
in giappone
Perché un giudice a Tokyo ha ordinato lo scioglimento del culto di Moon
La Chiesa dell’Unificazione e i suoi peccati. C'entrano l'omicidio di Shinzo Abe, il movimento MAGA in America, e una riflessione profonda della società nipponica sui chi ha potere e influenza
Ieri la Corte distrettuale di Tokyo, presieduta dal giudice Kenya Suzuki, ha emesso una dettagliata sentenza di 116 pagine che ordina lo scioglimento della World Peace Unification Family, e cioè il nome moderno di quell’organizzazione religiosa più nota con il nome di Chiesa dell’Unificazione. Il giudice ha citato “danni gravi e senza precedenti” causati dalle ingenti donazioni richieste dalla chiesa ai suoi adepti, in un problema contro il quale “non sono state prese misure sufficienti”. Il processo è durato circa un anno e mezzo, ed è stato possibile celebrarlo dopo che il ministero dell’Istruzione e della Cultura giapponese aveva deciso di portare in tribunale i vertici della chiesa chiedendone lo scioglimento.
La decisione era molto attesa in Giappone, perché la presenza della chiesa nel paese – che più di qualcuno definisce “setta” – era diventato un tema sensibile nell’opinione pubblica, che interseca la manipolazione mentale delle persone ma anche la politica, l’attività lobbistica e la potenziale corruzione. Il dibattito attorno alla liceità delle attività della Chiesa dell’Unificazione in Giappone è esploso l’8 luglio del 2022, quando l’ex primo ministro Shinzo Abe venne ucciso mentre stava per prendere la parola a un comizio nella città di Nara. A sparargli, con una pistola che si era costruito in casa guardando video su YouTube, era stato il quarantenne Tetsuya Yamagami, la cui famiglia, e soprattutto la madre, era stata costretta alla bancarotta per via delle donazioni richieste dalla Chiesa dell’Unificazione. Sebbene il processo contro Yamagami non sia ancora iniziato, nei mesi successivi all’assassinio di Abe sono emersi diversi dettagli sulla sua preparazione: l’uomo spiegò agli investigatori che il suo primo obiettivo era la leadership della Chiesa, ma i predicatori e il quartier generale erano estremamente protetti. Allora aveva scelto Shinzo Abe, che da primo ministro aveva partecipato più volte alle “convention” della World Peace Unification Family, e aveva lodato pubblicamente più volte Hak Ja Han, l’ottantenne sudcoreana vedova di Sun Myung Moon, cioè il fondatore della Chiesa dell’Unificazione. I rapporti fra la Chiesa e la politica internazionale sono stati dimostrati in passato da diverse inchieste giornalistiche, compresa la vicinanza del reverendo Moon al presidente americano Nixon e il potere mediatico ottenuto grazie alla fondazione del Washington Times. Dall’America all’Asia orientale, l’organizzazione ottenne via via anche un enorme potere economico, e funziona ancora oggi come una specie di “società per azioni” e con altre pratiche controverse, come quella dei matrimoni di massa un tempo celebrati dallo stesso Moon che secondo diverse testimonianze sono matrimoni combinati (si sposò così nel 2001 anche l’arcivescovo zambiano Emmanuel Milingo).
Ma secondo il tribunale di Tokyo la fonte primaria del complesso sistema economico era il desiderio spirituale umano scambiato con il denaro, che rendeva anche molto facile alla leadership della Chiesa accreditarsi nella politica. Un altro uomo politico che ha partecipato spesso con dei videomessaggi ai raduni della World Peace Unification Family è, per esempio, Donald Trump. Hyung Jin “Sean” Moon e Kook-jin “Justin” Moon, figli del reverendo Moon nati e cresciuti in America, qualche anno fa hanno fondato il Rod of Iron Ministries, i “Ministri della Verga di Ferro”, un ramo scismatico della Chiesa dell’Unificazione che venera il fucile semiautomatico AR-15 come strumento di Dio ed è un pezzo particolarmente importante del movimento MAGA trumpiano.
Per anni i leader dell’organizzazione hanno tentato di moderare gli effetti di ciò che stava succedendo in Giappone cercando di ridimensionare le informazioni, per esempio con macchinose cause legali contro i giornalisti che ne scrivevano – la Chiesa ci ha provato anche in Italia, con un esposto all’Ordine dei giornalisti contro questo giornale, che però dopo lunga valutazione è stato ufficialmente rigettato. La sentenza del tribunale di Tokyo apre un nuovo capitolo della storia della Chiesa dell’Unificazione e delle sue varie declinazioni.