Il ritratto
Chi è Ross Ulbricht, il fondatore del mercato nero Silk Road liberato da Trump
Un giudice l'ha definito un “boss di un’impresa mondiale digitale di traffico di droga”, ma per alcuni gruppi crypto-libertari è un eroe. Oggi è fuori di prigione, dopo che il tycoon ha mantenuto la promessa di graziarlo, insieme ad altri 1600 vichinghi di Capitol Hill
Oltre ai 1.600 partecipanti all’assalto al Campidoglio, c’è un’altra persona graziata da Trump a poche ore dal suo ritorno alla Casa Bianca. Si tratta di Ross Ulbricht, 40enne texano arrestato nel 2013 per traffico di droga e riciclaggio di denaro tramite il suo sito di e-commerce Silk Road. Considerato poi che avrebbe assoldato dei killer per far fuori ex dipendenti di Silk Road – omicidi che non sono avvenuti – i giudici gli avevano dato due ergastoli più 40 anni di carcere, oltre all’obbligo di pagare 183 milioni di dollari, cioè i soldi guadagnati con la droga e con la creazione di documenti falsi. Boy scout, studente di fisica, esperto di cristallografia, si era appassionato alle idee libertarie e aveva deciso di fare fortuna sul web. Tutto è iniziato da una libreria online – dopotutto, come insegna la storia di Jeff Bezos, dal vendere tascabili su internet a conquistare il mondo è un attimo. E così nasce Good Wagon Books, che vende volumi usati online e che Ulbricht fonda con un suo amico.
Nel frattempo, legge sempre più romanzi distopici libertari e pensa: perché non creare un posto dove tutto è acquistabile tramite anonimato? E così, sul modello della millenaria Via della Aeta nasce un grande mercato dove si aggirano indirizzi Ip e si resta anonimi, grazie a Tor e server intermediari, pagando con le criptovalute. Un grande mercato nero dove tutto è disponibile: oppioidi, cocaina, erba, Md, medicine, documenti d’identità, Lsd, Red Bull thailandese (molto più forte di quella normale), nuove potentissime droghe colombiane come “il respiro del Diavolo”, manuali per hackerare i bancomat, steroidi, sicari, biscotti alla marijuana e libri erotici. Silk Road aveva circa un milione di utenti registrati, il 30 per cento residenti negli Stati Uniti. Ulbricht online si sarebbe fatto chiamare Pirata Roberts, nickname tratto da La storia fantastica di Rob Reiner, un cult millennial. Nel 2015 viene beccato da un agente infiltrato del Fbi e viene arrestato in una biblioteca pubblica di San Francisco.
Un giudice condanna le sue azioni come “terribilmente distruttive per il nostro tessuto sociale”, e lo definisce un “boss di un’impresa mondiale digitale di traffico di droga”. Diventa un eroe di alcuni gruppi crypto-libertari. A una conferenza sui Bitcoin a Miami manda un audiomessaggio dalla prigione, riprodotto sul palco, celebrato anche perché è stato uno dei primi a usare la crypto per poter fare acquisti online, sdoganandone l’uso quando era ancora una pratica underground. Trump in campagna elettorale partecipa a un evento del partito libertario e tra la folla ci sono decine di cartelli che dicono “Free Ross”. Stessa scena a una conferenza Bitcoin a Nashville. Il candidato repubblicano 78enne promette la sua liberazione, e appena diventa presidente lo fa, dicendo sui social di aver chiamato personalmente sua madre “in suo onore e in onore del movimento libertario”.
“La feccia che l’ha incriminato è la stessa che ha organizzato la strumentalizzazione della giustizia contro di me”, aggiunge. Oltre al supporto elettorale dei libertari, Trump in campagna elettorale ha anche ottenuto oltre 100 milioni di dollari dall’industria delle crypto, grazie ai nuovi amici della Silicon Valley, a personaggi come David Sachs, molto amico di Musk e futuro “IA e crypto zar” della Casa Bianca. Dopo le elezioni Ulbricht aveva fatto twittare dal carcere: “Provo immensa gratitudine per chi ha votato il presidente Trump per mio conto. Finalmente riesco a vedere la luce della libertà alla fine”.
Se i vichinghi di Capitol Hill sono stati liberati come segno di riconoscenza per l’estrema fedeltà nel momento del bisogno, la grazia a Ross è invece un segnale al mondo dei cryptobro, a cui l’ha avvicinato il vicepresidente J. D. Vance, e su cui sta già lucrando con un memecoin, $Trump, valuta digitale “per patrioti”, che in un giorno è passata dai 75 centesimi a 18 dollari. Dopo un’iniziale scetticismo verso questi investimenti “da giovani” Trump si è lasciato andare all’hype, celebrato dalla folla che chiede zero regolamentazioni. “Trasformeremo gli Usa nella capitale mondiale delle criptovalute”, ha detto. Secondo gli inquirenti sarebbero diversi i morti riconducibili agli acquisti fatti su Silk Road nei suoi tre anni di attività.
Il presidente-venditore