall Street Journal, ha ricordato a tutti la reazione russa alla vittoria di Trump alle elezioni americane: il canale televisivo di stato Rossja 1 ha mostrato foto di nudo di Melania Trump, la moglie del presidente: “Nel mondo di Trump, questo è un grande insulto”, ha detto. Ora Putin ritiene di aver superato tutti i leader occidentali. E più chiedono un accordo rapido per porre fine alla guerra, più alto sarà il prezzo. “Finora, Putin non pensa di perdere la guerra”, ha concluso Mead.

 

La giornalista ucraina Natalia Gumenyuk, cofondatrice del Laboratorio di giornalismo di interesse pubblico, spiega che ora è importante parlare non di quali concessioni l’Ucraina è pronta a fare nei negoziati, ma di quali garanzie di sicurezza e chi può fornirle. “Gli americani parlano, gli europei agiscono. Ma  gli europei rispondono: non possiamo fare a meno degli americani”, dice Gumenyuk al Foglio. Le discussioni sui futuri negoziati di pace sono ancora molto astratte. Per raccontare come si presenta realmente la situazione al fronte, Yegor Firsov, sergente capo della compagnia di droni d’attacco, si è recato all’estero per la prima volta dopo l’invasione su vasta scala. Non prendeva l’aereo da più di tre anni e ogni rumore forte nelle strade svizzere lo metteva in guardia. “E’ un’abitudine e la reazione del corpo dopo il fronte”, dice.

 

A Davos ha parlato del fatto che l’esperienza ucraina dovrebbe catturare l’attenzione dei partner occidentali sullo sviluppo di un nuovo concetto di sicurezza. “Dimenticheremo gradualmente i metodi tradizionali di guerra; in futuro saranno i robot a combattere”, è fiducioso Firsov. I cambiamenti stanno avvenendo così rapidamente, afferma, che anche durante il suo breve viaggio a Davos, la tecnologia sarà già progredita. Il 70 per cento degli attacchi  al fronte vengono già effettuati tramite droni. Uno dei droni è stato portato a Davos da Yaroslav Azhnyuk, CEO e fondatore dell’azienda ucraina “Quarta legge”, che sviluppa moduli di autonomia per droni. A dicembre aveva già mostrato questo nuovo sistema al cancelliere tedesco Olaf Scholz durante la sua visita a Kyiv.

 

“Spiego a tutti a Davos che anche un normale drone Fpv è come un iPhone nel mondo della guerra, integra l’artiglieria e altre armi”, afferma Azhnyuk. Se i droni fossero autonomi e controllati non dai piloti ma dai computer, le loro capacità aumenterebbero di migliaia di volte. Contemporaneamente, i primi droni autonomi hanno già iniziato a essere utilizzati sui campi di battaglia. Avverte che non sono solo gli ucraini a essere costantemente alla ricerca di nuove tecnologie militari. Russia, Cina e Iran si comportano allo stesso modo. L’Europa invece è molto indietro: “Il focus tecnologico dovrebbe essere in Europa”.

 

Il Forum di Davos è esattamente il luogo in cui, oltre a discutere di problemi e sfide globali, si parla anche di innovazioni tecnologiche. Alcune di queste si possono vedere direttamente per strada: quest’anno un robot a quattro zampe della Dhl ha camminato lungo la Promenade. Gli ucraini hanno cercato di richiamare l’attenzione sulla guerra con l’aiuto di un prodotto di intrattenimento diventato famoso in tutto il mondo: nel novembre 2024, GSC Game ha pubblicato il videogioco “S.T.A.L.K.E.R.2: Heart of Chernobyl”.

 

Nei primi due giorni dopo l’uscita, sono state vendute più di 1 milione di copie del gioco. Tutte le azioni del gioco si svolgono in un contesto post apocalittico, nella zona di esclusione della centrale nucleare di Chernobyl, dove si verificò un disastro nel 1986. Mentre si superano i numerosi ostacoli, si sentono in sottofondo brani di musicisti ucraini, spesso giovani artisti. “Abbiamo cercato di farlo in modo tale che le persone potessero dire con orgoglio che è stato creato in Ucraina”, ha affermato Evgen Grigorovich, ceo di GSC Game a Davos. A giudicare dal successo del prodotto in tutto il mondo, ci è riuscito. Khrystyna Boychuk, militare della Guardia nazionale ucraina, ha ringraziato i creatori di S.T.A.L.K.E.R.2 per aver immerso le persone nella realtà ucraina. Anche se il gioco è ambientato nella zona di esclusione di Chernobyl, la realtà virtuale le ricorda cosa sta accadendo in questo momento sul campo di battaglia nel Donbas: “La Russia sta trasformando città pacifiche in terra bruciata”, afferma Boychuk. Dopo aver sperimentato i vantaggi al fronte, l’esercito russo conquisterà sempre più territori; non ha intenzione di fermarsi a negoziare, aggiunge Firsov. “"”Forse qualcuno a Davos penserà che soffro di disturbo da stress post-traumatico, ma vedo la situazione sul campo di battaglia”.

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