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Foto LaPresse
L'accordo necessario
La Germania al voto: le alleanze accettabili per i conservatori secondo il direttore di Cicero
Dall'immigrazione all'energia, fino all'economia e l'azione di stato. “Cdu e Verdi sono in disaccordo praticamente su tutto”, dice Alexander Marguier. Ma per i cristianodemocratici di Merz è necessario sedersi al tavolo delle trattative, per non discutere con l'AfD
In Germania, secondo i sondaggi, diventa sempre più concreta l’ipotesi di una coalizione di tre partiti, guidata dai cristianodemocratici della Cdu, per formare un governo dopo il voto del 23 febbraio. E’ un accordo però complicato da raggiungere e politicamente difficile da digerire per gli elettori più conservatori. Alexander Marguier, direttore di Cicero, magazine politico di orientamento liberal-conservatore e spesso critico verso il centrismo merkeliano, racconta al Foglio tutte le difficoltà di quest’area politica. “Gli elettori conservatori della Cdu – dice – vedono nell’Spd un partito spinto al pragmatismo dalla crisi di consenso, dato che sono in particolare i socialdemocratici a perdere voti in favore dell’AfD”, l’estrema destra, che è al secondo posto. L’ipotesi di un’ennesima Grosse Koalition (“sempre meno grande”) non preoccupa, e permette di rispettare il cordone sanitario contro l’estrema destra garantendo un governo stabile.
Ma dopo il tentativo fallito del leader della Cdu, Friedrich Merz, il favorito a diventare cancelliere, di far approvare al Bundestag una stretta sull’immigrazione, i sondaggi hanno visto piccole ma significative variazioni, soprattutto attorno alla soglia di sbarramento, che è al 5 per cento. La sinistra della Linke sembra ormai stabilmente sopra, al 6/7 per cento. Gli eventuali seggi a questa sinistra – molto concreta: chiede tasse ai ricchi e un abbassamento degli affitti – complicherebbero la formazione di un governo: con un Parlamento più frammentato, per come funziona il sistema tedesco, diventerebbe necessario guardare ai Verdi. Ma è proprio qui il problema.
“Cdu e Verdi sono in disaccordo praticamente su tutto – dice Marguier – Dall’immigrazione all’energia, i Verdi hanno un approccio ideologico che rende difficile ogni intesa”. Marguier sottolinea che tra la Cdu di Merz e i Verdi di Robert Habeck ci sono “modi diversi di intendere l’economia e l’azione dello stato”, con i secondi che “non seguono leggi di mercato” e trovano la loro ragion d’essere in misure che la parte più conservatrice della Cdu non può che vedere come negative. Esemplificativo è l’atteggiamento tenuto sul nucleare: “Persino durante la crisi energetica sono andati avanti, chiudendo le uniche tre centrali rimaste”. Per giunta, la Cdu ha un alleato strutturale nella Csu, costola bavarese e conservatrice del partito, storicamente legata ai settori produttivi più ostili ai Verdi. In un governo con l’Spd, il probabile cancelliere potrebbe facilmente imporre le sue priorità, ma, sintetizza Marguier, “con un blocco Spd-Verdi questa dinamica potrebbe cambiare”, anche perché “Habeck è dialogante, ma nel suo partito ci sono elementi più estremi”. Ci sono poi i liberali dell’Fdp, che facevano parte del governo uscente e anzi lo hanno fatto collassare – è per questo che si vota anticipatamente – che potrebbero superare la soglia di sbarramento, ma sul leader Christian Lindner pesa il giudizio dei tedeschi, che lo considerano inaffidabile e responsabile della crisi di governo. “Sempre meglio, per la Cdu, dei Verdi”, dice il direttore di Cicero: ovvero, meglio un conflitto Spd-Fdp che Cdu-Verdi.
Un’intesa tra socialdemocratici e cristianodemocratici, quindi, è vista dalle aree più conservatrici tedesche come un’ipotesi accettabile, ma includere i Verdi rischia di comportare un sovvertimento del progetto. Sul salario minimo (che l’Spd vuole aumentare), la questione è difficile già con i soli socialdemocratici. Sull’immigrazione, Cdu e Verdi “hanno approcci completamente diversi”, mentre “l’Spd potrebbe capire meglio la necessità di intervenire”. Sul Burgergeld, il sussidio ai redditi più bassi, Merz (che vuole abolirlo) avrebbe entrambi gli alleati contro. A distanziare la Cdu dai suoi potenziali partner c’è poi anche lo Schuldenbremse, il freno al debito, sospeso negli ultimi anni di crisi. Verdi e Spd lo vogliono modificare profondamente, la Cdu no. Per formare una coalizione, Merz potrebbe cambiare idea? “Sì”, risponde Marguier con realismo, “se si trova una formula con cui presentare la cosa in maniera accettabile per lui”. La priorità, per Merz, al terzo anno di recessione, è l’economia, quindi, potrebbe “fare la voce grossa per scelta tattica, ma poi cercherebbe un accordo”. Marguier fa notare che la base della Cdu è costituita soprattutto da elettori moderati, più che conservatori, che per non discutere con l’AfD, sono disposti a sedersi al tavolo con i Verdi. Per la Cdu, molto dipenderà dal contenuto di ogni accordo e da come lo presenterà Merz. Gli elettori cristianodemocratici, conclude Marguier, “accettano un sacco di cose”, sono “leidensfähig”, capaci di soffrire.