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Verso nuovi atenei

Così Macron accoglie accademici e ricercatori americani in fuga da Trump

Mauro Zanon

Di fronte a un clima anti-scientifico nelle università americane, il governo francese intensifica le iniziative per attrarre ricercatori con programmi e borse di studio ad hoc. Alla ricerca di un clima propizio all'innovazione e alla libertà accademica

Parigi. Nel febbraio del 2017, Donald Trump era al suo secondo anno di presidenza negli Stati Uniti. E all’epoca Emmanuel Macron era ancora un semplice candidato all’Eliseo quando, durante un meeting di campagna a Lione, pronunciò queste parole: “Voglio rivolgere un appello solenne a tutti i ricercatori, a tutti gli accademici, a tutte le aziende degli Stati Uniti che lottano contro l’oscurantismo, e a tutti coloro che, negli ultimi giorni, hanno manifestato i loro timori, poiché si battono per la ricerca sul clima, sugli interferenti endocrini, sull’inquinamento, sul miglioramento delle energie rinnovabili... Tutti coloro che oggi guidano l’innovazione e l’eccellenza negli Stati Uniti ci ascoltino. Oggi a partire dal prossimo maggio avrete una patria: la Francia”.

Quattro mesi dopo, da capo dello stato eletto, Macron, in un intervento televisivo in lingua inglese, si rivolse nuovamente agli scienziati americani dopo la conferma dell’uscita degli Stati Uniti dagli accordi sul clima di Parigi, ribadendo che la Francia era pronta ad accoglierli. Gli annunci si concretizzarono in un programma di borse di studio ribattezzato Mopga (Make our planet great again), che da allora, ogni anno, garantisce a decine di ricercatori provenienti da oltreoceano di sviluppare i loro progetti accademici in Francia. A distanza di sette anni, e con il ritorno di Trump alla Casa Bianca e di un clima anti-scientifico nelle università americane, il governo francese intensifica le iniziative per attirare gli accademici americani. Il ministero dell’Università e della ricerca francese, Philippe Baptiste, ha appena inviato una lettera all’Agence nationale de la recherche, ai principali enti pubblici, Cnrs e Inserm, e alle università, invitando tutti i soggetti coinvolti a riflettere sugli strumenti per facilitare l’accoglienza degli scienziati sgraditi negli atenei statunitensi a causa del vento oscurantista portato da Trump. “Oggi le nostre università e i nostri centri di ricerca si stanno mobilitando e lo stato sarà presente per sostenere i ricercatori americani”, ha dichiarato lo scorso 12 marzo a France Info il ministro dell’Università e della ricerca francese.

 

             

 

All’Institut Pasteur, centro di eccellenza dedicato allo studio della biologia, dei microorganismi, delle malattie e dei vaccini, arrivano ogni giorno decine di curricula di scienziati francesi, europei e americani che lavorano oltreoceano da quando Trump è stato rieletto. La stessa situazione si registra all’Institut Curie, specializzato nella lotta contro il cancro, ma soprattutto all’Università di Aix-Marseille, dove il rettore Éric Berton, ha appena lanciato il programma “Safe Place for Science” dedicato all’accoglienza degli scienziati che, si legge nel sito dell’ateneo, “vogliono portare avanti le loro ricerche in un clima propizio all’innovazione, all’eccellenza e alla libertà accademica”.

Dall’annuncio del programma, sono già state ricevute più di 120 domande, in campi che vanno dall’oncologia all’astrofisica. “Non cerchiamo di attirarli per opportunità, ma di offrire loro un rifugio scientifico”, ha dichiarato Éric Berton all’emittente radiofonica France Bleu. Per accogliere i primi quindici accademici selezionati e accompagnarli nei loro lavori di ricerca, saranno sbloccati 15 milioni di euro in tre anni, secondo quanto precisato dal rettore dell’Università di Aix-Marseille. Particolare attenzione verrà data alle ricerche legate al clima e all’ambiente. Negli Stati Uniti, “le banche dati sul clima vengono cancellate, i progetti scientifici vengono annullati e si instaura un clima di paura”, spiega Berton. Le candidature all’Università di Aix-Marseille sono arrivate anche dalla Nasa, da Yale e dalla Banca mondiale. Sulla stessa scia, l’Università Paris Sciences et Lettres, su impulso del rettore El-Mouhoub Mouhoud, ha appena annunciato l’apertura di quindici posizioni di research fellow a beneficio dei ricercatori americani. “Venite a respirare da noi”, è il messaggio di El-Mouhoub Mouhoud.