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(foto EPA)
make europe great again
I Patrioti lanciano la "Reconquista" dell'Europa. Ma Trump potrebbe essere la loro prossima contraddizione
Da Orbán a Salvini, fino ad Abascal e Le Pen, il messaggio lanciato da Madrid è: siamo noi i veri interlocutori del presidente americano. Ma i loro programmi elettorali dicono il contrario di quel che vorrebbe fare il tycoon. Problemi con il Ppe
“Make Europe Great Again”. Rafforzati dalla seconda presidenza di Donald Trump negli Stati Uniti, forti del sostegno di Elon Musk sulla sua piattaforma X, diventati il terzo gruppo al Parlamento europeo, i “Patrioti” di Viktor Orbán, Marine Le Pen e Matteo Salvini hanno annunciato la volontà di lanciarsi nella “Reconquista” contro l'Unione europea. Convocati nell'auditorium dell'Hotel Marriott di Madrid sabato da Santiago Abascal, capo del partito di estrema spagnolo Vox e presidente del partito europeo dei “Patrioti”, quasi tutti i leader dell'estrema destra europea hanno risposto “presente”. Non solo Orbán, Salvini e Le Pen – seduti in prima fila a fianco ad Abascal – ma anche l'olandese Geert Wilders, il ceco Andrej Babis, il portoghese André Ventura. L'austriaco Herbert Kickl ha dovuto inviare un videomessaggio. Era impegnato nei negoziati che potrebbero portarlo alla cancelleria a Vienna per poi sedere al tavolo del Consiglio europeo al fianco di Orbán. E' la dimostrazione di quanto l'estrema destra anti europea si sia radicata nella politica dell'Ue, influenzando la sua agenda. Il prossimo test sono le elezioni legislative in Germania del 23 febbraio.
La kermesse di sabato dei “Patrioti” è stata all'insegna della “Reconquista”. Il termine spagnolo indica le guerre combattute contro gli arabi dai regni cristiani della penisola iberica tra l'ottavo e il quindicesimo secolo. Poco importa se la parola è stata introdotta solo nel sedicesimo secolo dalla monarchia cattolica spagnola per creare un mito unificante: diversi dei leader dei partiti di estrema destra hanno usato il termine per descrivere la battaglia che vogliono condurre contro “i burocrati di Bruxelles” e la “rete Soros” , colpevoli di imporre “l'ideologia woke ai bambini piccoli”, “la sostituzione della popolazione europea con i migranti illegali” o “l'ideologia green” (queste espressioni sono state utilizzate da molti dei leader dei “Patrioti” in un Finterminabile ritornello). “Gli spagnoli e gli ungheresi hanno combattuto la stessa invasione a Ovest ed Est per secoli”, ha detto Orbán. “Gli ungheresi sono venuti ad aiutare nella Reconquista. Gli spagnoli hanno aiutato contro gli Ottomani. Siamo fratelli d'armi sperimentati”, ha aggiunto il premier ungherese.
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L'internazionale dei nazionalisti denuncia George Soros, ma non disdegna gli aiuti esterni. Venerdì Abascal ha ospitato una cena con Kevin Roberts, il presidente della Heritage Foundation americana che, dopo gli anni gloriosi sotto la presidenza di Ronald Reagan, è tornata protagonista promuovendo la versione più radicale del trumpismo. "Cerchiamo compagni d'armi per la rivoluzione del buon senso che sta trionfando in tutto il mondo", ha detto Ascabal, presentando Kevin Roberts. I “Patrioti” sono legati tra loro anche da una serie di fondazioni reazionarie e ultra conservatrici e dalle relazioni con la Russia di Vladimir Putin. Orbán è il principale promotore degli interessi russi in Europa. Le Pen è stata finanziata da una banca legata al Cremlino. Abascal ha ricevuto prestiti da una banca ungherese legata a Orbán. La Fpö di Kickl è stata coinvolta in diversi scandali legati alla Russia. “Tra il passato di Soros e il futuro di Elon Musk. Noi abbiamo scelto”, ha detto Salvini. Musk sta dando manforte all'estrema destra europea con l'algoritmo di X e il sostegno diretto ad alcuni dei suoi leader.
