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Carestia deliberata

Ostaggi e media: l'ultimo show di Hamas ha svelato l'inganno

Giulio Meotti

Dopo 491 giorni di prigionia, gli ostaggi stanno a malapena in piedi, e la sofferenza è incisa nei volti scavati e i corpi devastati fino all’osso. Cnn, Bbc, Reuters, Guardian cercano di minimizzare, alludendo alla “cattiva salute" dei terroristi liberati dagli israeliani. Che in prigione hanno accesso a cure mediche e pasti completi ogni singolo giorno

Chi aveva chiesto la prova della “carestia deliberata” a Gaza, sabato l’ha ricevuta. Eli Sharabi, Or Levy e Ohad Ben Ami, scambiati da Hamas dopo 491 giorni di prigionia, a malapena erano in grado di stare in piedi, la sofferenza incisa nei volti scavati e i corpi emaciati, devastati fino all’osso. La fame come arma.  Ed è diventato impossibile ignorare la profonda e amara ironia che la carestia deliberata a Gaza è stata quella inflitta ai rapiti (ieri Hamas ha sospeso la restituzione degli ostaggi). 

Questa volta non c’era modo per i terroristi mascherati di nascondere gli orribili abusi inflitti agli ostaggi. E la trovata pubblicitaria si è ritorta contro Hamas quando i tre nuovi ostaggi israeliani sono scesi dal veicolo di Hamas e sono stati fatti sfilare sul palco. Il mondo è rimasto scioccato, forse, nel vedere i tre israeliani ridotti a gusci di se stessi. Ma c’è chi ha cercato di minimizzare questi crimini contro l’umanità. Niente meno che Cnn e Bbc. 

La Bbc si è riferita agli “ostaggi di entrambe le parti”. “Concerns over appearance of hostages on both sides”: questo il banner sotto al servizio della tv pubblica inglese. Preoccupazioni per l’aspetto degli ostaggi di entrambe le parti. Entrambe le parti? Sabato sono usciti decine di ergastolani, alcuni con  48 ergastoli, come  Mohammed Abu Warda, responsabile della strage su un autobus a Gerusalemme nel 1996. 
Il presidente israeliano, Isaac Herzog, ha attaccato la Bbc per aver equiparato i prigionieri palestinesi agli ostaggi israeliani, definendo il paragone “oltraggioso e assurdo”. Sempre dalla Bbc: “L’ostaggio israeliano liberato appare emaciato, afferma una famiglia britannica”.

Il riferimento è a Eli Sharabi, le cui torture patite a Gaza sono attribuite alle dichiarazioni della famiglia piuttosto che a chiare prove visive. “Israele ha rilasciato tutti i 183 prigionieri palestinesi che dovevano essere liberati sabato, 18 dei quali stavano scontando l’ergastolo”, ha scritto la Cnn. “Molti di loro apparivano emaciati e in cattiva salute”. Terroristi emaciati? Davvero? “Hamas frees three hostages, Israel begins releasing Palestinians”: questo il titolo della Reuters: “Hamas libera tre ostaggi, Israele inizia a liberare i palestinesi”, senza nemmeno chiamarli “militanti”, figuriamoci “terroristi”.

 

La dieta dei terroristi in carcere

I prigionieri palestinesi sono criminali condannati. Hanno avuto un giusto processo. Ricevono regolarmente visite della Croce Rossa, dei famigliari e anche dei media. Hanno accesso a cure mediche e pasti completi ogni singolo giorno. Non solo. Il procuratore generale israeliano Sharon Afek e il capo del dipartimento dell’Alta corte di giustizia, il procuratore Aner Helman, hanno chiesto chiarimenti in merito al cibo fornito ai terroristi palestinesi, tra cui i terroristi del commando Nukhba di Hamas che hanno guidato il massacro del 7 ottobre. L’ufficio del procuratore generale ha chiesto al servizio carcerario israeliano perché la frutta è stata rimossa dal menù servito ai prigionieri terroristi, contrariamente alle raccomandazioni dei dietologi. Hanno anche chiesto perché le salsicce vengono servite ai terroristi due volte a settimana, e non meno frequentemente, visto che sono considerate cibo elaborato e quindi meno sano. I dietologi hanno raccomandato di ridurre la quantità di carne lavorata data ai terroristi imprigionati per preservare la loro salute. A proposito di equivalenza morale. 

Il Guardian descrive i prigionieri palestinesi e gli ostaggi israeliani come entrambi “prigionieri emaciati” in un titolo che equivale a depravazione giornalistica: “Fifth ceasefire exchange sees gaunt captives emerge from Gaza and Israel”. Ovvero il quinto scambio di cessate il fuoco vede prigionieri emaciati emergere da Gaza e Israele. Una vergogna morale. 

Quando è stato rieletto Donald Trump, la direttrice del Guardian ha offerto “servizi di consulenza psicologica” ai dipendenti che hanno difficoltà ad affrontare la vittoria repubblicana. A giudicare dai titoli che stanno facendo sugli ostaggi israeliani usciti pelle e ossa da Gaza, i giornalisti forse hanno davvero bisogno dello psicologo.
 

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.