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Europa Ore 7

L'Ucraina rimane il miglior investimento per la sicurezza europea

David Carretta

L’Europa è in grado di fornire armi aggiuntive all’Ucraina per garantire che le sue capacità di combattimento rimangano come sono attualmente. Il costo è molto basso. Per sostituire gli aiuti degli Stati Uniti all'Ucraina, “l’Ue dovrebbe spendere solo un altro 0,12 percento del suo pil"

Esattamente tre anni fa, la Russia di Vladimir Putin dava inizio alla sua guerra di aggressione contro l'Ucraina, riportando la guerra espansionista sul vecchio continente e mettendo in discussione l'architettura di sicurezza europea. Sorprendendo tutti, Volodymyr Zelensky e il suo popolo non solo hanno resistito, ma sono riusciti a respingere le forze russe in diverse parti del paese, dalla periferia di Kyiv a Kherson. Nel terzo anniversario della guerra, la resistenza dell'Ucraina rischia di essere compromessa da un accordo tra Donald Trump e Vladimir Putin alle spalle degli ucraini e alle spalle degli europei. Diversi leader dell'Ue – tra cui Antonio Costa e Ursula von der Leyen – oggi saranno a Kyiv per mostrare la loro solidarietà al popolo ucraino. Un nuovo pacchetto di aiuti fino a 20 miliardi di euro potrebbe essere annunciato. Ma gli europei dovrebbero fare molto di più. Sostenere l'Ucraina sul piano militare è il miglior investimento per la sicurezza dell'Europa.

La scorsa settimana i think tank Bruegel e Kiel Institute hanno pubblicato una prima stima su quanto costerebbe agli europei la deterrenza contro la Russia senza l'ombrello di sicurezza degli Stati Uniti. “Un attacco russo contro un paese dell'Ue è concepibile. Le valutazioni della Nato, della Germania, della Polonia, della Danimarca e degli stati Baltici indicano che la Russia sarà pronta ad attaccare entro un periodo compreso tra tre e dieci anni. Potrebbe avvenire prima, con le esercitazioni militari quadriennali Zapad che si svolgeranno in Bielorussia nell'estate del 2025”, dice il documento. Per permettere all'Europa di difendersi senza gli Stati Uniti servirebbero più di 300 mila soldati (50 nuove brigate europee), 1.400 carri armati, 2 mila veicoli blindati da combattimento, 700 cannoni e lancia razzi. Bruegel e Kiel Institute considerano necessario un aumento della spesa per la difesa di 250 miliardi di euro l'anno (circa il 3,5 per cento del pil) nel breve periodo.

   


Sono David Carretta e questa è un estratto della newsletter Europa Ore 7 di lunedì 24 febbraio, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo. Se vuoi riceverla ogni lunedì mattina alle 7 puoi iscriverti qui.


  

Eppure c'è un investimento migliore che può essere fatto per assicurarsi che non ci sia una guerra contro uno stato membro dell'Ue o della Nato. L'esercito ucraino “è attualmente il deterrente più efficace contro un attacco russo all’Ue”, dicono gli esperti del Bruegel e del Kiel Institute. “Se l’Ucraina decide che un accordo tra Stati Uniti e Russia per porre fine alla guerra è inaccettabile – perché le garanzie di pace di Putin non sono credibili, ad esempio – l’Europa è in grado di fornire armi aggiuntive all’Ucraina per garantire che le sue capacità di combattimento rimangano come sono attualmente”. Il costo è molto basso. Per sostituire gli aiuti degli Stati Uniti all'Ucraina, “l’Ue dovrebbe spendere solo un altro 0,12 percento del suo pil, una cifra fattibile”.

Il Tony Blair Institute for Global Change, in uno studio pubblicato a dicembre, ha confermato che “un misero 0,2 per cento del pil europeo sarebbe sufficiente a colmare il divario di risorse tra Ucraina e Russia. Questo significa che è più che fattibile dare all'Ucraina gli strumenti per fermare la Russia e garantire una nuova lunga pace in Europa: è puramente una questione di volontà politica, non di capacità”. La volontà politica è merce rara di questi tempi, in particolare senza la copertura degli Stati Uniti. Ed è ciò che devono dimostrare gli europei, mostrandosi creativi sul piano della forma e della sostanza nel momento in cui Trump minaccia una pace imposta con un diktat.

