Trump ordina di desecretare i dossier sugli omicidi di Jfk, di Robert Kennedy e di Martin Luther King
Il presidente ha chiesto al suo procuratore generale e al direttore dell'intelligence di fornirgli un piano entro 15 giorni. Ma il 99 percento dei documenti è già stato divulgato, secondo la National Archives and Records Administration
Donald Trump ha ordinato alle agenzie di sicurezza americane di elaborare piani per desecretare e divulgare tutti i documenti governativi relativi agli assassinii del presidente John F. Kennedy, di suo fratello, il senatore Robert F. Kennedy, e dell'attivista e pastore protestante Martin Luther King, pioniere della lotta per i diritti civili degli afroamericani. Il presidente americano ci aveva già provato durante il suo primo mandato, ma alla fine aveva accettato alcune censure su richiesta delle agenzie di intelligence per proteggere informazioni sensibili come i nomi degli agenti della Cia, i metodi di raccolta di informazioni e le partnership. Ora Trump dice che quelle censure "non sono coerenti con l'interesse pubblico e la divulgazione di questi documenti è attesa da tempo". Nel suo ordine Trump ha chiesto al suo procuratore generale e al direttore dell'intelligence di fornirgli un piano entro 15 giorni "per la piena e completa divulgazione dei documenti". I funzionari avranno poi 45 giorni per elaborare il piano.
Dopo avere firmato l'ordine esecutivo, Trump ha mostrato la penna usata per la firma. "Datela a Robert F. Kennedy Jr", ha aggiunto riferendosi al figlio di Bob Kennedy e nipote di Jfk, che ha scelto come suo ministro della sanità. Kennedy Jr si è detto in passato convinto che la Cia abbia giocato un ruolo nella morte di suo zio e che ci siano prove anche di un suo coinvolgimento nella morte di suo padre.
Trump si è a lungo lasciato andare a teorie cospirative sull'omicidio di JFK nel novembre 1963, sostenendo persino che il padre del senatore Ted Cruz del Texas, uno dei suoi rivali alle primarie repubblicane nel 2016, fosse associato all'assassino Lee Harvey Oswald. Una testimonianza al processo contro Trump, l'anno scorso, ha rivelato come il settimanale scandalistico National Enquirer, che all'epoca stava aiutando Trump, avesse fabbricato quell'accusa usando foto ritoccate per diffamare Cruz. Kennedy Jr. a sua volta sottoscrive le teorie cospirative sull'omicidio del presidente, suo zio, a Dallas: ha detto che "ci sono prove schiaccianti che la Cia sia coinvolta nel suo omicidio".
Come ricorda il New York Times, una legge del 1992 ha imposto che i documenti relativi all’assassinio di JFK, a eccezione di quelli che avrebbero potuto causare un “danno identificabile” alla sicurezza nazionale tale da superare il valore della divulgazione, fossero resi pubblici entro 25 anni. Arrivati a scadenza, nel 2017, Trump pubblicò alcuni documenti ma concesse più tempo alle agenzie di intelligence per completare il lavoro. Nel 2023, il presidente Biden ha desecretato altri documenti ancora. Dei circa 320.000 documenti esaminati dall'approvazione della legge, il 99 percento è stato divulgato, secondo la National Archives and Records Administration. Ma quando il signor Biden ha rilasciato la sua certificazione, 2.140 documenti sono rimasti completamente o parzialmente secretati. Altri 2.502 documenti sono stati trattenuti per motivi estranei alla competenza del presidente, come sigilli ordinati dal tribunale, regole di segretezza della giuria, limiti alla privacy fiscale o restrizioni imposte da persone che hanno donato documenti. Altri 42 documenti sono stati trattenuti per una serie di altri motivi.
Il presidente-venditore