
Il turco smemorato
Erdogan fa a Imamoglu ciò che subì nel 1997 e lo rese popolare
L’arresto del sindaco di Istanbul potrebbe trasformarsi in un boomerang per il presidente turco. Proteste in tutto il paese, il Chp si compatta e promette resistenza nelle piazze. Ma Erdogan scommette sull'immobilità di Trump e dell’Ue
Ankara. Nella notte del Newruz, che segna l'arrivo della primavera e del nuovo anno nella cultura curda e iranica, si sono svolte proteste in quasi tutte le principali città della Turchia contro la detenzione del sindaco di Istanbul, Ekrem Imamoglu, il rivale numero uno del presidente Recep Tayyip Erdogan. Rivolgendosi a decine di migliaia di persone radunate a Sarachane in una notte gelida, davanti al palazzo del Comune diventato il cuore simbolico di una lotta di resistenza per la democrazia, il leader del Partito repubblicano del popolo (Chp), maggiore forza d’opposizione, Özgür Özel, dal tetto dell’autobus del suo partito, ha detto: "Nessuno deve aspettarsi da noi una politica da salotto. D’ora in poi saremo per le strade”. Mai un simile appello con l’invito a scendere per le strade era stato fatto finora da un partito d’opposizione contro Erdogan.
Özel ha sottolineato che il sindaco arrestato sarà comunque nominato candidato del Chp nelle primarie di domenica 23 marzo per la futura sfida contro Erdogan per le presidenziali, perché oltretutto il suo arresto contribuirà ad aumentare i consensi, come stanno rilevando i più prestigiosi istituti demoscopici turchi i quali danno un vantaggio a Imamoglu su Erdogan di oltre due milioni e mezzo di voti. “Se il governo nominerà un amministratore fiduciario per defenestrare dalla carica di sindaco Imamoglu, noi resisteremo e non lasceremo il palazzo del municipio nelle mani del governo”, ha detto minacciosamente Özel.
Nel freddo pungente di Ankara, quella stessa notte, alla Metu, nel Campus della prestigiosa Università tecnica del medio oriente, gli agenti della polizia caricavano gli studenti disperdendoli con cannoni ad acqua e gas lacrimogeni. Lo stesso accadeva a Izmir e a Trabzon. L’opposizione si compatta attorno a Ekrem Imamoglu, e i sondaggi lo accreditano di un grande vantaggio su Erdogan, accusato di voler eliminare il suo più insidioso rivale per via giudiziaria con accuse pretestuose di corruzione e di sostegno al terrorismo. Al momento, nelle carceri turche sono rinchiusi i leader di tutti i maggiori partiti d’opposizione: il leader carismatico curdo Selahattin Demirtas, il presidente del Partito della vittoria (Zafer Partisi) Ümit Özdağ e ora Ekrem Imamoglu.
Il leader turco ha deciso di essere Putin, ma la Turchia non è la Russia. L’opposizione c’è, è forte e inossidabile; ha diversi leader molto popolari, non si fa intimidire e grida al golpe.
L'approccio di Erdogan nella gestione del processo elettorale è diventato sempre più somigliante a quello adottato da Vladimir Putin. Erdogan modella le elezioni a suo vantaggio molto prima che queste si svolgano, per garantirsi una sicura vittoria. Prima delle elezioni arresta oppositori, politici, attivisti della società civile e neutralizza gli avversari più insidiosi.
Questo arresto potrebbe rivelarsi un boomerang per Erdogan, perché il Partito repubblicano del popolo potrebbe uscire rafforzato nell’arena elettorale così come capitò al presidente nel 1997 quando fu lui a essere arrestato: allora era sindaco di Istanbul e quell’arresto lo elevò da sconosciuto perseguitato politico a leader nazionale di successo. Fu riconosciuto colpevole di “incitamento all’odio religioso” dal vecchio regime kemalista per aver recitato una poesia dagli accenti islamisti e fu condannato a dieci mesi di reclusione, poi ridotti a quattro. La condanna subita non danneggiò la sua reputazione, come i suoi accusatori speravano, ma, al contrario, ne rafforzò l’immagine di “uomo del popolo”, perseguitato dalla classe dirigente kemalista con accuse pretestuose. Erdogan fu rimosso dal suo incarico di sindaco e fu nominato un fiduciario al suo posto. Il suo arresto rappresentò un punto di svolta nella sua carriera politica. Ora la dinamica persecutoria potrebbe tornare a vantaggio di Imamoglu.
Secondo la Costituzione il leader turco non potrà presentarsi alle prossime presidenziali per il limite dei due mandati, per questo non avendo i numeri in Parlamento per cambiare la Costituzione intende anticipare entro il prossimo anno le elezioni che si dovrebbero tenere nel 2028. Scommette sul fatto che Trump non si preoccuperà affatto per l'arresto di Imamoglu sia perché vuole che Ankara tenga a bada al Sharaa in Siria, sia perché questa Amministrazione americana dei diritti umani e delle democrazie non sa che farsene. E scommette inoltre, sul fatto che l’Europa avrà probabilmente una reazione morbida dato che ora sembra percepire la Turchia come alleato sempre più prezioso a protezione del suo fianco sudorientale.


le strategie europee
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Dalla Francia