La scorsa settimana il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, ha avviato delle consultazioni bilaterali con i leader dei ventisette stati membri per cercare di organizzare la risposta dell'Unione europea a sostegno dell'Ucraina, dopo l'avvio dei negoziati tra Stati Uniti e Russia. L'esercizio e le domande poste da Costa mostrano quanto gli europei siano impreparati alla realtà Trump. “L'Ucraina è una questione esistenziale per la sicurezza europea”, ha detto Costa. In teoria non mancano gli strumenti militari e finanziari per un “whatever it takes”. Non mancano nemmeno le soluzioni creative per costruire coalizione di volenterosi, quando tutti i paesi dell'Ue non sono in grado di mettersi d'accordo.

Nelle sue consultazioni bilaterali, Costa ha posto sostanzialmente due domande ai capi di stato e di governo dei ventisette: cosa siete pronti a fare per aumentare il sostegno militare all'Ucraina subito? Cosa siete pronti a fare per sostenere le garanzie di sicurezza in futuro? La risposta alla prima domanda è essenziale per rafforzare la posizione negoziale di Volodymyr Zelensky e metterlo nelle condizioni di dire di “no” a una pace imposta con un diktat. La seconda domanda è fondamentale per consentire a Zelensky di accettare un accordo anche doloroso, ma che permetta di preservare l'Ucraina come stato sovrano e libero di decidere del suo futuro.

Le risposte dovrebbero essere scontate. Gli europei hanno la forza di compensare il disimpegno degli Stati Uniti dall'Ucraina.  L'Ue sono 450 milioni di abitanti, il triplo della Federazione russa. Il pil dell'Ue è di 20 trilioni di dollari, dieci volte più della Russia. Contando il Regno Unito, la spesa della difesa dell'Europa ammonta a circa 457 miliardi di dollari, tre volte quella di Mosca. Le fabbriche di munizioni e missili, carri armati e blindati, sono state rimesse in moto, anche se troppo lentamente. Gli arsenali sono stati riempiti di nuovo dopo i trasferimenti di munizioni e armi all'Ucraina del 2022-23. L'operazione può essere ripetuta di nuovo, ma questa volta con armi più avanzate. L'Ue e i suoi stati membri hanno anche la possibilità di comprare armi da alleati come Corea del Sud, Turchia e paesi del Sud America.

Per trovare i soldi, gli europei hanno una serie di risposte creative che possono essere attivate rapidamente. L'Alto rappresentante, Kaja Kallas, ha proposto di confiscare i 200 miliardi di dollari della Banca centrale russa congelati dalle sanzioni per destinarli all'Ucraina. La Spagna ha proposto di utilizzare il Mes, il fondo salva-stati della zona euro, che ha una capacità di prestito di 400 miliardi di euro, attraverso una linea di credito dedicata alla difesa simile a quella introdotta durante la pandemia di Covid per la sanità. La Polonia spinge per permettere l'utilizzo dei fondi non impegnati di NextGenerationEU, liberando ulteriori 100 miliardi di euro. Eppure ciascuna proposta incontra opposizioni di vario tipo.

Sulle garanzie di sicurezza, la mancanza di un “backstop” (una rete di sicurezza) americana è la scusa usata da Germania, Italia e Spagna per dire un “no” al dispiegamento di truppe europee. Emmanuel Macron ha spiegato che ci sono opzioni più limitate, come l'invio di istruttori o esperti militari, lontani dalla linea del fronte. Francia e Regno Unito sta studiando la possibilità di pattugliare i cieli ucraini. Una missione navale per garantire la libertà di navigazione nel Mar Nero sarebbe utile. Un'adesione accelerata all'Ue dell'Ucraina rappresenterebbe una garanzia di sicurezza politica. Le armi all'Ucraina serviranno anche in caso di accordo di pace come parte delle garanzie di sicurezza.

Costa ieri ha annunciato un Consiglio europeo straordinario il 6 marzo. La sua intenzione era convocarlo solo di fronte alla prospettiva di “produrre risultati”, ci ha spiegato una fonte europea. Alla riunione di oggi dei ministri degli Esteri, Kallas proporrà un piano “per permettere a Zelensky di dire no a un cattivo accordo”, ci ha detto un funzionario dell'Ue. Tre anni dopo l'invasione russa dell'Ucraina, l'Europa è costretta ad assumersi le sue responsabilità. Si troverà sufficiente volontà politica?

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