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Trump: "Domani parlerò con Putin. Discuteremo di terre e centrali elettriche"

Al Consiglio Affari Esteri dell'Ue si discute del piano di appoggio all'Ucraina lanciato da Kaja Kallas: "Ampio sostegno politico". Nyt: gli Stati Uniti via dall'organismo Ue di indagine sui crimini di guerra russi. Kyiv testa il missile Long Neptune che può raggiungere Mosca

    

Trump: 'Domani sento Putin

"Parlerò con il presidente Putin martedì. Abbiamo lavorato molto nel weekend", ha detto Trump ai giornalisti sull'Air Force One durante un volo notturno di ritorno dalla Florida all'area di Washington. Con il suo omologo russo, Trump vuole discutere della fine del conflitto in Ucraina. "Vogliamo vedere se possiamo porre fine a questa guerra. Forse ci riusciremo, forse no, ma penso che abbiamo ottime possibilità". "Parleremo di terre. Parleremo di centrali elettriche", ha aggiunto Trump quando gli è stato chiesto delle concessioni. "Penso che ne abbiamo già discusso molto da entrambe le parti, Ucraina e Russia. Ne stiamo già parlando, dividendo alcuni beni". "Vedremo se avremo qualcosa da annunciare, forse entro martedì".

Quello di domani sarebbe il secondo colloquio da quando Trump è stato rieletto alla presidenza degli Stati Uniti. Ma questa volta il confronto potrebbe segnare una svolta per la guerra in Ucraina. Lo stesso Witkoff ha osservato che "le distanze tra le due parti si sono ridotte": ci possono essere «progressi reali» nelle trattative.

Yuri Ushakov, consigliere del Cremlino, ha confermato con una breve dichiarazione: "Ci stiamo preparando per il contatto (tra Trump e Putin, ndr) e sarà organizzato non appena ce ne sarà bisogno. La conversazione telefonica può essere preparata rapidamente. Per ora, i contatti sono in corso ad altri livelli". Il consigliere per la sicurezza nazionale americana, Michael Waltz ha ripetuto un concetto già espresso dal segretario di Stato Marco Rubio: Kyiv dovrà rinunciare ad "alcuni territori e alla prospettiva di entrare nella Nato". Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha parlato con Trump, assicurando "sostegno agli sforzi americani diretti e decisivi per porre fine alla guerra". La Turchia si offre come ulteriore sponda di mediazione tra Kyiv e Mosca.

       

Consiglio Affari esteri Ue. Kallas: "Ampio sostegno" al piano per Kyiv

"C'è un ampio sostegno politico" all'iniziativa per sostenere l'Ucraina militarmente nel 2025 con maggiori aiuti militari, sino a 40 miliardi, "ma ci sono molti dettagli che devono ancora essere studiati e devono essere coinvolti i ministri della difesa". Lo ha detto l'alto rappresentante Ue Kaja Kallas arrivando al Consiglio Affari Esteri. In quanto alle conversazioni fra Russia e Usa sull'Ucraina che si svolgono in Arabia Saudita, Kallas ha detto che "diamo il benvenuto alle discussioni di pace a Gedda, ora la palla è nel campo della Russia. Ma le condizioni aggiunte per concordare la tregua mostrano che Mosca non vuole la pace e confermano gli obiettivi che si erano preposti con la guerra". 

  

Nyt: gli Usa via dall'organismo Ue di indagine sui crimini di guerra russi

"Il Dipartimento di Giustizia ha informato in sordina i funzionari europei che gli Stati Uniti si stanno ritirando da un gruppo multinazionale creato per indagare sui leader responsabili dell'invasione dell'Ucraina, tra cui il presidente russo Vladimir V. Putin", scrive il New York Times, che cita persone a conoscenza della situazione. L'Amministrazione ha deciso di ritirarsi dall'organismo internazionale istituito nel 2023 dall'Ue per indagare sui leader responsabili dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia. La decisione è l'ultima indicazione dell'allontanamento di Trump dall'impegno del presidente Biden di ritenere Putin personalmente responsabile dei crimini commessi contro gli ucraini, commenta il quotidiano americano.

L'organismo, gestito da Eurojust, è stato creato per ritenere la leadership della Russia - insieme ai suoi alleati Bielorussia, Corea del Nord e Iran - responsabili crimini, definiti come 'aggressione' ai sensi del diritto e dei trattati internazionali, che violano la sovranità di un altro paese e non sono avviati per legittima difesa. La decisione, secondo le fonti, verrà annunciata oggi via email a Eurojust.

    

Kyiv testa il missile Long Neptune che può raggiungere Mosca

Volodymyr Zelensky guarda con scetticismo alla possibilità di una vera tregua con Mosca, continua a denunciare gli attacchi del nemico sul suo territorio e non abbassa la guardia sul fronte militare. Il leader ucraino ha deciso un cambio ai vertici delle Forze Armate, annunciando l'avvicendamento dell'ex capo di Stato maggiore Anatoly Barhylevych con il neonominato Andriy Gnatov, L'avvicendamento è legato, tra le altre cose, alla necessità di "aumentare l'efficienza della gestione verticale delle forze armate". Non solo: Kyiv continua anche a spingere sulla capacità di colpire in profondità il nemico. Come dimostra il debutto di un nuovo missile a lungo raggio capace di raggiungere Mosca. "Il Long Neptune è stato testato e utilizzato con successo in combattimento grazie ai nostri produttori e militari ucraini", ha spiegato sottolineando che "continuiamo a lavorare per garantire la nostra sicurezza". Si tratta di un missile di produzione nazionale con una gittata di mille chilometri, e non è escluso che - secondo il canale Telegram Exilenova+ - sia stato già provato sul campo, venerdì notte nell'attacco alla raffineria di petrolio a Tuapse, nella regione russa di Krasnodar. Il Long Neptune è una versione potenziata di quello con cui nell'aprile 2022 venne affondato l'incrociatore russo Moskva della flotta del Mar Nero. Al momento non sono ancora stati resi noti altri dettagli, in particolare per quanto riguarda i tassi di produzione.

   

Sul terreno

Continuano gli scontri. La Russia afferma che l'offensiva delle sue truppe per cacciare le forze ucraine che occupano parte della regione del Kursk dallo scorso agosto è entrata "nella sua fase finale". L'Ucraina, da parte sua, nega che le sue forze nell'area siano accerchiate, ma riconosce il ritiro da alcune zone di fronte alle pressioni russe. Zelensky: "Chi vuole la pace non lancia centinaia di bombe".

Zelensky denuncia l'intensificarsi degli attacchi russi nelle ultime settimane, dichiarando che centinaia di bombardamenti hanno colpito numerose città e regioni ucraine, tra cui Cernigov, Cherson, Donetsk, Kharkiv, Dnipro, Odessa, Poltava, Kiev, Mykolaiv, Zaporizhia, Kupyansk e Sumy. Secondo il presidente ucraino, i russi hanno lanciato più di 1.020 droni d'attacco, circa 1.360 bombe aeree guidate e oltre 10 missili di vario tipo, sottolineando che questi raid non sono il comportamento di chi desidera porre fine al conflitto, ma piuttosto di chi è intenzionato a proseguire l'aggressione.