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Il kit europeo per le emergenze diventa un siparietto social

Il video della commissaria Lahbib in stile “What's in my bag” si è trasformato nel meme di sé stesso. Ma voler trasformare una cosa seria in intrattenimento comporta poi il rischio che il kit venga preso poco seriamente da tutti

Arnaldo Greco

Visto che ormai anche chi dovrebbe produrre l’informazione più autorevole possibile non resiste senza trasformarsi nel meme di sé stesso, la notizia del kit che ogni cittadino dell’Ue dovrebbe tenere pronto in caso di crisi (guerre, pandemie, disastri naturali, attacchi informatici) è stata subito accompagnata da un video della commissaria Ue per la Gestione delle Crisi, Hadja Lahbib, che mostrava “cosa c’è nella mia borsa – survival edition”, parodiando il “what’s in my bag” di Vogue (serie di video in cui star di vario tipo mostrano cosa hanno nella borsa) e anche trend social popolarissimo. 

Il video in questione mostra la Commissaria tirar fuori dalla borsetta acqua, cibo in scatola, medicine, una torcia, un coltellino rigorosamente svizzero (evidentemente neanche questa piccola arma riusciamo a produrre nella Ue), fiammiferi, batterie, un mazzo di carte per intrattenersi (davvero c’è qualcuno che pensa: “Mentre attendiamo i soccorsi, facciamoci una briscoletta”?), il tutto accompagnato da un allegro motivetto jazz, sorrisi, battute sul meteo a Bruxelles, oggetti che cadono goffamente dalle mani, ammiccamenti vari, montaggio sbarazzino, risate e anche la gag di una radio troppo grande che esce dalla borsa troppo piccola, in stile Mary Poppins. Ma voler trasformare una cosa seria in intrattenimento e l’essere terrorizzati di diventare l’oggetto di parodia del giorno dal volerlo anticipare a tutti i costi comporta poi il rischio che il kit venga preso poco seriamente da tutti. E soprattutto che tutti, allora, siano autorizzati a trattarlo come l’ennesimo video di consumo e, dunque, oggetto di consumo.

Perciò possiamo aspettarci presto che, alla prossima tornata di sconti, Amazon offra a un prezzo stracciato il kit di sicurezza completo, già assemblato, così da risparmiarci lo sbattimento di recuperare tutto il necessario per la catastrofe atomica, presi tra il lavoro, le commissioni e la palestra. Con tutto quello a cui devo pensare anche sopravvivere adesso? E possiamo aspettarci che Eataly offrirà presto il kit di sopravvivenza da 72 ore di cibo in scatola di alta qualità, perché da che mondo è mondo l’ultimo pasto ha sempre avuto un’importanza particolare e vale la pena sceglierselo con cura. E ancora possiamo aspettarci che qualcuno offra un intrattenimento migliore del classico mazzo di carte. Col boom di giochi di società di questi ultimi tempi vuoi non sia stato inventato qualcosa di più coinvolgente? O magari sconti sul libro – sempre al posto delle carte - da tenere in caso di fine del mondo. Dopotutto la domanda “quale libro porteresti con te su un’isola deserta?” ha sempre riscosso un buon successo e questa sarebbe la volta buona per mettere in pratica il progetto. Nelle 72 ore in cui la crisi comincia a essere gestita posso finalmente leggere quel libro che ho sempre finto di aver letto. Così useremo gli ultimi punti percentuale di batteria per recensire con cinque stelle quel libro o, ancora meglio, il coltellino che ci ha salvati in una situazione disperata.

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