
(Ansa)
l'azienda francese
Eutelsat e la Difesa dell'Ue di cui l'Italia potrebbe essere protagonista
L’ Europa punta su gruppo francese di telecomunicazioni per rafforzare le proprie capacità satellitari e di difesa, offrendo nuove opportunità all’industria spaziale italiana, con Leonardo, Avio e altre aziende in prima linea
Negli ultimi giorni, le azioni del gruppo francese di telecomunicazioni Eutelsat hanno conosciuto un boom. Creata nel 1977 come organizzazione intergovernativa europea, sotto l’efficace guida dell’ingegnere Giuliano Berretta Eutelsat fu trasformata in società privata nel 2001 per poi rilevare nel 2023 la costellazione satellitare globale OneWeb, creata nel Regno Unito nel 2018, che non era mai riuscita a imporsi sul mercato. Questa mossa fu anche frutto di una visione strategica franco-inglese per reagire alle prospettive delle mega-costellazioni di SpaceX (Starlink) o Amazon (Kuiper). Fino a poco tempo fa OneWeb arrancava, nonostante la sua intuizione pionieristica di una copertura globale con il lancio di circa 650 satelliti. Il servizio offerto da Eutelsat, basato su un mix di satelliti in orbita bassa e geostazionaria, era di buona qualità, ma non poteva competere in termini di prezzi e di massa con Starlink.
In pochi giorni abbiamo assistito a un rovesciamento di tendenza. Eutelsat si trova oggi al centro delle discussioni europee sull’aiuto all’Ucraina per fronteggiare il ritiro americano. Esistono ancora problemi tecnici da risolvere, ma la tendenza è quella di attivare al più presto servizi europei, in un rilancio che può trascinare l’intero settore spaziale europeo. Vi è un cruciale bisogno di capacità satellitari anche per necessità istituzionali, sia per le telecomunicazioni sia per le osservazioni, un aspetto che costituisce una priorità per un’Europa in fase di investimento. Anche qui siamo di fronte a una svolta. Se guardiamo alla produzione di satelliti, sia la divisione spaziale di Airbus sia la parte francese di Thales Alenia Space hanno sofferto negli ultimi anni per il calo della domanda di satelliti per telecomunicazioni, con conseguenti licenziamenti. Adesso, però, il rilancio di Eutelsat nel contesto del conflitto in Ucraina e l’accelerazione dei programmi europei Govsatcom prima e Iris2 poi, possono soddisfare l’impennata della domanda pubblica in questo settore. Inoltre, la SpaceX di Musk sembrava aver distrutto la concorrenza nel settore dei lanciatori con il successo dei razzi Falcon.
Giovedì scorso il razzo europeo Ariane 6 ha effettuato il suo primo volo commerciale, portando in orbita il satellite Cso, un sistema di osservazione militare francese, mentre a dicembre il vettore Vega C era tornato a volare. Si tratta di passi fondamentali per un’Europa confrontata con la necessità strategica di non legarsi alle soluzioni statunitensi ormai quasi monopolizzate da SpaceX. Con ingenti effetti sul comparto spaziale italiano. Leonardo, con le controllate Telespazio e Thales Alenia Space, è coinvolta in tutti i principali programmi di produzione satellitare in Europa. Avio è capofila del lanciatore europeo Vega e contribuisce in modo decisivo ad Ariane 6 fornendo i booster P120C. Inoltre, la crescita della domanda di servizi di osservazione della Terra dovrebbe vedere l’Italia protagonista con l’attuale costellazione Cosmo-Skymed, ma anche con il sistema Iride, finanziato dal Pnrr e in corso di realizzazione.
Se aggiungiamo a questo panorama la crescita della domanda di sistemi di difesa missilistica, che dovrebbe portare a un ulteriore aumento delle attività per Mbda, l’azienda europea compartecipata da Leonardo, vediamo come l’intera tecnologia avanzata italiana venga coinvolta nel nuovo scenario strategico europeo. Dal lato dei carri armati, Leonardo ha firmato nel 2024 un accordo con Rheinmetall – uno dei gruppi leader nel rilancio dell’industria dell’armamento, rafforzando il tradizionale collegamento fra il tessuto industriale italiano e quello tedesco – e ha appena annunciato un partenariato con la società turca Baykar per la produzione di droni. Nel settore spaziale sono in corso discussioni con i francesi Thales e Airbus per una possibile aggregazione europea.
Si tratta di partite fondamentali che vedono gli industriali italiani in prima linea, ma che richiedono anche un impegno del governo Meloni nei meccanismi europei, per accompagnare con scelte strategiche il destino di aziende che possono avere una concreta opportunità di costruire alternative ai servizi forniti dall’America. Esistono strumenti politici, come il trattato del Quirinale o il piano di azione bilaterale italo-tedesco, che possono essere ulteriormente percorsi, lasciando da parte sia l’indecisione filo-trumpiana sia i riflessi antifrancesi.