politica in fumo
La California tra incendi, speranze trumpiane e sfide democratiche
Nel nord-est di Los Angeles fumo e cenere nascondono ancora il rischio di una sfida politica senza precedenti per i democratici: mentre i repubblicani sperano di minare la roccaforte blu, gli errori nella gestione degli incendi potrebbero avere conseguenze devastanti per il futuro del governatore Newsom e della vicepresidente Harris
Tra il fumo e la cenere del nord-est di Los Angeles, ad ardere è soprattutto la speranza dei trumpiani di prendersi la California. O almeno, se non proprio di conquistarla, quanto meno di renderla un po’ meno democratica. Fino a qualche mese fa la sola idea sembrava impensabile: la California è uno degli stati più di sinistra d’America, una roccaforte democratica in cui, alle presidenziali, i repubblicani non toccano palla dai tempi di Bill Clinton. Eppure, nell’America di Donald Trump tutto cambia molto in fretta.
Per esempio, lo scorso novembre, qui Trump ha preso il 38 per cento, il risultato migliore per un repubblicano dal 2004. Un risultato in grado di impensierire ineditamente democratici. “Ai repubblciani non importa davvero di vincere in California: certo, gli piacerebbe. Ma, almeno per ora, non è questo il punto. Il punto è che i democratici temano di perdere. E se i democratici dovessero temere di perdere la California questo li costringerebbe a fare campagna elettorale qui, dove non ne fanno da anni. E questo sottrarrebbe enormi capitali da altri stati e altre campagne”. A parlare così è Phil Matier, storico editorialista di San Francisco Chronicles che racconta al Foglio perché le conseguenze politiche ed elettorali degli incendi potrebbero essere enormi: “La California è uno stato di quelli considerati ‘a partito unico’, il che significa che di fatto c’è un solo partito che vince sempre e che è sostanzialmente egemone. E questo controllo quasi completo significa che quando le persone dovranno prendersela con qualcuno per gli incendi o per i ritardi nei soccorsi o per la difficoltà nell’avere ristori avranno solo un partito con cui prendersela: cioè quello democratico. E probabilmente lo faranno a buon titolo perchè è oggettivo che da parte dell’amministrazione democratica della California sono stati fatti molti errori: è oggettivo che le infrastrutture per il contenimento degli incendi si sono rivelate inadeguate, ed è oggettivo che le forze dei vigili del fuoco non sono quelle che dovrebbero essere in uno stato così a rischio incendi. E questi errori sono un grande asso nella manica per Trump. Anche perché, nel corso del suo primo mandato, lo aveva detto”.
L’episodio a cui si riferisce Matier è quello dei grandi incendi di Paradise nel 2018. “Furono incendi enormi, nel corso dei quali morirono più di 80 persone. E Trump, che era presidente, attaccò il governatore Newsom per la gestione forestale della zona e per la lentezza e l’inadeguatezza dei sistemi antincendio. Newsom rispose sdegnato e disse che il presidente stava strumentalizzando in modo cinico una tragedia. Forse era vero. Ma sta di fatto che, dopo gli incendi, nella zona di Paradise le autorità della California presero a fare quello che aveva detto Trump, ossia investire sui sistemi antincendio. Certo, forse lo avrebbero fatto comunque. Ma agli atti rimane che lo hanno fatto dopo che lo aveva detto Trump”.
Così, il punto vero per capire cosa succederà alla politica e alle elezioni in California non sono tanto gli incendi, che per i vigili del fuoco sono oggi ormai "completamente contenuti". quanto la ricostruzione e i ristori di domani. “Se davvero gli aiuti federali dovessero essere vincolati dalla presidenza alle politiche locali, potrebbero esserci pressioni sul governatore affinchè rinunci ad alcune politiche squisitamente democratiche, come quelle di tutela ambientale, per sbloccare gli aiuti. D’altra parte però questo potrebbe alienargli parte dell’elettorato più di sinistra, riducendo la sua base elettorale. Allo stesso tempo, poi, è verosimile che ci saranno enormi problemi legati alla solvibilità delle assicurazioni. O alla loro assenza completa. Altri potrebbero arrivare dalla ricostruzione e dal modo in cui sarà gestita”.
In ballo non c’è solo il futuro politico della California, ma anche quello dello stesso partito democratico: “Ci sono due leader il cui destino dipende dalla gestione di questi incendi: Gavin Newsom, l’attuale governatore, e Kamala Harris. Secondo voci molto insistenti, l’ex vicepresidente, potrebbe candidarsi a governatrice nel 2026 in attesa di ritentare la presidenza nel 2028. Se le elezioni del 2026 dovessero andare male, o essere vinte con un margine ristretto, le carriere di entrambi sarebbero probabilmente finite. E il partito democratico si ritroverebbe privo di due dei suoi più importanti leader”.
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