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Nuove guide

Meloni punta su Marion Maréchal come volto europeo dei conservatori

Pietro Guastamacchia

Per una destra liberale, ma conservatrice. L'Ecr guarda alla nipote di Marine Le Pen come punto di contatto tra la premier italiana e la destra francese, la cui alleanza è frenata dai rapporti transatlantici e dalle relazioni con Musk

Bruxelles. Ci sarà una Giorgia a Parigi? L’Ecr ci sta pensando e guarda a Marion Maréchal. Agli Study Days del gruppo dei Conservatori e Riformisti, in corso in questi giorni nella capitale francese, la nipote di Marine Le Pen, ex alleata di Éric Zemmour e oggi leader del nuovo partito Identité et Liberté, si prende la scena e rilancia il suo progetto di una nuova destra transalpina: più governista e più trumpiana del Rassemblement National di zia Marine.

Che a Maréchal piaccia Meloni non è un segreto. Le Parisien, infatti, sostiene che la giovane leader dei conservatori francesi non solo “ha fatto man bassa di idee e stile di Meloni” sin dall’inizio del 2024, puntando a “una destra liberale, ma conservatrice dal punto di vista sociale”, ma rappresenta anche il punto di contatto più forte tra la premier italiana e la destra francese.

I contatti si estendono anche a una rete personale, tramite il marito Vincenzo Sofo, ex eurodeputato di Fratelli d’Italia, e politica, grazie a una serie di presenze e collaborazioni con think tank italiani, aumentate da quando, il mese scorso, ha assunto la vicepresidenza dell’Ecr assieme a Carlo Fidanza di FdI. Un segnale che il partito punta su di lei, e gli addetti ai lavori scommettono che il motivo sia anche il suo stile, la sua energia e il suo carattere, che ricordano la Meloni da campagna elettorale e possono controbilanciare la scelta, tutta politica e molto poco d’immagine, di affidare la guida del partito all’ex premier polacco Mateusz Morawiecki, la cui verve viene percepita meglio ad altre latitudini.

Ad accentuare l’interesse del mondo meloniano nella parabola di Maréchal, però, c’è anche il gelo tra la presidente del Consiglio e zia Marine. I rapporti tra Meloni e Le Pen, infatti, sono complicati: la storica leader della destra francese fatica a riconoscere alla premier italiana un primato nella guida delle forze conservatrici. Le Pen, inoltre, ha più volte criticato le svolte governiste di Meloni, arrivando a contestare frontalmente, lo scorso marzo, la sua “alleanza” con von der Leyen. Un assist a Salvini, che ha galvanizzato i leghisti, suoi alleati in Ue, ma ha irritato i colonnelli di Fratelli d’Italia, che infatti non hanno dimenticato l’affronto.

A separare Giorgia (e Marion) da Le Pen ci sono anche i rapporti transatlantici e, soprattutto, le relazioni con lo strano fenomeno Musk. Nell’universo di Marine Le Pen, infatti, permane un certo scetticismo storico verso la politica estera americana, che si trasforma in vera e propria diffidenza quando si parla del patron di X, considerato dai lepenisti un ultraliberale.

Le percentuali, al momento, però, pendono tutte a favore di zia Marine: il Rassemblement National viaggia sopra il 30 per cento dei consensi, mentre il neonato movimento di Marion Maréchal fatica a superare la soglia dei pochi punti strappati a Reconquête, il partito dell’ex alleato Éric Zemmour, con cui Maréchal ha tagliato i ponti lo scorso anno, poco dopo l’ingresso nell’Ecr. Divari incolmabili? Forse, ma qualcuno nei conservatori francesi ironizza: “Anche Salvini stava al 30 per cento e Meloni sotto al 10...”.

Con la politica francese che, tra ripetute crisi di governo, si “italianizza” – come scrive disgustata la stampa d’Oltralpe – le elezioni sono sempre più vicine. E chissà che, prendendo ispirazione da Roma, non si riesca a ottenere qualche risultato anche a Parigi. La prima sfida per testare le acque potrebbe essere proprio quella per la carica di sindaco di Parigi, su cui Maréchal confessa: “C’è una riflessione in corso”. Una sfida in salita contro popolari e liberali, ma anche un buon terreno per competere con il Rassemblement National, che per la capitale dovrebbe schierare Thierry Mariani ma che, nei sondaggi, si attesta su percentuali ben inferiori rispetto alla media nazionale. L’Ecr, dunque, si assicura un’ambasciatrice a Parigi, che per l’occasione porta tutti gli eurodeputati conservatori in visita alla nuova cupola di Notre-Dame. Il resto della sfida è una partita a lungo termine, ma per giocarla i conservatori europei puntano su Maréchal.