(Ansa)

le strategie europee

Erdogan è troppo importante per l'Ue e lo sa

David Carretta

"Senza di me la sicurezza europea non è possibile", dice il presidente turco, mentre spezza i suoi rivali e cancella l’opposizione. Potrebbe essere chiamato a giocare un ruolo nella coalizione dei volenterosi che dovrebbe proteggere la pace o almeno un cessate il fuoco

Bruxelles. L’arresto del sindaco di Istanbul, Ekrem Imamoglu, e di oltre 1.100 manifestanti nelle più grandi proteste che la Turchia abbia conosciuto dal 2013 ha portato a una serie di condanne retoriche da parte di paesi membri dell’Unione europea. Ma la Commissione di Ursula von der Leyen non è ancora pronta a sanzionare Recep Tayyip Erdogan per la sua deriva verso l’autoritarismo. La Turchia è un attore troppo importante, nel momento in cui gli Stati Uniti stanno cercando un accordo tra Russia e Ucraina alle spalle degli europei. Erdogan potrebbe essere chiamato a giocare un ruolo nella coalizione dei volenterosi che dovrebbe proteggere la pace o almeno un cessate il fuoco. 

Domenica un tribunale ha confermato l’arresto di Imamoglu e l’accusa di corruzione sospendendo il sindaco di Istanbul dalle sue funzioni. Lo stesso giorno il Partito repubblicano del popolo (Chp) lo ha scelto come suo candidato presidenziale in elezioni primarie che si sono trasformate in un plebiscito per il leader dell’opposizione a Erdogan. Circa 1.653.000 di iscritti al Chp hanno votato per Imamoglu a cui si sono aggiunti 13.211.000 di voti di non iscritti che hanno scelto di partecipare alle primarie per solidarietà. Le grandi manifestazioni iniziate mercoledì, il giorno dell’arresto di Imamoglu, proseguono in diverse città. Secondo il ministero dell’Interno turco, 1.133 persone sono state fermate dal 19 marzo. Almeno dieci giornalisti, tra cui un fotografo della France Presse, sono stati fermati a Istanbul e Izmir mentre seguivano le proteste. X, il social network del sedicente paladino della libertà di espressione Elon Musk, ha censurato messaggi contro Erdogan. Il presidente turco ha accusato i sostenitori di Imamoglu di essersi trasformati in “un movimento di violenza”. Dopo una riunione del governo ad Ankara, Erdogan ha detto che il partito Chp sarà considerato responsabile dei danni e ha intimato di porre fine alla “commedia”. La repressione potrebbe essere solo all’inizio.

Alcune capitali europee hanno reagito in modo fermo alla formalizzazione delle accuse a Imamoglu e agli arresti di manifestanti. “L’arresto e la sospensione del sindaco di Istanbul è totalmente inaccettabile”, ha detto il portavoce del cancelliere tedesco Olaf Scholz. La Grecia ha definito “preoccupante” la situazione interna nel paese e ha definito “difficile” la tenuta in questo contesto di un vertice tra il premier Kyriakos Mitsotakis ed Erdogan. “L’impegno della Turchia nel continuare l’adesione all’Ue suona sempre più vuoto alla luce delle azioni contro Imamoglu e altri”, ha detto la ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock. “In un paese che vede il suo futuro nell’Ue, lo stato di diritto deve prevalere”. Anche la Commissione e l’Alto rappresentante dell’Ue, Kaja Kallas, hanno messo in discussione il processo di adesione di Ankara. Come paese candidato, la Turchia “deve rispettare i valori democratici” e i diritti di funzionari eletti e manifestanti pacifici “devono essere pienamente rispettati”, ha ricordato oggi un portavoce della Commissione. Secondo l’esecutivo comunitario, l’arresto di Imamoglu “solleva la questione dell’adesione della Turchia alla sua lunga tradizione democratica”. Tuttavia la Commissione di Ursula von der Leyen non è pronta a spingersi fino a immaginare sanzioni politiche contro Erdogan. 

Il processo di adesione della Turchia in realtà è congelato da oltre un decennio. Ciò che è in gioco è un riavvicinamento strategico con Erdogan deciso dai capi di stato e di governo dell’Ue nell’aprile del 2024. Ad aprile sono previste due riunioni tra l’Ue e Ankara di dialogo strategico su migrazione ed economia. Nonostante le condanne retoriche, la Commissione oggi ha fatto sapere che per il momento sono confermate. Il suo portavoce ha spiegato di non voler “fare congetture” su una cancellazione dei due incontri. “Vogliamo che la Turchia rimanga ancorata all’Europa”, ha detto il portavoce della Commissione.

La cooperazione con la Turchia è considerata essenziale per sostenere l’Ucraina nei negoziati in corso con Stati Uniti e Russia e in caso di eventuale accordo di pace. Ankara è stata coinvolta dal presidente francese, Emmanuel Macron, e dal premier britannico, Keir Starmer, nei preparativi della coalizione dei volenterosi. Pur essendo un membro della Nato, la presenza sul terreno in Ucraina della Turchia potrebbe essere più facilmente accettata da Mosca rispetto a quella dei paesi europei. Nonostante l’arresto di Imamoglu mercoledì, il presidente del Consiglio europeo, António Costa, ha incluso Erdogan nelle consultazioni che ha avuto venerdì con i paesi alleati dopo il vertice dei capi di stato e di governo della vigilia (oltre alla Turchia c’erano anche i leader del Regno Unito, della Norvegia e dell’Islanda) L’altro settore su cui l’Ue non vuole rischiare rotture è quello delle migrazioni, dopo che Erdogan ha usato più volte in passato l’arma dei migranti per influenzare le scelte degli europei. Il presidente turco è consapevole della sua forza di ricatto verso l’Ue. “Gli accesi dibattiti delle scorse settimane hanno mostrato che la sicurezza europea senza la Turchia non è possibile”, ha detto oggi Erdogan.