
(Ansa)
L'editoriale dell'elefantino
Istruzioni per il caso Goldberg: quando tutti hanno un sospetto, meglio dormire tranquilli
Documenti top secret finiti per errore al direttore dell’Atlantic? La Casa Bianca minimizza, il Pentagono balbetta, il Congresso osserva. Dietro la svista della chat potrebbe esserci ben altro
Il caso Goldberg è un po’ strano. Tutti sembrano credere che una specie di casualità, cioè l’errore cialtrone di un tizio che segna i numeri delle chat su Signal, abbia portato al direttore dell’Atlantic, Jeffrey Goldberg, il cui numero è stato inserito nella lista dei chattari, le informazioni dettagliate di sicurezza nazionale che i grandi dell’Amministrazione Trump (Pentagono, Vicepresidenza, Fbi, Cia, Consiglio per la sicurezza nazionale, staff della Casa Bianca) si scambiavano illegalmente e sciattamente su una app commerciale criptata ma infiltrabile e senza adeguati controlli. Per una volta ci sia consentito di coltivare un’opinione, o se volete un’ipotesi, che non condividiamo. Siamo infatti un gruppazzo di giornalisti, per metà naturali e per metà algoritmici, che non si fa adescare dal cospirazionismo e complottismo di maniera, oggi così diffusi. E con un certo snobismo riprovevole consideriamo da sempre il Watergate e i Pentagon Papers pettegolezzi ben ricamati e di non chiarissimo contorno, sebbene piuttosto efficaci nelle conseguenze, più che risultati, come pure sono, del giornalismo investigativo da Pulitzer. I nostri sono tic, automatismi psicologici da boomer, da millennial, ma insomma forse un peccato perdonabile. Infatti in modo roboante è stato annunciato che i documenti sull’assassinio di JFK sono stati declassificati e il risultato è – ci dispiace per la commissione Warren e per Oliver Stone – che per ora bisogna indagare sull’ipotesi che il presidente americano sia stato ammazzato per ordine di Carlo Levi, scrittore e pittore e intellettuale comunista nella Guerra fredda, nientedimeno. L’errore umano o algoritmico, e il caso, bastano spesso a spiegare tante robe. Ci sono più cose in cielo e in terra, cialtroneria compresa, caro Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia (rielaborazione da Shakespeare).
Però la Casa Bianca e il Pentagono mentono spudoratamente, è il loro nuovo mestiere, o vecchio come il cucco ma mai così sfacciato, forse, e dicono che è uno scandaletto da due dollari, che nessuno ne è responsabile e tantomeno colpevole, che non c’è niente di strano nel comunicare a estranei con notevole anticipo operativo a che ora e in che giorno una squadriglia di F-18 verrà lanciata contro le basi houthi e obiettivi umani (terroristi), cioè alle ore 12.15 del 15 marzo, o a che ora cominceranno i lanci dei missili Tomahawk dalle portaerei, cioè alle 15.36 dello stesso giorno, con seguito vario di emoji e bandierine americane e mani giunte in preghiera, e in fondo errare è umano. D’accordo, e vedremo se il Congresso chiederà conto e come a Pentagono Cia Fbi Security Council e Casa Bianca di questa innocua sbadataggine. Ma l’impressione è che si possa essere sfiorati dall’idea che qualcuno nello staff che prepara la chat “Houthi Pc small group” conoscesse il numero di Goldberg e lo abbia inserito per insofferenza verso quel Francesco Giorgino della Fox che è a capo dell’esercito e dell’apparato tecno-militare più potente del mondo per volontà del popolo sovrano nella forma di un immobiliarista dell’età aurea.
“Vedi mai”, dev’essersi detto, “che lo sostituiscano con un generale a quattro stelle o con un curriculum politico e amministrativo a quaranta carati”. Eppure questa idea non sembra sfiorare la sospettosità di alcuno. Per il direttore giornalista dell’Atlantic si capisce. O non sa da dove questa troppa grazia è spuntata o protegge la fonte, difendendosi al contempo dall’accusa proditoria di spionaggio (infatti è stato prudentissimo, giustamente, nel leak graduale e sorvegliato, perché non è un Chelsea Manning né un Edward Snowden né un Julian Assange). Per l’Amministrazione, pure, si capisce. Sanno che lo scandalo del caso Goldberg è immenso, che se il paese non fosse già bello che imbrigliato nella democratura Casa Bianca et similia dovrebbero pagare in moneta sonante gli effetti travolgenti di questa “casualità” sulla credibilità e affidabilità di tutto il cucuzzaro. Quando tutti hanno un sospetto, meglio andare a dormire tranquilli. Quando tutti escludono che ci sia del fumus, meglio svegliarsi.