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Il colloquio
13 attacchi al giorno contro gli ebrei in Germania. “Non si nascondono più”, dice Broder
Più di 5.100 reati contro gli ebrei nel 2024: “Abbiamo importato antisemiti che sono molto orgogliosi di essere tali”. Intervista con il giornalista e scrittore tedesco
In Germania nel 2024 ci sono stati più di 5.100 reati antisemiti. Una media di tredici al giorno. Lo afferma il ministero federale dell’Interno in risposta a una inchiesta della deputata di sinistra Petra Pau. Il commissario federale contro l’antisemitismo, Felix Klein, ha messo in guardia sul Rheinische Post contro una “normalizzazione dell’antisemitismo” in Germania. “L’odio verso gli ebrei sta diventando più frequente, più veemente e più spudorato, e si verifica in tutti gli ambiti della società. La vita ebraica in questo paese è ora più a rischio che in qualsiasi altro momento dai tempi della Shoah”.
“Per la prima volta nella storia tedesca, gli antisemiti non si nascondono più” dice al Foglio Henryk Broder, 78enne ebreo tedesco, autore di bestseller, uno dei giornalisti più celebrati di Germania che scrive una rubrica per la Welt. “La situazione attuale è il risultato delle politiche degli ultimi anni, ovvero l’accoglienza di tutti” continua Henryk Broder al Foglio. “Non c’è mai stato un tempo in Germania senza antisemiti, ma ora è socialmente accettabile essere antisemita. Karl Lagerfeld lo aveva detto con una semplicità geniale: ‘Non puoi uccidere sei milioni di ebrei e poi portare nel paese milioni dei loro peggiori nemici’. Non sono stato io a inventare il termine ‘antisemitismo importato’, ma l’ho reso popolare nel 2014 in un articolo sul quotidiano Bild. Naturalmente, a quel tempo si negava con veemenza che esistesse un simile antisemitismo. Ora le cose sembrano diverse. Abbiamo importato antisemiti che sono molto orgogliosi di essere antisemiti. Siamo all’happy hour antisemita e ogni weekend ci sono manifestazioni contro gli ebrei e Israele. Non si nascondono più sotto il tavolo, sono fieri. Importiamo energia che non produciamo più e importiamo antisemiti. Al governo sono serviti dieci anni per ammetterlo”.
Berlino, Amburgo, Monaco, Stoccarda: nelle principali città tedesche ormai si parla apertamente di “zone vietate agli ebrei”, dove un ebreo non dovrebbe farsi riconoscere. “E’ pericoloso farsi vedere come ebreo in pubblico” dice Broder. “A Stoccarda, la comunità ebraica ha pubblicato una newsletter per i fedeli: ‘Non andate in certe aree della città’. Ci sono zone vietate. Milleduecento persone assassinate in Israele in un solo giorno e cosa succede dopo? Non orrore per l’antisemitismo, ma lo scoppio della più grande ondata di antisemitismo dalla fine della Seconda guerra mondiale”.
Intanto proseguono le manifestazioni, quasi quotidiane, contro Israele. “Nelle manifestazioni devo dire che la percentuale di tedeschi nativi è relativamente bassa, ma Hamas è molto popolare. Gran parte dei manifestanti sono arabi e palestinesi che cercano di sfruttare il senso di colpa tedesco. Hanno manifestato anche davanti al nostro ministero degli Esteri gridando ‘liberate Gaza dal senso di colpa tedesco’. Capito? Non siate più in colpa per la Shoah e aiutateci a eliminare Israele. Stanno facendo un appello a un sentimento popolare per cui Hamas può finire il lavoro interrotto nel 1945. Stanno dicendo: ‘Finiremo il problema ebraico in medio oriente e in Europa’.
Attualmente nel mondo ci sono quattordici milioni di ebrei. Nella sola Mumbai vivono oltre venti milioni di persone. Ma a quanto pare la gente è infastidita da quei quattordici milioni. Il mondo ha un problema con gli ebrei. Semplicemente perché esistono. Non so perché, ma a quanto pare il mondo ha un conto in sospeso con gli ebrei. Il lavoro abbandonato a metà del 1945 deve essere portato a termine. Questa volta in Palestina, ‘dal fiume al mare’. Laddove ai tempi del nonno e della nonna si gridava, ‘fuori gli ebrei, in Palestina!’, oggi si dice ‘fuori gli ebrei dalla Palestina!’”.
Molti mettono in dubbio che in futuro ci sarà ancora una vita ebraica in Europa. Conclude Broder: “Ci sarà ancora una vita ebraica in Europa, ma gli ebrei saranno relegati in certe zone e ci saranno ancora comunque i religiosi che si sacrificheranno, mentre i laici lasceranno. La domanda è: per dove? In Francia? La situazione è persino peggiore. A Tel Aviv? Questa è la catastrofe del 7 ottobre: l’altra parte ha visto che Israele può essere sconfitto. Ecco perché sono estremamente preoccupato. Forse molti ebrei torneranno a est: Cracovia, Praga, Budapest, Breslavia. I luoghi della Shoah, dove oggi sono molto più al sicuro. L’ironia della storia?”.
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