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La sentenza
Sansal condannato. Parigi spera in una “decisione umana”: la grazia
Macron vede un barlume di speranza e dice: "So di poter contare sul buon senso e sull’umanità delle autorità algerine per prendere una decisione del genere”. Nella capitale francese si sottolinea anche il ruolo centrale di Jean-Noël Barrot, il ministro degli Esteri francese, nella “de-escalation” tra Francia e Algeria
“Spero vivamente che, a seguito di questa sentenza, le massime autorità algerine possano prendere decisioni chiare, umane e umanitarie per restituirgli la libertà e consentirgli sia di tornare a essere un uomo libero sia di essere curato, perché sta combattendo anche contro la malattia”. Dietro la condanna a cinque anni di carcere e a 500 mila dinari di multa (circa 3.500 euro) emessa ieri dal Tribunale correzionale di Dar El Beida ai danni dello scrittore franco-algerino Boualem Sansal, il presidente francese, Emmanuel Macron vede un barlume di speranza. “So di poter contare sul buon senso e sull’umanità delle autorità algerine per prendere una decisione del genere”, ha aggiunto l’inquilino dell’Eliseo, facendo allusione a quelle due parole che negli ambienti diplomatici francesi e algerini circolano con insistenza dalla scorsa settimana: grâce présidentielle.
Domenica, un articolo molto informato del Figaro, ha raccontato che in Algeria “tutti coloro che conoscono il funzionamento del sistema algerino prevedono un esito positivo: una condanna – affinché Algeri non perda la faccia – seguita da una grazia – affinché il caso non sia più un ostacolo alla ripresa del dialogo tra Algeri e Parigi”. L’improvvisa accelerazione dell’iter giudiziario è stato il primo segnale positivo. Lo scrittore, detenuto ad Algeri dal 16 novembre 2024 per un’intervista al media francese Frontières e alcuni sms scambiati con l’ex ambasciatore francese in Algeria in cui ha espresso posizioni sgradite al regime algerino, è comparso davanti al tribunale giovedì 20 marzo. Al termine dell’udienza, il pubblico ministero ha chiesto dieci anni di reclusione e una multa di un milione di dinari (circa 7.000 euro) ai danni di Sansal, che ha 80 anni e ha un cancro alla prostata. Il verdetto di ieri, più clemente rispetto alle richieste della procura, conferma nonostante la condanna lo scenario ottimista dipinto da alcune fonti sentite dal Figaro: le autorità algerine vogliono chiudere al più presto il dossier Sansal.
Mercoledì, altre fonti sentite dal Canard enchaîné hanno riferito che lo scrittore franco-algerino potrebbe beneficiare di una grazia alla fine del ramadan, ossia già entro il weekend, o in alternativa il 5 luglio, in occasione della Giornata dell’Indipendenza e della Gioventù, durante la quale tradizionalmente vengono firmati numerosi provvedimenti di grazia. “Una via d’uscita dignitosa e umanitaria è a portata di mano. Rinnovo il nostro appello alle autorità algerine affinché la prendano in considerazione e rispondano favorevolmente”, ha commentato il primo ministro francese, François Bayrou.
L’annuncio della sentenza ha suscitato reazioni indignate da parte di tutto lo scacchiere politico, anche della France insoumise, il partito della sinistra radicale di Jean-Luc Mélenchon, fino a ieri ambiguo su Sansal. “Il reato di opinione non dovrebbe esistere. Chiediamo ancora una volta il suo rilascio immediato”, ha dichiarato Mathilde Panot, capogruppo dei deputati Insoumis all’Assemblea nazionale. “Tenuto conto della sua età e del suo stato di salute è una condanna all’ergastolo”, ha dichiarato Marine Le Pen, capogruppo dei deputati del Rassemblement national, mentre Laurent Wauquiez, il suo omologo dei Républicains, ha denunciato una “condanna iniqua da parte di un regime che odia la libertà”, invitando la Francia a “porre fine alla sottomissione del regime di Algeri”. A Parigi si sottolinea anche il ruolo centrale di Jean-Noël Barrot, il ministro degli Esteri francese, nella “de-escalation” tra Francia e Algeria. L’ultimo gesto particolarmente apprezzato da Algeri è la sua recente partecipazione all’iftar presso la Grande Mosquée de Paris su invito del rettore, Chems-Eddine Hafiz, diventato una specie di ambasciatore informale dopo il ritiro dell’ambasciatore algerino a Parigi nel luglio del 2024. Secondo le informazioni del Point, Barrot dovrebbe recarsi ad Algeri a inizio o metà aprile, quando Sansal, si spera, potrebbe già essere stato liberato.