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costi quel che costi

Obiettivo: crescita. Londra prova a rilanciare l'economia esangue

Cristina Marconi

Il governo di Keir Starmer ha smesso di essere ecologista, moralista, cauto, ideologico, e ha iniziato a giocarsi tutte le carte possibili per tentare di ribaltare sondaggi e indicatori economiche 

Obiettivo crescita, costi quel che costi, partendo dalla deregulation e dai grandi investimenti, pure quelli controversi come la terza pista d’atterraggio di Heathrow e i permessi edilizi nelle zone verdi, senza che i costruttori “debbano preoccuparsi di pipistrelli e gechi” con costosi tunnel appositi. Tutt’a un tratto il governo di Keir Starmer ha smesso di essere ecologista, moralista, cauto, ideologico, e ha iniziato a giocarsi tutte le carte possibili per tentare di ribaltare sondaggi e indicatori economici esangui. La cancelliera Rachel Reeves, in odor di sostituzione nelle settimane passate, ha dichiarato, in un discorso molto anticipato, di non essere soddisfatta dello stato dell’economia e di voler “rimuovere le strettoie dal lato dell’offerta” per rilanciare gli investimenti e liberare la tanto bramata crescita.

Tra questi ha citato lo stadio Old Trafford di Manchester, da trasformare nello Wembley del nord, e la zona tra Oxford e Cambridge, che nelle intenzioni diventerà la Silicon Valley d’Europa grazie a collegamenti migliori tra le due città universitarie – al momento ci vogliono due ore e mezzo in treno per poco meno di 200 chilometri – e a misure attraenti per i talenti internazionali, in un discorso che rappresenta una netta inversione a U rispetto alla manovra di ottobre, quando erano stati annunciate una serie di misure lacrime&sangue che le hanno alienato al governo la simpatia delle imprese. Tra queste spiccava infatti, l’aumento dei contributi per i lavoratori, con il risultato che ci sono state meno assunzioni e molti tagli del personale, come quelli annunciati ieri con tempismo perfetto dalla catena di supermercati Tesco. Reeves ha difeso lo spirito di quelle decisioni, spiegando che “la responsabilità ha un costo, ma quello dell’irresponsabilità è più alto”

Ma ora il tono è cambiato, in modo urgente: già sulla stretta nei confronti dei non dom, che davanti alla prospettiva di pagare più tasse anche sulla successione se ne sono andati dal Regno Unito, il governo ha annunciato un passo indietro e ora Starmer non ha avuto remore a citare addirittura Maggie Thatcher come modello della determinazione che Downing Street intende mostrare. Se sulla responsabilità fiscale Reeves ha voluto tenere il punto, su tutto il resto la cancelliera, apparsa più conciliante sebbene continui a parlare come se il Labour avesse vinto le elezioni la settimana scorsa, ha annunciato una serie di investimenti, tra cui uno da 65 milioni per rafforzare la rete per le auto elettriche, il rilancio di un aeroporto in Yorkshire e uno da 30 miliardi per l’energia pulita nelle case grazie all’eolico offshore. 

 

                 

 

Il problema principale delle misure annunciate è che sono tutte a lunghissimo termine: la terza pista a Heathrow, ammesso che si riesca a farla, porterà a un aumento del pil dello 0,43 per cento entro il 2050 e alla creazione di 100 mila posti di lavoro, oltre a collegare il Regno Unito a paesi emergenti che non riescono a trovare uno slot negli affollatissimi aeroporti, a 17 anni dalla costruzione dell’ultima pista di atterraggio nel paese. L’annuncio è stato subito seguito da una pioggia di critiche, tra cui quella del sindaco di Londra Sadiq Khan, mentre Michael O’Leary, il boss di Ryanair, ha detto che “la cancelliera non ha la minima idea di come dare una spinta alla crescita, ha avuto cinque anni per pensarci e ha sbagliato tutto alla sua prima finanziaria”.

Parlando dalla fabbrica Siemens nell’Oxfordshire, Reeves ha spiegato che la creazione di una Silicon Valley passa attraverso la creazione di un sistema in grado di attirare talenti da tutto il mondo, continuando però a ridurre l’immigrazione generale. Una vita politica fa, Boris Johnson diceva di essere politicamente “a favore della botte piena e della moglie ubriaca”, mentre Reeves ha detto che “non c’è contraddizione tra la crescita e lo zero net, al contrario”. E quindi occorre affrontare il problema della bassa produttività, del sotto investimento cronico, facendo del Regno Unito il posto migliore dove investire, nonostante i messaggi contrastanti

Parole concilianti sono state spese sia nei confronti degli Stati Uniti, dove Peter Mandelson si prepara a partire come ambasciatore dopo aver definito “poco accorte e sbagliate” le sue critiche a Trump, sia nei confronti della Ue, e Reeves ha annunciato che il sottosegretario al Commercio andrà in India per riprendere il discorso dell’accordo di libero scambio. La crescita, d’ora in poi, andrà cercata ovunque. 
 

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