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(foto EPA)
vertice d'emergenza
L'Ue s'oppone a una pace imposta a Kyiv come un diktat
Pochi risultati all’incontro voluto da Macron. Il questionario di Trump sui soldati a disposizione dell’Europa. Il peso dei voti nazionali
Bruxelles. Gli europei si oppongono a una “pace imposta tramite diktat all’Ucraina”, ma la politica interna di Germania e Polonia continua a pesare sulla loro capacità di fornire a Volodymyr Zelensky i soldati necessari a offrire garanzie di sicurezza sufficienti in caso di cessate il fuoco. Olaf Scholz, che ha di fronte le elezioni di domenica in Germania, ha definito “inappropriato” il dibattito sull’invio di truppe. Donald Tusk, con le elezioni presidenziali in Polonia a maggio, ha escluso il dispiegamento di soldati. Al vertice di Parigi lo sforzo di Emmanuel Macron di costruire una coalizione di volenterosi non ha portato a grandi risultati. Almeno gli europei vogliono mettere Zelensky nella posizione di continuare a combattere di fronte a una pace imposta da Donald Trump e Vladimir Putin.
“Continueremo a sostenere l’Ucraina, l’Ucraina può fidarsi di noi”, ha detto il cancelliere tedesco Scholz, lasciando il vertice di Parigi: gli europei rifiuteranno una “pace imposta tramite diktat all’Ucraina”. Questo è il tema più urgente. Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha telefonato prima del vertice di Parigi a Trump. Ma agli europei non è ancora chiaro cosa intende fare il presidente americano. I messaggi della sua squadra sono contraddittori. In visita alla Nato, il suo inviato speciale per l’Ucraina, Keith Kellogg, ha assicurato che gli Stati Uniti non imporranno una pace. “Zelensky è il dirigente eletto di una nazione sovrana e queste decisioni sono le sue. Nessuno le imporrà contro un leader eletto di una nazione sovrana”, ha detto Kellogg. L’inviato di Trump ha tuttavia confermato l’esclusione degli europei dai negoziati. I negoziati avviati dagli Stati Uniti con la Russia in Arabia Saudita e l’accelerazione che l’Amministrazione Trump vuole imporre aumentano le possibilità di una pace imposta all’Ucraina alle condizioni di Putin. L’impegno continuo degli europei, anche in caso di rifiuto di un diktat, è indispensabile a Zelensky per rafforzare la propria posizione negoziale. Una questione chiave è la capacità degli europei di aumentare le loro spese per la difesa. “La sicurezza dell’Europa è a un punto di svolta”, ha detto la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen: “Abbiamo bisogno di una mentalità di urgenza” e “di un balzo nella difesa”.
L’ipotesi di truppe europee in Ucraina è stato il tema sotto i riflettori dei media in vista del vertice di Parigi. L’Amministrazione Trump ha inviato un questionario sul numero di soldati che gli europei sono pronti a dispiegare nell’ambito delle garanzie di sicurezza per scoraggiare una nuova aggressione della Russia. Il premier britannico, Keir Starmer, domenica sera ha dichiarato di essere pronto a farlo. I paesi nordici (Svezia, Finlandia e Danimarca) e baltici (Estonia, Lettonia e Lituania) non escludono questa possibilità. Dallo scorso novembre Macron sta cercando di mettere in piedi una coalizione di volenterosi. Ma l’iniziativa del presidente francese si scontra con la realtà della politica dei paesi che hanno le truppe e le capacità militari necessarie a dispiegare una forza consistente. Con le elezioni di domenica in vista, Scholz ha espresso un rifiuto: “Non è ancora giunto il momento della pace”.. In Polonia, dove si terranno delle presidenziali in maggio decisive per le possibilità di Donald Tusk di portare avanti le riforme, il partito di opposizione PiS sta alimentando lo scontento dell’opinione pubblica o le vecchie rivalità storiche con l’Ucraina. Gli agricoltori sono tornati a protestare per gli aiuti a Kyiv. “Non abbiamo in programma di inviare soldati polacchi sul territorio dell’Ucraina, ma daremo supporto, anche in termini di logistica e sostegno politico, ai paesi che in futuro vorranno eventualmente fornire queste garanzie”, ha detto Tusk. Anche la Spagna è prudente. “Nessuno sta attualmente considerando di inviare truppe in Ucraina”, ha detto il ministro degli Esteri, José Manuel Albares: qualsiasi discussione “deve tenere conto di quale missione, chi la comporrà, sotto quale bandiera, con quale mandato”.
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l'incontro con i giornalisti a kyiv