UsAid e l'ossessione complottista del KITIPAGA?!1?, pure in Italia

Giulia Pompili

Debunking di alcune fesserie circolate negli ultimi giorni sui fondi americani a giornali e associazioni nel nostro paese

Qualche giorno fa il ceo di Tesla, SpaceX e X, nel suo nuovo ruolo di tagliatore di aiuti americani all’estero ha scritto: “Sapevate che l’UsAid, utilizzando i soldi delle vostre tasse, ha finanziato la ricerca sulle armi biologiche, tra cui il Covid-19, che ha ucciso milioni di persone?”. L’ha scritto come è d’uso di questi tempi, senza fornire alcuna prova, anzi: la sua allusione ha scatenato la propaganda cinese, che per giorni ha rilanciato il messaggio di Musk rinnovando una teoria smentita da tempo, e cioè che il Sars-Cov-2 fosse una bioarma americana contro la Cina. Ma la guerra dell’Amministrazione Trump contro gli aiuti internazionali americani è una base perfetta su cui creare la disinformazione e il caos informativo di cui si nutre il movimento Maga e i suoi emuli anche in Europa, nel momento in cui praticamente tutti i social network, per fare un favore a Trump, hanno abbassato la guardia sulla verifica delle notizie. I complottisti di casa nostra si sono subito adeguati: il virus del wokismo è ovunque, ed è stato certamente finanziato da UsAid anche qui da noi, in Italia. Lo dice per esempio Marco Rizzo, svelato ormai il suo lato più rossobruno: “6.200 giornalisti in tutto il mondo appartenenti a 707 organi di informazione e 279 ong... erano a libro paga dell’Amministrazione dem alla Casa Bianca grazie al programma #UsAid. Vogliamo conoscere i nomi italiani!”. Se sapesse leggere i bilanci però saprebbe che: non ci sono.  

 

UsAid infatti è un’agenzia destinata ai paesi in via di sviluppo, che serve anche a promuovere l’informazione libera e le notizie verificate: grazie al sostegno economico americano sono nate agenzie di fact checking nei luoghi del mondo dove fare fact checking è reato. L’ultimo “Economic Support Fund” – quindi un investimento economico diretto di UsAid in Italia, dopo il Piano Marshall, è stato nel 2020 per mitigare “l’impatto del Covid-19 sulle popolazioni vulnerabili del Nord Italia, in particolare i senzatetto, gli indigenti, gli anziani isolati e i disabili, sostenendo al contempo il sovraccarico di lavoro degli operatori sanitari e le strutture affollate”. I fondi furono distribuiti a diverse associazioni e fondazioni, come Avsi (che ha un bilancio trasparente, e riceve soldi pressoché da chiunque voglia darglieli), per promuovere progetti operativi contro la pandemia. Forse Rizzo e gli altri complottisti preferiscono i cortei militari russi e le mascherine cinesi. Dopo il 2020, nel budget di UsAid sono rimasti poche centinaia di dollari usate con partner italiani – presumibilmente la Protezione civile – nel settore del “Disaster relief”, cioè per azioni contro i disastri in Italia. Gli altri fondi che in questi giorni circolano nelle chat complottiste italiane riguardano borse di studio, progetti e grant facilmente verificabili online, anche se poco chiari alla lettura per chi non è avvezzo ai sistemi di budget del governo federale americano. Ecco, tutto il contrario di alcuni paesi che, in gran segreto, fanno affari ben diversi. 

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  • Giulia Pompili
  • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.