Hadi Matar, l'attentatore di Salman Rushdie, in tribunale a Mayville (LaPresse) 

secondo giorno

Il processo contro l'attentatore di Rushdie

Giulio Meotti

 Rushdie  al processo contro Hadi Matar, accusato di tentato omicidio per l’attacco del 12 agosto 2022 a un evento artistico in cui ha accoltellato lo scrittore dieci volte. “Mi colpirono gli occhi, scuri e feroci”. Il processo durerà dieci giorni

“Mi colpirono gli occhi, scuri e molto feroci”. Così Salman Rushdie ieri ha testimoniato al processo al suo assassino, Hadi Matar, che ha urlato “From the river to the sea Palestine will be free” mentre entrava nel tribunale di Mayville, stato di New York. Matar è accusato di tentato omicidio per l’attacco del 12 agosto 2022 a un evento artistico in cui ha accoltellato Rushdie dieci volte, accecandolo dall’occhio destro. “Ho visto una grande quantità di sangue  sui miei vestiti, mi colpiva ripetutamente, colpiva e tagliava” ha testimoniato Rushdie.

 
La moglie di Rushdie, Rachel Eliza Griffiths, è scoppiata in lacrime seduta in seconda fila, mentre il marito iniziava a deporre. Il procuratore, Jason Schmidt, ha raccontato che Rushdie è stato “pericolosamente vicino a morire” e che “Matar ha conficcato il coltello più e più volte... colpendo la testa, il collo, l’addome e la parte superiore della coscia di Rushdie”. 

 
Lo scrittore è stato talmente preso di sorpresa che non ha neanche reagito mentre Matar lo pugnalava. Ha testimoniato anche l’impiegata dell’anfiteatro dove si svolgeva la conferenza in cui Rushdie fu colpito, Deborah Moore Kushmaul: “Vedevo sangue, il pubblico, molti dei quali anziani, urlava. La mia preoccupazione principale era vedere tutte quelle borse, che ci potesse essere una bomba, che ci potesse essere un altro aggressore”. 

  
Oltre a questo processo che durerà dieci giorni, Matar dovrà anche rispondere di accuse federali legate al terrorismo a Buffalo, accusato di aver offerto “supporto materiale e risorse” ai terroristi di Hezbollah in Libano, dove è cresciuto. Rushdie ha accettato di testimoniare per l’accusa contro Matar. 

  
L’incontro di ieri nell’aula del giudice David Foley ha riunito Rushdie e Matar per la prima volta dall’attentato. Il processo di Mayville si svolge mentre si avvicina il 36esimo anniversario della fatwa iraniana contro “I versetti satanici”, il 14 febbraio 1989. Nel libro “Knife” scritto dopo l’attentato, Rushdie descrive le ferite riportate. “Il coltello nell’occhio è stato il colpo più crudele, una ferita profonda. La lama è entrata fino al nervo ottico, significava che non ci sarebbe stata alcuna possibilità di salvare la vista. Era sparita”. 

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.