(LaPresse)

Dalla Francia

Xenia Fedorova, la voce del Cremlino accolta dai media di Bolloré

Mauro Zanon

La nuova vita della portavoce del putinismo in Francia, ritorna nel sistema mediatico grazie al magnate che sogna l’unione delle destre sovraniste all’Eliseo. È una delle fedelissime di Margarita Simonyan, direttrice di Russia Today, strettamente legata al governo russo

Xenia Fedorova è tornata. E non da una porta secondaria, ma dall’ingesso principale del sistema mediatico di Vincent Bolloré, il magnate bretone proprietario del gruppo Canal Plus e di Lagardère che sogna l’unione delle destre sovraniste all’Eliseo. L’ex direttrice di Russia Today France, antenna del Cremlino a Parigi chiusa nel 2022 assieme alle altre quatto sedi europee in seguito all’invasione russa dell’Ucraina, “è la nuova voce putinofila dell’impero Bolloré”, come scrive Libération. Fedorova ha iniziato il 2025 con una collaborazione per JDnews, moltiplica gli interventi su Cnews, ha una trasmissione su Canal Plus dedicata alle chiese ortodosse in Europa e oggi pubblica “Bannie. Liberté d’expression sous condition”, edito da Fayard. Il punto in comune tra JDnews, Cnews Canal Plus e Fayard? Il proprietario: Vincent Bolloré. “A 44 anni, Fedorova si è reinventata sacerdotessa delle immagini sacre e torna con un programma, ‘Lumières orthodoxes’, su Canal Plus: un’ode alle più belle chiese e cattedrali d’Europa. Strasburgo, Belgrado, Paros, Firenze... Ogni tappa è un pellegrinaggio visivo. Ma dietro le dorature bizantine, le ‘luci’ sono offuscate dalle ombre persistenti del Cremlino. Se c’è un’arte in cui santa Xenia eccelle, è quella di mascherare l’inaccettabile sotto le spoglie del sacro”, scrive il magazine liberale Franc-Tireur a proposito della zarina catodica amata dai sovranisti francesi. 


Fedorova non parla mai di “aggressione russa” in Ucraina, ma di “operazione speciale”, fedele al lessico putiniano. E si rifiuta di evocare l’“annessione” della Crimea da parte della Russia, preferendo utilizzare il termine “riunificazione”. Su JDnews, la giornalista russa si dice entusiasta per lo smantellamento dell’Agenzia per lo sviluppo internazionale (UsAid) da parte di Donald Trump, e per la decisione di Elon Musk e Mark Zuckerberg di porre fine alla moderazione di X, Facebook e Instagram. Fedorova prende di mira anche le politiche normative europee, che a suo avviso minano la libertà di espressione. Nel suo libro, la 44enne, nata a Kazan da un padre ingegnere spaziale e da una madre diventata “una facoltosa donna d’affari” dopo aver lavorato nella “stampa sovietica”, si vittimizza, critica il divieto dei media statali russi e mette in discussione il “pluralismo dei media” in Francia, promettendo di “rivelare verità nascoste”. “E’ fondamentale avere giornalisti che facciano domande scomode, mettano in discussione la narrazione ufficiale e si sforzino, a volte a costo della vita, di scoprire la verità”, scrive colei che a Parigi è soprannominata “la propagandista di Putin”. 


All’epoca dei gilet gialli, il movimento di protesta nato nel 2018 contro il caro-benzina e diventato in seguito un’accozzaglia di facinorosi contro Emmanuel Macron, Fedorova si esprimeva in questi termini in un’intervista sul Monde: “Se i gilet gialli ci apprezzano non è perché siamo gentili con loro, ma perché diamo loro una voce”. Insomma, si diceva fiera di essere diventata la corifea di una comunità dove complottismo e antisemitismo andavano a braccetto. Quando nel 2017 fu nominata presidente e direttrice dell’informazione di Rt France, “una fonte alternativa di opinione, diversa dai media mainstream francesi”, si circondò di giornalisti sulfurei, come Jonathan Moadab, accolito del comico antisemita Dieudonné, e Meriem Laribi, simpatizzante di Hamas. “Xenia Fedorova è una delle fedelissime di Margarita Simonyan, direttrice di Russia Today, che è strettamente legata al governo russo ed è una delle principali propagandiste del regime”, ha spiegato Maxime Audinet, che nel 2021 ha pubblicato un’inchiesta su Rt, “Un média d’influence d’État”. Come ha scritto il magazine liberale Franc-Tireur su Fedorova, “il diavolo vesta Pravda”.

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