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Tensioni e assenze

Musk non arriva a Parigi per il summit sull'Intelligenza artificiale

Mauro Zanon

Macron aveva denunciato le troppe ingerenze nella vita politica europea del patron di Tesla e X. Oggi la sua assenza rilancia le voci sulla “fine del bromance”, ma i riflettori restano comunque accesi su di lui dopo l'offerta di acquisto di OpenAI

Parigi. Fino all’ultimo, ha lasciato tutti col fiato sospeso. Elon Musk, patron di Tesla, Space X e X, ha aspettato il culmine del summit internazionale sull’intelligenza artificiale, poco prima del discorso di chiusura del presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, per annunciare in un laconico messaggio che non sarebbe venuto a Parigi: in ragione di un “critical work in Washington DC”, secondo le sue parole su X, un lavoro che non poteva proprio rimandare. “E’ normale, ora ha delle responsabilità federali, è concentrato sul suo lavoro di semplificazione dell’amministrazione americana”, ha dichiarato Macron ai microfoni di Tf1, in riferimento al nuovo ruolo del magnate, quello di responsabile del dipartimento per l’Efficienza governativa degli Stati Uniti (Doge). 

Ma la sua assenza fa naturalmente notizia, alla luce di un vertice cui ha partecipato il gotha mondiale del settore tecnologico, e rilancia le voci sulla “fine del bromance” con l’inquilino dell’Eliseo, come ha scritto Politico Europe. Anche perché tutto lasciava immaginare che Musk avrebbe accettato l’invito della presidenza francese, come aveva fatto lo scorso 7 dicembre, quando ha accompagnato il presidente americano, Donald Trump, alla cerimonia di riapertura di Notre-Dame. “Magnificat cathedrale”, aveva commentato Musk su X, postando un video del soffitto a volta della cattedrale gotica. Ma la relazione con Macron, stando a quanto riferito da diverse fonti a Politico Europe, si sarebbe degradata nelle ultime settimane.

Il principale motivo? Le parole pronunciate dal presidente francese durante la Conferenza annuale degli ambasciatori del 6 gennaio, quando accusò il patron di X, senza mai nominarlo, di guidare “una nuova internazionale reazionaria”. “Dieci anni fa, chi avrebbe mai immaginato che il proprietario di uno dei più importanti social media al mondo avrebbe sostenuto una nuova internazionale reazionaria e sarebbe intervenuto direttamente nelle elezioni” in alcuni paesi “compresa la Germania?”, disse Macron, denunciando la moltiplicazione di ingerenze di Musk nella vita politica europea: dal suo attacco al primo ministro britannico, il laburista Keir Starmer, al sostegno a Alice Weidel, leader dell’ultradestra tedesca dell’AfD

 

               

Nonostante la querelle a distanza, tuttavia, l’Eliseo ha provato fino all’ultimo a far venire il braccio destro di Trump a Parigi, assieme al vice presidente degli Stati Uniti, J. D. Vance. A metà gennaio, Macron avrebbe messo sul tavolo la questione durante un pranzo con alcuni pesi massimi dell’ecosistema francese dell’IA, tra cui Xavier Niel, patron di Iliad, Arthur Mensch, ceo di Mistral AI, e Maurice Lévy, presidente del consiglio di sorveglianza di Publicis.

“Potremmo fargli spazio, ma dobbiamo fare in modo che tutti i riflettori non siano per lui”, fu deciso al temine della riunione. Il problema non si è posto perché Musk ha declinato l’invito, ma il patron di X, pur restando a Washington, è riuscito comunque a prendersi la scena: annunciando una proposta di 97,4 miliardi di dollari per comprare OpenAI, la società di Sam Altman (presente al summit di Parigi) che ha sviluppato ChatGpt, l’app che ha reso popolare l’IA generativa. “No, grazie”, ha risposto Altman, che in un editoriale sul Monde ha elogiato l’ecosistema francese dell’IA, cresciuto a ritmi esponenziali grazie alle politiche pro innovazione di Macron. La start-up nation macroniana era proprio ciò che aveva spinto Musk a interessarsi da vicino della Francia, a venire nel 2023 a Choose France, il summit organizzato annualmente per attirare gli investimenti stranieri, e ad annunciare, al termine di un colloquio con Macron, che Tesla avrebbe fatto “investimenti significativi in Francia”. “Lavoriamo assieme!”, aveva risposto il presidente francese. Ma da allora non si è più fatto nulla, anche perché Tesla privilegia la pista di un ampliamento della sua gigafactory tedesca

E’ troppo presto, tuttavia, per dire che tra Musk e Macron, abituati a parlarsi senza intermediari secondo i rispettivi entourage, la linea telefonica è interrotta. Il miliardario ha sempre risparmiato la Francia dalle sue ingerenze, non ha mai manifestato il suo sostegno a un partito sovranista francese, come il Rassemblement national di Marine Le Pen, ed è consapevole che Macron, nonostante la crisi politica interna, continua ad avere un peso rilevante in Europa. E lo avrà anche dopo la fine del mandato. Di certo le relazioni tra i due non sono più speciali come un tempo.