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La minaccia
Vance prende a schiaffi l'Europa
A Monaco il vicepresidente americano presenta la sua America sfigurata come il baluardo della democrazia, capovolge il mondo e indica l’Europa (non la Russia, non le autocrazie) come minaccia dell’occidente
Il vicepresidente degli Stati Uniti, J. D. Vance, ha usato il suo intervento alla Conferenza sulla sicurezza che si è aperta oggi a Monaco per denunciare quella che considera la minaccia più grande per la stabilità dell’occidente: l’Europa. Vance, che è stato eletto assieme a un presidente, Donald Trump, che ha sobillato un tentativo di colpo di stato nel paese che ora governano assieme, ha dato lezioni di democrazia ai leader europei, accusandoli di essere dei censori illiberali che utilizzano una terminologia sovietica come “misinformazione” per nascondere “antichi interessi radicati”, che hanno paura dei loro stessi cittadini quando esprimono il loro dissenso – la cancellazione delle elezioni in Romania, nel dicembre scorso, sono l’esempio di questo terrore europeo per il dissenso – e che hanno abbandonato, in questa furia censoria, il loro compito di “difensori della democrazia”.
Per fortuna che c’è l’America, questa America con un “new sheriff in town”, ha detto Vance, che ha ancora la magnanimità di fare un’offerta agli europei impauriti e livorosi (proprio come lo era l’Amministrazione Biden, quella che Vance e i trumpiani considerano illegittima) e di garantire all’occidente uno spazio libero di confronto e d’espressione, in cui sono accettate tutte le voci, quelle in accordo e quelle in disaccordo – ha fatto la sua offerta mentre l’Amministrazione Trump, con il solerte aiuto di Elon Musk, licenzia ogni giorno funzionari americani colpevoli di averla pensata diversamente da Trump, e di aver agito contro i suoi crimini.
In questo mondo capovolto, capitanato da un’America sfigurata rappresentata da Vance a Monaco, la Russia e tutte le minacce esterne che assediano l’occidente sono meno pericolose della “minaccia interna”, l’Europa stessa, l’alleata di sempre, la quale continua a ripetere che si deve difendere “da qualcosa” ma non sa dire “per che cosa” farlo, perché non ha da salvaguardare dei valori ma cordoni sanitari inutili con partiti che hanno un consenso (ha legittimato il dialogo con l’AfD tedesca) e fissazioni illiberali.
Questa invettiva contro l’Europa non esplicita ma comprende il fatto che i “censurati” sono un partito come l’estrema destra tedesca, che è filorussa (oltre che antiatlantista per sua natura, pure se a questa nuova America piace tanto), o uno sconosciuto nazionalista filorusso rumeno che ha vinto un primo turno elettorale grazie ai fondi russi, cinesi e della criminalità (Vance ha infierito, sulla storia di Calin Georgescu e su tutti quelli che da anni studiano e dimostrano la disinformazione russa dicendo che se bastano pochi soldi stranieri per condizionare un’elezione forse quel sistema democratico non stava già bene di suo: forse s’occupava d’altro quando i troll del “cuoco di Putin”, il fu Prigozhin, alteravano le campagne elettorali americane). Per dare una scossa all’Europa, insomma, Vance si augura un’ascesa delle forze eversive dentro l’Europa e si diverte pure, mentre ci augura la nostra fine: “Se abbiamo retto a Greta Thunberg per dieci anni, voi potrete sopravvivere a qualche mese di Elon Musk”, ha detto compiaciuto, riferendosi all’altro distruttore dell’Europa che infatti ha festeggiato sul suo X il vicepresidente ripetendo tutto maiuscolo “Mega Mega Mega”, Make Europe Great Again, che era anche lo slogan del semestre europeo presieduto dall’Ungheria di Viktor Orbán.
Della guerra in Europa che dovremmo vincere per salvarci tutti, Vance non ha parlato dal palco, si è limitato a promuovere uno degli argomenti cari a Putin, cioè la fragilità europea. Il vicepresidente ha però poi incontrato Volodymyr Zelensky, il presidente ucraino che ha avuto una delle settimane più complicate di sempre visto che Trump ha telefonato a Putin, estromettendo gli europei e anche l’inviato americano Keith Kellogg, il teorico della “massima pressione” sulla Russia, non solo sull’Ucraina. L’esito dell’incontro è scarno, Zelensky ha detto che bisogna parlarsi di più, collaborare di più, “studiare insieme un piano per fermare Putin: vogliamo davvero la pace, ma ci devono essere garanzie di sicurezza”. Vance ha detto che la conversazione è stata buona e che l’obiettivo è ottenere “una pace duratura”. Putin ha posizionato nuove truppe in Bielorussia e ha colpito con i droni il guscio protettivo del reattore numero 4 della centrale di Chernobyl, in Ucraina: l’incendio è il suo messaggio per Monaco e per chi è convinto che vuole la pace.