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Dopo Washington
Kyiv non deve più guardarsi solo da Putin ma anche da Trump
L'Ucraina fa i conti con il ritiro degli aiuti militari e con le frequenti dichiarazioni del presidente americano. Mantenere l'unità interna è necessario più che mai. Le voci di soldati e studiosi
Kyiv. Quando gli ucraini vanno a dormire, di solito si preoccupano di due cose: i droni e i missili che la Russia lancia ogni notte da ormai tre anni. Ma ora alla lista si è aggiunta una nuova paura: le dichiarazioni sull’Ucraina del presidente degli Stati Uniti Donald Trump e della sua amministrazione.
Erano le 3 di mattina a Kyiv quando sui media americani è arrivata la notizia che Trump aveva sospeso gli aiuti militari all’Ucraina come risultato di una lite con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky avvenuta alla Casa Bianca il 28 febbraio. Al risveglio, la mattina del 4 marzo, gli ucraini sono rimasti sbalorditi dalla decisione americana. Sebbene gli esperti avessero avvertito che uno scenario simile era del tutto possibile con la vittoria di Trump alle elezioni. A quel tempo, però, molti in Ucraina nutrivano grandi speranze che, una volta salito al potere, Trump avrebbe agito in modo più duro e deciso rispetto a Joe Biden. E’ successo esattamente il contrario. Secondo Bloomberg, Trump si aspetta delle scuse personali da Zelensky e oggi Zelensky ha scritto un messaggio molto amichevole su X: “Il nostro incontro a Washington, alla Casa Bianca di venerdì, non è andato come avrebbe dovuto. E’ deplorevole che sia successo in questo modo. E’ tempo di sistemare le cose. Vorremmo che la cooperazione e la comunicazione future fossero costruttive”.
“Se il presidente Trump vuole delle scuse, non ci sono dubbi!”, ha scritto su Facebook il soldato ucraino Nikita Kozachinsky rivolgendosi alle autorità americane: “Scusateci se dobbiamo difendere i nostri amici, le nostre famiglie e le nostre città. Scusateci se siamo miracolosamente sopravvissuti dal 2022 al 2025. Scusateci se non vogliamo morire per mano dell’esercito russo e di Putin”, Kozachinsky ha continuato sarcasticamente: “Scusateci se siete deboli e non potete fare nulla contro il vero assassino. Scusateci se vinceremo questa guerra con o senza il vostro aiuto, indipendentemente da quanto sarà difficile per noi”.
La decisione del presidente degli Stati Uniti di sospendere gli aiuti militari è in linea con quanto accaduto alla Casa Bianca nelle ultime settimane. Trump ha definito Zelensky un “dittatore” e lo ha accusato di aver iniziato la guerra contro la Russia. Allo stesso tempo, non ha ancora pronunciato una sola parola di condanna contro il presidente russo Vladimir Putin o sul fatto che la Russia ha invaso l’Ucraina e commesso numerosi crimini di guerra sul suo territorio. “Donald Trump sta cercando un modo per fare rapidamente amicizia con il sanguinario dittatore, e non per fermare la guerra”, afferma Yarema Dukh, blogger e analista ucraino. “Anche se Zelensky arrivasse negli Stati Uniti in giacca e cravatta e cambiasse il nome del Mar Nero in Mare della Pace del presidente Trump, non cambierebbe quasi nulla” perché per Trump è più importante risolvere i problemi globali con la Russia, e l’Ucraina è un ostacolo.
Secondo Dukh, ora tutto dipende dagli sforzi degli ucraini e dai leader europei: Siamo sopravvissuti nel 2014, siamo sopravvissuti nel 2022 e dovremmo sopravvivere anche adesso”. Malgrado le affermazioni decise di molti ucraini sui social, convinti che sia possibile continuare a combattere contro la Russia anche senza l’assistenza militare americana, la situazione in realtà è molto grave. Gli Stati Uniti hanno fornito all’Ucraina missili di difesa aerea, importanti per la sicurezza delle città e la protezione dei civili dai bombardamenti, munizioni di artiglieria e veicoli blindati per il fronte. Gli americani forniscono anche l’accesso ai dati di intelligence. Pertanto, perdere completamente gli Stati Uniti sarà doloroso per l’Ucraina. Quando in passato Washington ha congelato gli aiuti militari per sei mesi, ha dato un vantaggio alla Russia. P”er questo motivo, Kyiv dovrebbe cercare di mantenere i rapporti con Washington”, afferma il politologo Volodymyr Fesenko.
“E’ necessario ripristinare una comunicazione funzionale con il team di Trump con l’aiuto dei partner europei. A livello dei presidenti degli Stati Uniti e dell’Ucraina è improbabile che ciò accada; il grado di tensione tra Trump e Zelensky è troppo alto, ma a livello di altri funzionari, il dialogo è possibile”. Ad esempio, gli Stati Uniti hanno ancora un forte interesse per un accordo sui combustibili fossili. “Siamo pronti a firmare l’accordo che è già stato predisposto per creare un fondo di investimento al fine di iniziare a lavorare su una base economica completamente pragmatica”, ha affermato il primo ministro ucraino Denys Shmyhal in una conferenza stampa del 4 marzo. Secondo il premier, il governo è pronto ad avviare colloqui con gli Stati Uniti in qualsiasi momento. Ma il problema è che Trump vuole le scuse personali di Zelensky. “Se si scusa, l’Ucraina si troverà in una situazione ancora peggiore”, prevede Fesenko. Forse è giunto il momento di prendersi una pausa per alleviare la tensione. “Dopotutto, senza l’Ucraina, gli Stati Uniti e la Russia non saranno comunque in grado di risolvere la questione della fine della guerra”.
“Dopo tutto quello che è successo, gli ucraini si sono uniti attorno a Zelensky”, dice Viktor Shlynchak, presidente del consiglio di amministrazione dell’Istituto di politica mondiale. Shlynchak consiglia al presidente di apportare cambiamenti al personale del suo team e di riformare il governo: “E’ importante mantenere l’unità interna, data la pressione che il presidente riceve da un importante alleato e non solo da un nemico. E naturalmente dobbiamo difenderci e combattere. Quindi l’Ucraina non ha altra scelta”, conclude Shlynchak.


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