Nonostante i loro attacchi contro l'Ue, sempre più “Patrioti” siedono ai tavoli che contano nell'Ue. Orbán, per il momento, è l'unico primo ministro che partecipa ai Consigli europei. Ma presto potrebbe essere affiancato dall'austriaco Kickl. Il ceco Babis, che era già stato primo ministro quando il suo partito ANO apparteneva alla famiglia liberale, potrebbe tornare al potere in autunno, dopo le elezioni legislative in Repubblica ceca. Wilders è l'azionista di maggioranza del governo tra la destra moderata e la destra dura nei Paesi Bassi. Salvini è vice premier in Italia e il suo partito, la Lega, controlla il ministero delle Finanze. Molte delle accuse dei “Patrioti” all'Ue andrebbero rivolte a sé stessi, dato che hanno partecipato alle decisioni adottate dai governi. Ma le contraddizioni non li spaventano. “I burocrati di Bruxelles, i democratici americani e la rete di Soros hanno lanciato una caccia all'uomo contro di noi. E in questo modo hanno distrutto l'Europa”, ha detto Orbán.
Trump potrebbe diventare la prossima contraddizione dei “Patrioti”. “Il nostro amico Trump, il tornado Trump, ha cambiato il mondo in appena un paio di settimane. Un'era è finita. Oggi tutti vedono che siamo il futuro”, ha aggiunto Orbán. Eppure, con un paio di eccezioni, nessuno dei partiti dei Patrioti sarebbe pronto ad attuare le misure economiche messe in atto da Trump negli Stati Uniti e ancor meno quelle di un'altra icona del loro movimento, il presidente argentino, Javier Milei. I loro programmi – da Salvini a Le Pen, da Orbán ad Abascal – prevedono un ruolo pesante dello Stato nell'economia e la preservazione dei sussidi per le loro basi elettorali.
Trump ha anche promesso di prendere di mira l'Ue con i suoi dazi. Ma l'estrema destra ha già sviluppato una risposta. La colpa non sarà del presidente americano, ma dell'Ue. “Se gli agricoltori protestano la colpa non è dei dazi di Trump, che non sono ancora in vigore, ma dei divieti e delle tasse imposte da Bruxelles”, ha detto Salvini (in realtà, l'Ue non ha il potere di imporre tasse). Marine Le Pen ha rivendicato il ruolo di interlocutore di Trump per i Patrioti. “Noi, i nazionalisti d'Europa, siamo i soli a poter parlare alla nuova Amministrazione Trump. Con gli americani, ci rispettiamo reciprocamente e come patrioti comprendiamo che un leader abbia a cuore di difendere il suo popolo”. Contro gli interessi degli europei?
Di fronte alla Reconquista dei “Patrioti”, i leader e i partiti europeisti tradizionali sono sulla difensiva. Il Partito popolare europeo ha già adottato una parte della retorica e dell'agenda dell'estrema destra ed è tentato da una cooperazione informale. Il Ppe ha abbandonato il cordone sanitario, quando la cooperazione con l'estrema destra gli permette di restare al potere negli Stati membri. La Commissione di Ursula von der Leyen ha indurito le sue proposte sull'immigrazione chiedendo gli occhi sulle violazioni delle regole europee e internazionali e avviato una marcia indietro sul Green deal. Bruxelles ora guarda alle elezioni in Germania, dove si giocherà la prossima prova per gli europeisti. Alternativa per la Germania, che era stata esclusa dai “Patrioti” per le sue posizioni sulle espulsioni di massa dei migranti e le ambiguità sul nazismo, è al secondo posto nei sondaggi. La sua sua leader, Alice Weidel, è stata invitata da Orbán a Budapest. La grande riunificazione dei nazionalisti europei potrebbe avvenire sotto l'egida del premier ungherese e di Elon Musk.
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l'editoriale dell'elefantino