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Radoslaw Sikorski (Ansa)
Armonia europea
L'Ue non deve temere Trump, ci dice Sikorski. Le proposte della Polonia per uno scudo europeo
"Spero che l’aggressore non venga premiato per la sua aggressione". Su Kyiv l’Ue non deve fare “la Yalta del 21° secolo”. Intervista al ministro degli Esteri polacco
Bruxelles. L’Unione europea deve rifiutare una “Yalta del 21esimo secolo” alle spalle dell’Ucraina, ma non deve avere paura di Donald Trump e deve cercare di sviluppare “un’autonomia armoniosa” con la nuova Amministrazione americana sia sulla difesa sia sull’economia, dice Radoslaw Sikorski, il ministro degli Esteri polacco, che il Foglio ha incontrato ieri con un gruppo di media europei. Dal primo di gennaio, la Polonia ha la presidenza di turno del Consiglio dell’Ue. Dopo il ritorno di Donald Tusk come primo ministro e complice la debolezza dei leader di Francia e Germania, Varsavia ha rafforzato il suo peso politico negli equilibri europei. E’ meglio piazzata delle capitali occidentali per conoscere la minaccia della Russia ed è sufficientemente atlantista (nel senso tradizionale del termine) per mantenere il sangue freddo di fronte a Trump.
Le priorità della Polonia per la presidenza dell’Ue è la sicurezza dell’Europa, che passa anche da una pace giusta in Ucraina. “Spero che l’aggressore non venga premiato per la sua aggressione”, dice Sikorski. “Abbiamo bisogno di questo non solo per il bene dell’Ucraina, ma anche per il bene dell’Europa e della Russia. Non sono d’accordo con coloro che affermano che Putin debba salvare la faccia. Al contrario: Putin deve essere visto come un fallimento affinché la Russia si liberi della sua mentalità imperiale”.
Al momento nessuno a Bruxelles o nelle capitali europee ha le idee chiare su cosa intenda fare Trump su Kyiv. Alcuni sperano che il suo inviato speciale Keith Kellogg o il vicepresidente J. D. Vance facciano chiarezza alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco della prossima settimana o durante gli incontri a Parigi sull’Intelligenza artificiale. I timore di un accordo diretto fra Trump e Putin rimane. “Per quanto riguarda un accordo, la cosa principale è che l’Ucraina deve partecipare in tutto ciò che la riguarda. Non dobbiamo fare la Yalta del 21esimo secolo”, spiega Sikorski. Pur dicendosi “scettico” sull’ipotesi di un “summit anticipato” con Putin, vuole offrire il beneficio del dubbio a Trump. “Dovremo giudicare il risultato”. Quel che deve fare l’Ue è “iniziare a pensare a come rifornire l’Ucraina (di aiuti finanziari e armi) per gli anni a venire in modo da convincere Putin che siamo qui per il medio termine e che i suoi calcoli secondo cui ci stancheremo o che non siamo abbastanza determinati sono errati”. La Polonia, molto più degli altri grandi paesi dell’Europa occidentale, considera la Russia una minaccia esistenziale. Al suo confine sta costruendo un sistema per proteggersi e reagire a un’invasione di terra: lo scudo orientale. Il premier Tusk spinge tutta l’Europa a riarmarsi e sta facendo apertamente campagna per introdurre nuovi strumenti di debito comune dell’Ue per finanziare la difesa.
Al vertice informale dei capi di stato e di governo di lunedì ha ricevuto un secco “no” dal cancelliere tedesco, Olaf Scholz. “Non voglio interferire con la campagna elettorale tedesca”, ma “mi auguro” che il prossimo governo “rivedrà” la sua posizione sui “bond per la difesa”, dice Sikorski. Per costruire la difesa europea, servono “soldi reali”, altrimenti “non accadrà”. Nell’Ue possono essere “ristrutturati” i fondi esistenti, possono essere usate “le risorse non spese” di NextGenerationEU oppure possono essere fatti “nuovi debiti”. Un’altra nuova idea piace a Sikorski: “Una banca per il riarmo” costruita sul modello della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo dopo la caduta del blocco comunista. “Potrebbe essere aperta non solo agli stati membri dell’Ue, ma anche ad altri paesi affini come Norvegia, Regno Unito, Giappone”, dice il ministro. Inoltre, “la partecipazione sarebbe volontaria”. Gli stati membri neutrali o apertamente filo russi, come l’Ungheria, potrebbero starne fuori. Atlantista vecchia maniera, Sikorski spiega di non essere “un grande fan dell’espressione autonomia strategica” promossa dalla Francia, “perché suggerisce una sorta di tensione e competizione con gli Stati Uniti. Ciò di cui abbiamo bisogno è armonia strategica. Dobbiamo rafforzare la postura difensiva dell’Europa in armonia con gli Stati Uniti”. I paesi europei devono “essere in grado di garantire la protezione del perimetro dell’Europa da soli”, in particolare il Nord Africa e i Balcani. Ma “dissuadere Putin è un compito per la Nato. L’Europa non è in grado di farlo da sola”, dice il ministro.
Di fronte alle minacce di Trump contro la Groenlandia, Sikorski esclude lo scenario degli europei costretti a difendersi militarmente. “Dobbiamo giudicare le azioni invece che le parole”. E’ importante “non esagerare nella reazione”, dice il ministro. Lo stesso vale per una potenziale guerra commerciale. Sikorski ricorda che Biden, tutti i conti fatti, non ha trattato così bene gli europei. “Non siamo stati entusiasti dal US Chips Act o dal cosiddetto Inflation Reduction Act, che contenevano misure protezionistiche e incoraggiavano l’uscita degli investimenti dall’Europa e l’afflusso negli Stati Uniti. Ci sono sempre stati dei problemi”, ricorda. Per calmare Trump, gli europei possono comprare più gas naturale liquefatto americano, ma “a un prezzo competitivo”. Non va dimenticato che “gli Stati Uniti hanno un enorme surplus nell’esportazione di servizi”. Per Sikorski, quella transatlantica è “una relazione enormemente vantaggiosa per entrambi” anche sul piano economico. “Spero che continui così”.
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