Foto ANSA

I dati

Sicurezza, difesa e inflazione. Ecco che cosa ci preoccupa davvero, secondo l'Eurobarometro

Riccardo Carlino

Oggi la Commissione presenta un piano di sopravvivenza in caso di crisi sanitaria, climatica o di guerra. E sono gli stessi cittadini europei a chiedere che l'Ue aumenti il suo impegno. Agli italiani invece preme di più l'aumento del costo della vita. I dati

A pochi giorni dalla presentazione del Libro bianco sulla difesa, la Commissione europea è pronta a presentare oggi una “Strategia di preparazione dell'Unione”. Un piano che è una sorta di "kit di sopravvivenza" per i cittadini europei in scenari di guerra, di crisi climatica o di pandemia. La bozza, vista in anteprima da Politico, prevede una serie di linee guida per garantire la sicurezza dei paesi membri. Sicurezza e competitività sono del resto anche i temi su cui i cittadini europei auspicano che l'Unione rafforzi il suo impegno. Lo si legge nel rapporto del Parlamento Ue, l'Eurobarometro, costruito prendendo in considerazione un campione di popolazione europea composto da 25 mila, intervistati tra il 9 gennaio e il 4 febbraio scorsi. 

Oltre la metà degli intervistati (il 66 per cento) desidera che l’Ue abbia un ruolo maggiore nella protezione da crisi globali e rischi per la sicurezza. Il dato è particolarmente rilevante fra i giovani: il 31 per cento di loro pone infatti la difesa fra le massime priorità dell'Unione, seguite da ambiente, cambiamenti climatici e salute pubblica. A livello nazionale, la richiesta di un ruolo rafforzato dell’Ue varia dall’87 per cento registrato in Svezia al ben più basso 47 per cento della Romania, fino al 44 per cento della Polonia.

Nel dettaglio, il 36 per cento degli intervistati si aspetta che l'Unione si concentri maggiormente su difesa e sicurezza per rafforzare la propria posizione nel mondo.

 

 

Dai sondaggi effettuati, è emerso che quasi tre quarti dei cittadini dell’Ue (74 per cento) credono che il proprio paese abbia beneficiato dell’appartenenza all’Unione: si tratta del dato più alto mai registrato da quando questa domanda è stata introdotta nell’Eurobarometro nel 1983. L'entusiasmo è minore per gli italiani, dato che hanno risposto in tal modo nel 67 per cento (segnando però quattro punti in più rispetto a giugno–luglio 2024). 

Dai sondaggi risulta che il 32 per cento degli europei ritiene che sia fondamentale l'impegno dell'Europarlamento anche su competitività, economia e industria. D'altronde, il 33 per cento degli intervistati ritiene che il proprio tenore di vita diminuirà nei prossimi cinque anni. Subito dopo le elezioni europee la quota era ferma al 26 per cento. Ecco perchè il 43 per cento esorta il Parlamento europeo a dare priorità alla lotta all'inflazione, all'aumento dei prezzi e al costo della vita. Questi tre temi risultano la priorità principale in tutte le fasce d’età, con picchi in Portogallo (57 per cento), Francia (56 per cento), Slovacchia (56 per cento), Croazia (54 per cento) ed Estonia (54 per cento).

Aumenta la fiducia verso l'Europarlamento. Il 62 per cento degli intervistati vorrebbe infatti che assumesse un ruolo più importante, una cifra aumentata di sei punti solo nell'ultimo anno, raggiungendo il picco dal 2020. Merito anche di un'immagine dell'Unione europea sempre più positiva per la metà degli intervistati. Anche qui, in crescita di due punti rispetto ai sondaggi della primavera 2024, e di cinque punti in più rispetto all'autunno 2023.

 

Le risposte degli italiani

Gli italiani sono abbastanza in linea con il resto dei cittadini europei. Per il 43 per cento di loro inflazione, aumento dei prezzi e costo della vita rappresentano le tematiche su cui l'Europarlamento dovrebbe dare maggiore priorità. A seguire, anche il supporto all’economia e la creazione di nuovi posti di lavoro: questioni su cui gli italiani vorrebbero un maggiore impegno dall'Ue, molto di più rispetto alla media europea (37 per cento contro il 29 per cento). Infine, il 26 per cento inserisce difesa e sicurezza dell’Unione europea e anche lotta alla povertà ed esclusione sociale. Mentre il topic “migrazione e asilo” è l'ultimo dell'elenco: solamente il 13 per cento degli italiani crede che debba essere una priorità per l'Unione europea, molto meno del 22 per cento registrato fra gli intervistati degli altri paesi membri. 

L’immagine del Parlamento europeo in Italia rimane stabile e alta (46 per cento, cinque punti in più rispetto alla media europea). Inoltre, il 67 per cento degli italiani vorrebbe che Strasburgo avesse un ruolo più importante (11 punti in più rispetto a giugno–luglio 2024), mentre per il resto dei cittadini europei la quota si ferma al 62 per cento. 

 

Il focus sulla difesa

“Due terzi degli europei vogliono che l’Ue giochi un ruolo maggiore nella loro protezione. È un appello chiaro all’azione, al quale risponderemo”. Così ha detto la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, sottolineando il fatto che l’Europa debba essere più forte, “affinché i nostri cittadini si sentano più al sicuro. Il Parlamento europeo farà in modo che ogni proposta sia audace e ambiziosa quanto basta per affrontare la gravità delle minacce che incombono sull’Europa. L’Europa deve alzarsi oggi, o rischia di essere calpestata domani”. 

Così come i cittadini europei, anche l'Ue ricomincia a ragionare di difesa, dopo quasi diversi decenni di pace. Tra i punti studiati nel Preparedness Union Strategy, il piano che oggi verrà presentato a Bruxelles, figura ad esempio la “preparazione civile in caso di emergenza” e “manovre congiunte e corsi specializzati per giovani e adulti". Agli stati membri viene poi richiesto di coordinarsi a livello europeo per una strategia di stoccaggio affinché i cittadini europei siano nelle condizioni di poter resistere per almeno 72 ore senza aiuti esterni in caso di crisi, dotandosi quindi di abbastanza cibo, medicine, batterie e altri beni essenziali

Fra i vari punti chiave del piano, spunta anche l'intenzione una strategia a sostegno delle contromisure mediche contro le minacce alla salute pubblica, da integrare con le scorte di emergenza proposte nel Critical Medicines Act. Oltre alla creazione di un “hub di coordinamento delle crisi”, che si concentrerà sull'anticipazione e la gestione delle conseguenze delle crisi in tutti i settori, in modo da fornire supporto alla gestione delle crisi ai servizi principali e monitorare la risposta complessiva alle emergenze.